Il contributo prende le mosse da una recente pronuncia della Cassazione che, per risolvere una questione di successione di norme penali nel tempo, ha fissato il tempus commissi delicti di un omicidio colposo in corrispondenza della verificazione dell'evento letale, ed ha perciò applicato una pena più severa di quella vigente al momento - assai più risalente - in cui l'imputato aveva posto in essere la condotta causalmente rilevante. L'Autore critica la soluzione abbracciata dalla Suprema Corte alla luce del principio costituzionale di irretroattività in malam partem, nonché dell'omologo principio sancito dall'art. 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. A quest'ultimo proposito, viene prospettata la possibilità di presentare un ricorso alla Corte di Strasburgo, finalizzato ad ottenere l'accertamento della violazione e la successiva rideterminazione della pena in executivis.
Irretroattività sfavorevole e reati d'evento lungo-latente : riflessioni a margine di una discutibile pronuncia della Cassazione (Cass. pen., 17 aprile 2015, n. 22379, Pres. Zecca, Rel. Piccialli, ric. Sandrucci e al.) e considerazioni sui rimedi esperibili a Strasburgo / S. Zirulia. - In: DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO. - ISSN 2240-7618. - 2015:4(2015 Dec), pp. 441-451.
Irretroattività sfavorevole e reati d'evento lungo-latente : riflessioni a margine di una discutibile pronuncia della Cassazione (Cass. pen., 17 aprile 2015, n. 22379, Pres. Zecca, Rel. Piccialli, ric. Sandrucci e al.) e considerazioni sui rimedi esperibili a Strasburgo
S. Zirulia
2015
Abstract
Il contributo prende le mosse da una recente pronuncia della Cassazione che, per risolvere una questione di successione di norme penali nel tempo, ha fissato il tempus commissi delicti di un omicidio colposo in corrispondenza della verificazione dell'evento letale, ed ha perciò applicato una pena più severa di quella vigente al momento - assai più risalente - in cui l'imputato aveva posto in essere la condotta causalmente rilevante. L'Autore critica la soluzione abbracciata dalla Suprema Corte alla luce del principio costituzionale di irretroattività in malam partem, nonché dell'omologo principio sancito dall'art. 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. A quest'ultimo proposito, viene prospettata la possibilità di presentare un ricorso alla Corte di Strasburgo, finalizzato ad ottenere l'accertamento della violazione e la successiva rideterminazione della pena in executivis.File | Dimensione | Formato | |
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