Il presente contributo si propone di illustrare le innovazioni previste dal protocollo n. 16 alla Convenzione dei diritti dell’uomo, che introduce per gli Stati membri la possibilità di chiedere alla Corte europea di rendere un parere sull’interpretazione o sull’applicazione della Convenzione nel contesto di un giudizio pendente a livello nazionale, senza che tale parere abbia effetto vincolante. Questo nuovo strumento è chiamato a contribuire a decongestionare il sistema Cedu, nella prospettiva di una maggiore integrazione tra giudice internazionale e giudici nazionali: esso dovrebbe ridurre nel medio periodo le frizioni eventualmente esistenti tra la tutela giudiziaria interna e la protezione internazionale dei diritti fondamentali, senza precludere la via del ricorso individuale che deve restare sempre aperta dopo la procedura nazionale.La vera scommessa del protocollo n. 16 CEDU sembra quella di consentire alla Corte di Strasburgo non tanto di innovare i suoi precedenti orientamenti, quanto di affermarli in anticipo rispetto alla presentazione di ricorsi che hanno un contenuto analogo. Infatti l’incentivo a sollecitare un chiarimento interpretativo della Corte di Strasburgo sarebbe maggiore laddove consentisse ai giudici interni di prevenire, o decidere più celermente, controversie che presentano un identico problema, risolvendolo in modo conforme ai chiarimenti della Corte europea.
Il protocollo n. 16 alla Cedu : la tutela dei diritti nella prospettiva del nuovo rinvio interpretativo alla Corte di Strasburgo / E. Crivelli (COLLANA DEL DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE DELL'UNIVERSITÀ DI VERONA. SEZIONE RACCOLTE E ATTI DI CONVEGNO). - In: Studi in onore di Maurizio Pedrazza Gorlero. 1: I diritti fondamentali fra concetti e tuteleNapoli : Edizioni scientifiche italiane, 2014 Dec. - ISBN 9788849529555. - pp. 145-160
Il protocollo n. 16 alla Cedu : la tutela dei diritti nella prospettiva del nuovo rinvio interpretativo alla Corte di Strasburgo
E. CrivelliPrimo
2014
Abstract
Il presente contributo si propone di illustrare le innovazioni previste dal protocollo n. 16 alla Convenzione dei diritti dell’uomo, che introduce per gli Stati membri la possibilità di chiedere alla Corte europea di rendere un parere sull’interpretazione o sull’applicazione della Convenzione nel contesto di un giudizio pendente a livello nazionale, senza che tale parere abbia effetto vincolante. Questo nuovo strumento è chiamato a contribuire a decongestionare il sistema Cedu, nella prospettiva di una maggiore integrazione tra giudice internazionale e giudici nazionali: esso dovrebbe ridurre nel medio periodo le frizioni eventualmente esistenti tra la tutela giudiziaria interna e la protezione internazionale dei diritti fondamentali, senza precludere la via del ricorso individuale che deve restare sempre aperta dopo la procedura nazionale.La vera scommessa del protocollo n. 16 CEDU sembra quella di consentire alla Corte di Strasburgo non tanto di innovare i suoi precedenti orientamenti, quanto di affermarli in anticipo rispetto alla presentazione di ricorsi che hanno un contenuto analogo. Infatti l’incentivo a sollecitare un chiarimento interpretativo della Corte di Strasburgo sarebbe maggiore laddove consentisse ai giudici interni di prevenire, o decidere più celermente, controversie che presentano un identico problema, risolvendolo in modo conforme ai chiarimenti della Corte europea.File | Dimensione | Formato | |
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