In questo studio ho ricostruito l’attività economica e dell’ascesa sociale degli Annoni, dei Carenna e dei Perego, a partire dal primo Seicento. La ditta Annoni era attiva nel trasporto delle merci fra l’Italia del nord e il Brabante, nella compravendita di merci all’ingrosso e nei servizi di intermediazione finanziaria già da più di cinquant’anni, ma solo all’inizio del XVII secolo entrò a far parte della società quel ramo della famiglia che fece costruire il palazzo di Porta Romana e che possedette le preziose quadrerie ad Anversa e a Milano. Non solo; a quegli stessi anni data anche l’inizio della collaborazione con i Carenna, che proseguì sino agli ultimi decenni del Seicento. Ho suddiviso il risultato della ricerca in quattro capitoli. Il primo è dedicato alle vicende della ditta nei primi trent’anni del XVII secolo, quando fu amministrata tra Milano e Anversa da soli esponenti della famiglia Annoni. Costoro accumularono ricchezze che consentirono a un ramo di nobilitarsi sin dagli anni ’20 del Seicento, all’altro di porre le basi per ostentare lo status economico raggiunto con la costruzione del palazzo in Porta Romana affidata al Richini. Nel secondo capitolo dò conto dell’andamento dell’impresa negli anni centrali del Seicento quando sia la sede lombarda sia quella brabantina furono gestite da esponenti della famiglia Annoni in collaborazione con i fratelli Carenna. Sullo sfondo dei non sempre facili rapporti fra gli amministratori dell’impresa emergono le occasioni di lauti affari che si prospettarono negli anni di guerra, preliminari alla nobilitazione per entrambi i casati. Non meno importante fu il lavoro svolto da Stefano Annoni e Giacomo Antonio Carenna in quella fucina d’arte che fu Anversa nel XVII secolo e che portò entrambi a possedere capolavori di importanti pittori. Nel terzo capitolo ricostruisco le vicende dell’azienda nel passaggio tra Sei e Settecento, quando la ditta, che aveva garantito agli Annoni l’acquisizione di un cospicuo patrimonio, l’affermazione a livello internazionale e l’ascesa sociale fino alla nobilitazione, fu ceduta a uomini capaci ed esperti, quali erano i Perego. Nella denominazione della ditta costoro abbinarono il loro cognome a quello degli Annoni, a sottolineare la lunghissima tradizione e quindi la grande affidabilità dell’impresa. Ho messo a confronto infine gli stili di vita delle due famiglie nella Milano che vide il passaggio dal governo spagnolo a quello austriaco. I nobili Annoni godevano di un tenore di vita consono allo status sociale raggiunto: agi e raffinatezza del loro bel palazzo in Porta Romana, e una galleria che dava lustro alla famiglia. Gli uomini d’affari Perego investivano il loro denaro pensando al futuro, ampliando il patrimonio immobiliare e fornendo una buona istruzione ai figli. Il quarto capitolo è dedicato all’impresa negli anni centrali del Settecento, quando fu gestita da due esponenti della famiglia Perego, il canonico Giovanni Battista e il nipote Gaetano. Ho individuato le diverse opportunità che si presentarono in quegli anni a questi due imprenditori che, alla tradizionale attività di trasporto, alla compravendita di merci e all’intermediazione finanziaria unirono la partecipazione agli appalti pubblici banditi sia a Milano sia all’estero, facendo della «Annoni e Perego» una delle principali imprese della Milano settecentesca. Ho messo poi in evidenza l’interesse dimostrato dalla famiglia per l’istruzione di alto livello, fatta impartire a diversi esponenti del casato, che portò Remberto Perego a dirigere la Facoltà di Teologia dell’Università di Pavia. Ho ricostruito infine gli investimenti operati in relazione allo status economico e sociale raggiunto dal casato, nell’edificazione della bella villa di Cremnago, e nell’acquisto e nella ristrutturazione del palazzo in via Borgonuovo. In appendice ho pubblicato l'edizione dell'inventario della quadreria di Palazzo Annoni, datato 1731. Si trattava di una delle più belle quadrerie di Milano, che Latuada nel 1737 definiva «ben disposta […] con opere d’eccellenti Maestri antichi e moderni» («pitture originali di Rubens, Cesare da Sesto, Vandich, e d’altri insigni Autori, che fanno l’onore di chi le possiede», secondo quanto scriveva il Bianconi alla fine Settecento).
Investire con profitto e stile : strategie imprenditoriali e familiari a Milano tra Sei e Settecento / G. Tonelli. - Milano : Franco Angeli, 2015. - ISBN 9788891711113. (STORIA/STUDI E RICERCHE)
Investire con profitto e stile : strategie imprenditoriali e familiari a Milano tra Sei e Settecento
G. TonelliPrimo
2015
Abstract
In questo studio ho ricostruito l’attività economica e dell’ascesa sociale degli Annoni, dei Carenna e dei Perego, a partire dal primo Seicento. La ditta Annoni era attiva nel trasporto delle merci fra l’Italia del nord e il Brabante, nella compravendita di merci all’ingrosso e nei servizi di intermediazione finanziaria già da più di cinquant’anni, ma solo all’inizio del XVII secolo entrò a far parte della società quel ramo della famiglia che fece costruire il palazzo di Porta Romana e che possedette le preziose quadrerie ad Anversa e a Milano. Non solo; a quegli stessi anni data anche l’inizio della collaborazione con i Carenna, che proseguì sino agli ultimi decenni del Seicento. Ho suddiviso il risultato della ricerca in quattro capitoli. Il primo è dedicato alle vicende della ditta nei primi trent’anni del XVII secolo, quando fu amministrata tra Milano e Anversa da soli esponenti della famiglia Annoni. Costoro accumularono ricchezze che consentirono a un ramo di nobilitarsi sin dagli anni ’20 del Seicento, all’altro di porre le basi per ostentare lo status economico raggiunto con la costruzione del palazzo in Porta Romana affidata al Richini. Nel secondo capitolo dò conto dell’andamento dell’impresa negli anni centrali del Seicento quando sia la sede lombarda sia quella brabantina furono gestite da esponenti della famiglia Annoni in collaborazione con i fratelli Carenna. Sullo sfondo dei non sempre facili rapporti fra gli amministratori dell’impresa emergono le occasioni di lauti affari che si prospettarono negli anni di guerra, preliminari alla nobilitazione per entrambi i casati. Non meno importante fu il lavoro svolto da Stefano Annoni e Giacomo Antonio Carenna in quella fucina d’arte che fu Anversa nel XVII secolo e che portò entrambi a possedere capolavori di importanti pittori. Nel terzo capitolo ricostruisco le vicende dell’azienda nel passaggio tra Sei e Settecento, quando la ditta, che aveva garantito agli Annoni l’acquisizione di un cospicuo patrimonio, l’affermazione a livello internazionale e l’ascesa sociale fino alla nobilitazione, fu ceduta a uomini capaci ed esperti, quali erano i Perego. Nella denominazione della ditta costoro abbinarono il loro cognome a quello degli Annoni, a sottolineare la lunghissima tradizione e quindi la grande affidabilità dell’impresa. Ho messo a confronto infine gli stili di vita delle due famiglie nella Milano che vide il passaggio dal governo spagnolo a quello austriaco. I nobili Annoni godevano di un tenore di vita consono allo status sociale raggiunto: agi e raffinatezza del loro bel palazzo in Porta Romana, e una galleria che dava lustro alla famiglia. Gli uomini d’affari Perego investivano il loro denaro pensando al futuro, ampliando il patrimonio immobiliare e fornendo una buona istruzione ai figli. Il quarto capitolo è dedicato all’impresa negli anni centrali del Settecento, quando fu gestita da due esponenti della famiglia Perego, il canonico Giovanni Battista e il nipote Gaetano. Ho individuato le diverse opportunità che si presentarono in quegli anni a questi due imprenditori che, alla tradizionale attività di trasporto, alla compravendita di merci e all’intermediazione finanziaria unirono la partecipazione agli appalti pubblici banditi sia a Milano sia all’estero, facendo della «Annoni e Perego» una delle principali imprese della Milano settecentesca. Ho messo poi in evidenza l’interesse dimostrato dalla famiglia per l’istruzione di alto livello, fatta impartire a diversi esponenti del casato, che portò Remberto Perego a dirigere la Facoltà di Teologia dell’Università di Pavia. Ho ricostruito infine gli investimenti operati in relazione allo status economico e sociale raggiunto dal casato, nell’edificazione della bella villa di Cremnago, e nell’acquisto e nella ristrutturazione del palazzo in via Borgonuovo. In appendice ho pubblicato l'edizione dell'inventario della quadreria di Palazzo Annoni, datato 1731. Si trattava di una delle più belle quadrerie di Milano, che Latuada nel 1737 definiva «ben disposta […] con opere d’eccellenti Maestri antichi e moderni» («pitture originali di Rubens, Cesare da Sesto, Vandich, e d’altri insigni Autori, che fanno l’onore di chi le possiede», secondo quanto scriveva il Bianconi alla fine Settecento).Pubblicazioni consigliate
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