Come si può pensare il mito non in quanto espressione di una fase superata della storia umana, ma come manifestazione di una razionalità altra, che non si riduce a quella del pensare per concetti? Questo contributo traccia un percorso che affronta il problema della produzione narrativa e mitica, connettendola alla questione del simbolico e dell’immaginazione: la via aperta dalla Critica del Giudizio kantiana sfocia nella filosofia dei simboli di Paul Ricoeur, enfatizzando così il ruolo dell’immagine nella produzione del mito. In questo senso, il mito e l’immagine hanno in comune la stessa caratteristica di fondo: la loro origine nelle esperienze più originarie e profonde dell’uomo, innanzitutto quella della morte, cioè del venir meno della presenza del sé vivente. L’approccio proposto, all’incrocio tra la filosofia e le scienze sociali (e tra queste soprattutto l’antropologia), cerca di esibire l’inesauribilità del potenziale immaginativo del mito, nonché la necessità della sua riscrittura.

Morte e rinascita del mito : un’ipotesi filosofica / P. Furia, A. Martinengo. - In: INTERFÉRENCES LITTÉRAIRES. - ISSN 2031-2970. - 17(2015), pp. 51-65.

Morte e rinascita del mito : un’ipotesi filosofica

A. Martinengo
Primo
2015

Abstract

Come si può pensare il mito non in quanto espressione di una fase superata della storia umana, ma come manifestazione di una razionalità altra, che non si riduce a quella del pensare per concetti? Questo contributo traccia un percorso che affronta il problema della produzione narrativa e mitica, connettendola alla questione del simbolico e dell’immaginazione: la via aperta dalla Critica del Giudizio kantiana sfocia nella filosofia dei simboli di Paul Ricoeur, enfatizzando così il ruolo dell’immagine nella produzione del mito. In questo senso, il mito e l’immagine hanno in comune la stessa caratteristica di fondo: la loro origine nelle esperienze più originarie e profonde dell’uomo, innanzitutto quella della morte, cioè del venir meno della presenza del sé vivente. L’approccio proposto, all’incrocio tra la filosofia e le scienze sociali (e tra queste soprattutto l’antropologia), cerca di esibire l’inesauribilità del potenziale immaginativo del mito, nonché la necessità della sua riscrittura.
Comment peut-on penser le mythe non en tant qu’expression d’une phase dépassée de l’histoire, mais en tant que manifestation d’une rationalité autre, qui ne se réduit pas à la pensée conceptuelle ? Cette contribution trace un parcours qui face le problème de la production narrative et mythique, liée à la question du symbolique et de l’imagination : la voie ouverte par la Critique du jugement kantienne aboutit dans la philosophie des symboles de Paul Ricoeur, soulignant le rôle de l’image dans la production du mythe. En ce sens, mythe et image manifestent la même caractéristique fondamentale : leur dérivation des expériences les plus originaires et profondes de l’humain, avant tout celle de la mort, c’est à dire de la disparition de la présence donnée du soi vivant. L’approche proposée, à l’entrecroisement de la philosophie avec les sciences sociales et notamment l’anthropologie, vise à montrer l’inépuisabilité du potentiel imaginatif du mythe, ainsi que la « nécessité » de sa réécriture.
Settore M-FIL/01 - Filosofia Teoretica
Settore M-FIL/04 - Estetica
2015
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