Il contributo fa perno sulla variegata documentazione dell’archivio privato di Piero Bassetti, mettendo a fuoco il tema dell’imprenditorialità nel suo intreccio con quelli dell’innovazione e delle forme del potere che stanno più in generale al centro dell’azione politica e di organizzatore intellettuale dello stesso Piero Bassetti. Punto di partenza cronologico sono gli anni della formazione di Bassetti presso l’Università Bocconi [1946-1951], e quelli successivi della sua esperienza accademica, come assistente alla cattedra di Economia Politica tenuta allora da Giovanni Demaria. L’archivio, mentre offre diversi materiali per descrivere come si organizza una Bildung milanese nell’immediato secondo dopoguerra, consente di ritrovare rappresentazioni, pratiche e appropriazioni singolari di alcune idee del pensiero economico, con particolare riferimento alla ricezione italiana di Schumpeter e Keynes e alla riflessione su imprenditorialità e sviluppo, innovazione e programmazione. Le pubblicazioni scientifiche firmate da Bassetti in quel periodo, uscite soprattutto sulla “Rivista italiana di scienze economiche”, e la preparazione del breve saggio Le redini del potere (scritto a quattro mani con Giacomo Corna Pellegrini, edito da Ceschina nel 1959), insieme alle molte altre occasioni di intervento pubblico da parte di Bassetti stesso su questi argomenti, consentono di sfumare cesure troppo nette da un lato tra “alta cultura” e “cultura diffusa”, e dall’altro tra “consumo” e “produzione” di cultura economica nella generazione dell’«Italia nuova». Si illustra come l’archivio documenti l’operare di un circuito importante: per tutti gli anni ’50-’70 registra infatti le tracce di una peculiare sedimentazione di idee, pratiche, occasioni di incontro tra attori nazionali che nell’ambito delle scienze sociali si occupano in un modo o nell’altro di imprenditorialità (si pensi ad Angelo Pagani, alle iniziative dell’ILSES, ai dibattiti organizzati dalla Fondazione Agnelli che discutono la sintesi di Gianni Giannotti alla fine di quel decennio). Si tratta di un traffico di concettualizzazioni che è impegnato a dotarsi di un quadro teorico per orientare e alimentare a sua volta nuove ricerche empiriche nello studio degli imprenditori in Italia (solo a titolo di esempio, quelle di Paolo Farneti e di Alberto Martinelli). Chi vi partecipa è più pronto a registrare le trasformazioni della struttura economica del capitalismo italiano in quegli anni, a riconoscere le sue permanenze di lungo periodo e in qualche modo ad anticiparne la direzione post-fordista. Un riferimento più puntuale viene portato alla prima conferenza nazionale sull’imprenditoria organizzata a Milano nel maggio 1979 dall’Ufficio programma economico della DC (diretto da Mario Ferrari Aggradi e da Piero Bassetti): un buon sismografo delle trasformazioni, forse ancora sotto traccia, nella struttura dell’economia in particolare del nord (dove deverticalizzazione della grande impresa e rafforzamento dell’impresa media e piccola, contrazione dell’occupazione nell’industria erano accompagnate da una più intensa dinamica dei distretti industriali nella terza Italia, dal chiudersi di una stagione di intervento nel mezzogiorno e dal contemporaneo manifestarsi di crescita della spesa pubblica e rialzo dell’inflazione a livello del paese). Si tratta anche di un punto di saldatura che contribuisce a inaugurare un nuovo discorso pubblico, il quale corrisponde a sua volta a un mutamento altrettanto profondo negli orizzonti di attenzione e di discussione collettiva: riscoperta-riabilitazione dell’economia di mercato, estensione del concetto di imprenditorialità ben al di là dell’impresa (si parla infatti di imprenditoria “personale”, concedendo con questo molto alla cultura cattolica, ma agganciando l’imprenditorialità ad ambiti quali l’amministrazione pubblica (Piero Bassetti nel 1982 assume la presidenza della Camera di Commercio di Milano). L’archivio Bassetti permette in sintesi di contribuire a spiegare nella durata, e nelle sue radici bene affondate nella prima repubblica, quello che appare come un riposizionamento subitaneo degli orientamenti politici dell’opinione pubblica italiana nell’ultimo decennio del novecento. E permette anche di corroborare la lettura della cosiddetta “questione settentrionale” che identifica una correlazione tra frammentazione imprenditoriale e nuovi orientamenti antipolitici della società, consentendo di contribuire a scrivere un pezzo della storia culturale di questa stessa questione e dell’accezione nuova che essa prende soprattutto nell’evoluzione mediatica a partire dagli anni novanta,.

Genealogia di una riflessione su imprenditorialità, innovazione e potere / R. Garruccio - In: Milano tra ricostruzione globalizzazione : dalle carte dell'archivio di Piero Bassetti / [a cura di] A.Canavero, D. Cadeddu, R. Garruccio, D.Saresella. - Prima edizione. - Soveria Mannelli : Rubbettino, 2011. - ISBN 9788849829877. - pp. 21-41 (( convegno Milano tra ricostruzione e globalizzaqzione : dalle carte dell'archivio di Piero Bassetti tenutosi a Milano nel 2008.

Genealogia di una riflessione su imprenditorialità, innovazione e potere

R. Garruccio
Primo
2011

Abstract

Il contributo fa perno sulla variegata documentazione dell’archivio privato di Piero Bassetti, mettendo a fuoco il tema dell’imprenditorialità nel suo intreccio con quelli dell’innovazione e delle forme del potere che stanno più in generale al centro dell’azione politica e di organizzatore intellettuale dello stesso Piero Bassetti. Punto di partenza cronologico sono gli anni della formazione di Bassetti presso l’Università Bocconi [1946-1951], e quelli successivi della sua esperienza accademica, come assistente alla cattedra di Economia Politica tenuta allora da Giovanni Demaria. L’archivio, mentre offre diversi materiali per descrivere come si organizza una Bildung milanese nell’immediato secondo dopoguerra, consente di ritrovare rappresentazioni, pratiche e appropriazioni singolari di alcune idee del pensiero economico, con particolare riferimento alla ricezione italiana di Schumpeter e Keynes e alla riflessione su imprenditorialità e sviluppo, innovazione e programmazione. Le pubblicazioni scientifiche firmate da Bassetti in quel periodo, uscite soprattutto sulla “Rivista italiana di scienze economiche”, e la preparazione del breve saggio Le redini del potere (scritto a quattro mani con Giacomo Corna Pellegrini, edito da Ceschina nel 1959), insieme alle molte altre occasioni di intervento pubblico da parte di Bassetti stesso su questi argomenti, consentono di sfumare cesure troppo nette da un lato tra “alta cultura” e “cultura diffusa”, e dall’altro tra “consumo” e “produzione” di cultura economica nella generazione dell’«Italia nuova». Si illustra come l’archivio documenti l’operare di un circuito importante: per tutti gli anni ’50-’70 registra infatti le tracce di una peculiare sedimentazione di idee, pratiche, occasioni di incontro tra attori nazionali che nell’ambito delle scienze sociali si occupano in un modo o nell’altro di imprenditorialità (si pensi ad Angelo Pagani, alle iniziative dell’ILSES, ai dibattiti organizzati dalla Fondazione Agnelli che discutono la sintesi di Gianni Giannotti alla fine di quel decennio). Si tratta di un traffico di concettualizzazioni che è impegnato a dotarsi di un quadro teorico per orientare e alimentare a sua volta nuove ricerche empiriche nello studio degli imprenditori in Italia (solo a titolo di esempio, quelle di Paolo Farneti e di Alberto Martinelli). Chi vi partecipa è più pronto a registrare le trasformazioni della struttura economica del capitalismo italiano in quegli anni, a riconoscere le sue permanenze di lungo periodo e in qualche modo ad anticiparne la direzione post-fordista. Un riferimento più puntuale viene portato alla prima conferenza nazionale sull’imprenditoria organizzata a Milano nel maggio 1979 dall’Ufficio programma economico della DC (diretto da Mario Ferrari Aggradi e da Piero Bassetti): un buon sismografo delle trasformazioni, forse ancora sotto traccia, nella struttura dell’economia in particolare del nord (dove deverticalizzazione della grande impresa e rafforzamento dell’impresa media e piccola, contrazione dell’occupazione nell’industria erano accompagnate da una più intensa dinamica dei distretti industriali nella terza Italia, dal chiudersi di una stagione di intervento nel mezzogiorno e dal contemporaneo manifestarsi di crescita della spesa pubblica e rialzo dell’inflazione a livello del paese). Si tratta anche di un punto di saldatura che contribuisce a inaugurare un nuovo discorso pubblico, il quale corrisponde a sua volta a un mutamento altrettanto profondo negli orizzonti di attenzione e di discussione collettiva: riscoperta-riabilitazione dell’economia di mercato, estensione del concetto di imprenditorialità ben al di là dell’impresa (si parla infatti di imprenditoria “personale”, concedendo con questo molto alla cultura cattolica, ma agganciando l’imprenditorialità ad ambiti quali l’amministrazione pubblica (Piero Bassetti nel 1982 assume la presidenza della Camera di Commercio di Milano). L’archivio Bassetti permette in sintesi di contribuire a spiegare nella durata, e nelle sue radici bene affondate nella prima repubblica, quello che appare come un riposizionamento subitaneo degli orientamenti politici dell’opinione pubblica italiana nell’ultimo decennio del novecento. E permette anche di corroborare la lettura della cosiddetta “questione settentrionale” che identifica una correlazione tra frammentazione imprenditoriale e nuovi orientamenti antipolitici della società, consentendo di contribuire a scrivere un pezzo della storia culturale di questa stessa questione e dell’accezione nuova che essa prende soprattutto nell’evoluzione mediatica a partire dagli anni novanta,.
Settore SECS-P/12 - Storia Economica
Settore M-STO/04 - Storia Contemporanea
2011
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R.GARRUCCIO_Riflessione su imprenditorialità- in_ Milano tra ricostruzione e globalizzazione_con copertina_leggero_fino_pagina_42.pdf

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