BACKGROUND Sono stati studiati due campioni di donne costituiti da un totale di 180 gravide afferenti alla Clinica di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale Vittore Buzzi di Milano, reclutate durante il periodo gestazionale. Il primo campione è costituito da 110 donne che formano il gruppo di controllo (donne con BMI normale, senza fattori di rischio e con gravidanze fisiologiche). Il secondo campione è costituito da 70 donne a rischio di complicanze metaboliche o con patologia metabolica già diagnosticata. OBIETTIVO La ricerca effettuata mette a confronto gli stili di vita nutrizionali di due campioni di donne: le donne ritenute fisiologiche e quindi senza predisposizioni a patologie, sindromi o disordini metabolici, e le donne ritenute patologiche, alle quali è stata diagnosticata una ipertensione, una preeclampsia, un diabete gestazionale, o perché hanno familiarità per questi disturbi. Lo scopo della ricerca è proprio quello di identificare nell’alimentazione e nella cultura nutrizionale, l’insorgenza delle patologie prese in esame. MATERIALI E METODI Studio longitudinale su un campione di 180 donne, divise in due gruppi, i cui dati sono stati raccolti in maniera anonima, ma in cui sono state indagate le variabili anagrafiche. Alle partecipanti veniva richiesto di rispondere a domande di due questionari: il primo riguardo le loro abitudini alimentari ed il secondo riguardo disturbi e disordini intestinali in gravidanza ed i cambiamenti che erano avvenuti con lo stato gestazionale rispetto a quello pregestazionale. I dati rilevati dai questionari sono stati trattati separatamente per i due gruppi, mantenendo l’anonimato, e i risultati sono stati comparati ed analizzati tramite l’utilizzo del programma Excel. RISULTATI Analizzando i risultati appare che le donne affette da patologie si alimentano in maniera meno equilibrata delle donne fisiologiche; il 12% mangia verdura meno di una volta al giorno (percentuale doppia rispetto alle fisiologiche), più facilmente saltano la colazione o fanno una colazione scarsa per permettersi poi una cena abbondante, una buona parte si concede dei dolci dopo cena e dato più significativo ed importante è che il 27% sul totale di donne affette da patologie, arriva a termine di gravidanza con un BMI > 30.0 (obesità), mentre il 28.5% presenta un BMI compre so tra 25.5 e 29.9 (sovrappeso). CONCLUSIONI L’alimentazione può interferire in maniera dannosa sul nostro genoma e sul nostro microbioma intestinale, andando ad alterare i trilioni di batteri buoni che vivono con noi, che producono vitamine, che completano la digestione e che ci proteggono da batteri e virus che al contrario sono dannosi per la nostra salute. Ad aggravare tutto questo si ha un aumento di peso e una inattività sempre maggiore che portano a un rischio aumentato del 45% di sviluppare diabete gestazionale in future gravidanze Esiste una stretta correlazione tra l’insorgenza di sindromi metaboliche, come il diabete, e alimentazione e microbioma intestinale, ma la gravidanza offre una opportunità: la gravidanza è una occasione di salute, poiché avendo un profondo impatto sulla digestione e sulla funzione intestinale, offre una possibilità alla donna di identificare comportamenti alimentari scorretti o non appropriati e disturbi gastrointestinali latenti, che nelle 40 settimane di gestazione si rendono evidenti.

Profilo nutrizionale e sintomatologia gastrointestinale in gravidanza in donne a rischio di complicanze metaboliche / G. Epifani, P.A. Mauri, E.M. Ferrazzi. - [s.l] : Università degli Studi di Milano, 2015 Nov 17.

Profilo nutrizionale e sintomatologia gastrointestinale in gravidanza in donne a rischio di complicanze metaboliche

P.A. Mauri;E.M. Ferrazzi
2015

Abstract

BACKGROUND Sono stati studiati due campioni di donne costituiti da un totale di 180 gravide afferenti alla Clinica di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale Vittore Buzzi di Milano, reclutate durante il periodo gestazionale. Il primo campione è costituito da 110 donne che formano il gruppo di controllo (donne con BMI normale, senza fattori di rischio e con gravidanze fisiologiche). Il secondo campione è costituito da 70 donne a rischio di complicanze metaboliche o con patologia metabolica già diagnosticata. OBIETTIVO La ricerca effettuata mette a confronto gli stili di vita nutrizionali di due campioni di donne: le donne ritenute fisiologiche e quindi senza predisposizioni a patologie, sindromi o disordini metabolici, e le donne ritenute patologiche, alle quali è stata diagnosticata una ipertensione, una preeclampsia, un diabete gestazionale, o perché hanno familiarità per questi disturbi. Lo scopo della ricerca è proprio quello di identificare nell’alimentazione e nella cultura nutrizionale, l’insorgenza delle patologie prese in esame. MATERIALI E METODI Studio longitudinale su un campione di 180 donne, divise in due gruppi, i cui dati sono stati raccolti in maniera anonima, ma in cui sono state indagate le variabili anagrafiche. Alle partecipanti veniva richiesto di rispondere a domande di due questionari: il primo riguardo le loro abitudini alimentari ed il secondo riguardo disturbi e disordini intestinali in gravidanza ed i cambiamenti che erano avvenuti con lo stato gestazionale rispetto a quello pregestazionale. I dati rilevati dai questionari sono stati trattati separatamente per i due gruppi, mantenendo l’anonimato, e i risultati sono stati comparati ed analizzati tramite l’utilizzo del programma Excel. RISULTATI Analizzando i risultati appare che le donne affette da patologie si alimentano in maniera meno equilibrata delle donne fisiologiche; il 12% mangia verdura meno di una volta al giorno (percentuale doppia rispetto alle fisiologiche), più facilmente saltano la colazione o fanno una colazione scarsa per permettersi poi una cena abbondante, una buona parte si concede dei dolci dopo cena e dato più significativo ed importante è che il 27% sul totale di donne affette da patologie, arriva a termine di gravidanza con un BMI > 30.0 (obesità), mentre il 28.5% presenta un BMI compre so tra 25.5 e 29.9 (sovrappeso). CONCLUSIONI L’alimentazione può interferire in maniera dannosa sul nostro genoma e sul nostro microbioma intestinale, andando ad alterare i trilioni di batteri buoni che vivono con noi, che producono vitamine, che completano la digestione e che ci proteggono da batteri e virus che al contrario sono dannosi per la nostra salute. Ad aggravare tutto questo si ha un aumento di peso e una inattività sempre maggiore che portano a un rischio aumentato del 45% di sviluppare diabete gestazionale in future gravidanze Esiste una stretta correlazione tra l’insorgenza di sindromi metaboliche, come il diabete, e alimentazione e microbioma intestinale, ma la gravidanza offre una opportunità: la gravidanza è una occasione di salute, poiché avendo un profondo impatto sulla digestione e sulla funzione intestinale, offre una possibilità alla donna di identificare comportamenti alimentari scorretti o non appropriati e disturbi gastrointestinali latenti, che nelle 40 settimane di gestazione si rendono evidenti.
17-nov-2015
Midwifery
Settore MED/40 - Ginecologia e Ostetricia
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Profilo nutrizionale e sintomatologia gastrointestinale in gravidanza in donne a rischio di complicanze metaboliche / G. Epifani, P.A. Mauri, E.M. Ferrazzi. - [s.l] : Università degli Studi di Milano, 2015 Nov 17.
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