Il paper muove da una breve analisi commentaristica di tre passi kantiani che vedono contrapporsi, soprattutto dal punto di vista valoriale istituito da Kant, i concetti di educazione (intesa come istruzione e coltura dei propri talenti) e formazione (dell’individuo morale). Al sussistere di una tale dicotomia si oppone però la formulazione, da parte dello stesso Kant, del dovere di coltivare i propri talenti (dovere di virtù già tematizzato nella Fondazione della metafisica dei costumi). Come motiva Kant l’inserimento della coltura dei propri talenti tra i doveri morali? Trovare una risposta a tale questione significa cucire, nel modo più saldo, la cesura tra educazione e formazione delineata: non soltanto i propri talenti vanno, secondo Kant, coltivati nonostante sia possibile disgiungerli nettamente dallo scopo finale della creazione in merito all’uomo, bensì rientrano a tutti gli effetti nel novero dei doveri di virtù. Il paper si conclude con due ordini di riflessioni atte a soddisfare tale richiesta, facendo riferimento ad un passo della Metafisica dei costumi esplicativo in questo senso ma soprattutto sviluppando un’interpretazione del rapporto tra educazione e moralità secondo Kant che coinvolge i suoi concetti di sommo bene e di felicità.
Educazione versus formazione : un problema già kantiano / E. Oggionni. - In: FORUM. - ISSN 2498-9746. - 1:(2015), pp. 91-100. (Intervento presentato al convegno La filosofia come Paideia : 23 - 24 febbraio tenutosi a Roma nel 2015) [10.17421/2498-9746-01-07].
Educazione versus formazione : un problema già kantiano
E. OggionniPrimo
2015
Abstract
Il paper muove da una breve analisi commentaristica di tre passi kantiani che vedono contrapporsi, soprattutto dal punto di vista valoriale istituito da Kant, i concetti di educazione (intesa come istruzione e coltura dei propri talenti) e formazione (dell’individuo morale). Al sussistere di una tale dicotomia si oppone però la formulazione, da parte dello stesso Kant, del dovere di coltivare i propri talenti (dovere di virtù già tematizzato nella Fondazione della metafisica dei costumi). Come motiva Kant l’inserimento della coltura dei propri talenti tra i doveri morali? Trovare una risposta a tale questione significa cucire, nel modo più saldo, la cesura tra educazione e formazione delineata: non soltanto i propri talenti vanno, secondo Kant, coltivati nonostante sia possibile disgiungerli nettamente dallo scopo finale della creazione in merito all’uomo, bensì rientrano a tutti gli effetti nel novero dei doveri di virtù. Il paper si conclude con due ordini di riflessioni atte a soddisfare tale richiesta, facendo riferimento ad un passo della Metafisica dei costumi esplicativo in questo senso ma soprattutto sviluppando un’interpretazione del rapporto tra educazione e moralità secondo Kant che coinvolge i suoi concetti di sommo bene e di felicità.File | Dimensione | Formato | |
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