Il ciclo pittorico di San Tommaso ad Acquanegra deve essere compreso nel contesto ideologico e simbolico medievale, in cui storia dell’umanità, teologia ed esegesi della Bibbia sono fra loro inscindibilmente collegate. La Bibbia racchiude l’intero percorso della storia, dalla creazione alla fine del mondo, e ne svela il senso recondito, che la tecnica esegetica cristiana fa scaturire dalla lettera: punto chiave dell’interpretazione è il legame tipologico fra Antico e Nuovo Testamento, per cui fatti e personaggi del primo sono prefigurazione del secondo. Anche la storiografia cristiana recupera la storia veterotestamentaria, in parallelo con quella profana, e la inserisce in un unico percorso di progressiva rivelazione della verità, che ha il suo culmine in Cristo e si compirà con la sua seconda venuta. L’importanza della chiave di lettura storica nel progetto iconografico della navata di Acquanegra sembra assicurata dal fatto che l’ordine dei personaggi riconoscibili risulta rispettare non tanto la successione biblica convenzionale, quanto la loro posizione all’interno della cronologia assoluta – quella veicolata dalle cronache universali (il Chronicon di Eusebio tradotto in latino da Gerolamo, le cronache di Isidoro di Siviglia e Beda, ecc.). Le figure della storia ebraica rappresentano una sorta di marcia corale verso la nuova alleanza, raffigurata in parte e forse progettata per lo spazio più interno dell’edificio, e verso la fine dei tempi e il Giudizio, che occupa la controfacciata: si riprende così l’impostazione unitaria delle cronache universali. Anche l’esame dei cartigli ancora leggibili che i personaggi reggono conferma il valore figurale di ognuno di loro nelle due direzioni: l’Incarnazione di Cristo e la prospettiva escatologica. La presenza di citazioni bibliche esplicite suggerisce l’intenzione di evocare precisi significati, fissati dalla tradizione esegetica, e autorizza dunque a cercare in essa spunti per comprenderne la scelta: e l’esame di questa tradizione permette di ricostruire qualche linea di un discorso complessivo, che ha tra i suoi riferimenti principali le interpretazioni di Gerolamo (per i profeti maggiori e minori, che sono la parte meglio conservata), ma anche di Gregorio Magno, degli esegeti carolingi, nonché di interpreti contemporanei. Dio costruisce un’alleanza con il popolo ebraico, lo sorregge attraverso le tribolazioni interne e soprattutto le aggressioni dei popoli pagani, fino a che l’alleanza si compie nel suo pieno valore e si rinnova con l’avvento di Cristo; e grazie ai sacramenti che egli ha lasciato la chiesa si conserva santa in attesa del secondo avvento, la Parusia. Nello stesso tempo – come suggerisce l’importanza assegnata a Balaam – il Dio di Israele prepara anche l’alleanza con le genti pagane che riconosceranno Cristo e formeranno con Israele l’altra parte dell’unica chiesa. Una linea complementare possibile, e di fatto intrecciata con questo percorso di teologia della storia, è suggerita dalla presenza di cartigli e personaggi che evocano una resistenza attiva e militante contro dei nemici: nemici che l’esegesi patristica poteva identificare con gli eretici e la letteratura dell’età gregoriana con gli avversari della Riforma papale, definiti spesso “eretici simoniaci”.
Il ciclo veterotestamentario tra storiografia universale e esegesi biblica / P. Chiesa, R. Guglielmetti (RICERCHE DI ARCHITETTURA STORICA). - In: San Tommaso ad Acquanegra sul Chiese : storia, architettura e contesto figurativo di una chiesa abbaziale romanica / [a cura di] F. Scirea. - Prima edizione. - Mantova : SAP, 2015. - ISBN 9788899547004. - pp. 133-155
Il ciclo veterotestamentario tra storiografia universale e esegesi biblica
P. Chiesa;R. Guglielmetti
2015
Abstract
Il ciclo pittorico di San Tommaso ad Acquanegra deve essere compreso nel contesto ideologico e simbolico medievale, in cui storia dell’umanità, teologia ed esegesi della Bibbia sono fra loro inscindibilmente collegate. La Bibbia racchiude l’intero percorso della storia, dalla creazione alla fine del mondo, e ne svela il senso recondito, che la tecnica esegetica cristiana fa scaturire dalla lettera: punto chiave dell’interpretazione è il legame tipologico fra Antico e Nuovo Testamento, per cui fatti e personaggi del primo sono prefigurazione del secondo. Anche la storiografia cristiana recupera la storia veterotestamentaria, in parallelo con quella profana, e la inserisce in un unico percorso di progressiva rivelazione della verità, che ha il suo culmine in Cristo e si compirà con la sua seconda venuta. L’importanza della chiave di lettura storica nel progetto iconografico della navata di Acquanegra sembra assicurata dal fatto che l’ordine dei personaggi riconoscibili risulta rispettare non tanto la successione biblica convenzionale, quanto la loro posizione all’interno della cronologia assoluta – quella veicolata dalle cronache universali (il Chronicon di Eusebio tradotto in latino da Gerolamo, le cronache di Isidoro di Siviglia e Beda, ecc.). Le figure della storia ebraica rappresentano una sorta di marcia corale verso la nuova alleanza, raffigurata in parte e forse progettata per lo spazio più interno dell’edificio, e verso la fine dei tempi e il Giudizio, che occupa la controfacciata: si riprende così l’impostazione unitaria delle cronache universali. Anche l’esame dei cartigli ancora leggibili che i personaggi reggono conferma il valore figurale di ognuno di loro nelle due direzioni: l’Incarnazione di Cristo e la prospettiva escatologica. La presenza di citazioni bibliche esplicite suggerisce l’intenzione di evocare precisi significati, fissati dalla tradizione esegetica, e autorizza dunque a cercare in essa spunti per comprenderne la scelta: e l’esame di questa tradizione permette di ricostruire qualche linea di un discorso complessivo, che ha tra i suoi riferimenti principali le interpretazioni di Gerolamo (per i profeti maggiori e minori, che sono la parte meglio conservata), ma anche di Gregorio Magno, degli esegeti carolingi, nonché di interpreti contemporanei. Dio costruisce un’alleanza con il popolo ebraico, lo sorregge attraverso le tribolazioni interne e soprattutto le aggressioni dei popoli pagani, fino a che l’alleanza si compie nel suo pieno valore e si rinnova con l’avvento di Cristo; e grazie ai sacramenti che egli ha lasciato la chiesa si conserva santa in attesa del secondo avvento, la Parusia. Nello stesso tempo – come suggerisce l’importanza assegnata a Balaam – il Dio di Israele prepara anche l’alleanza con le genti pagane che riconosceranno Cristo e formeranno con Israele l’altra parte dell’unica chiesa. Una linea complementare possibile, e di fatto intrecciata con questo percorso di teologia della storia, è suggerita dalla presenza di cartigli e personaggi che evocano una resistenza attiva e militante contro dei nemici: nemici che l’esegesi patristica poteva identificare con gli eretici e la letteratura dell’età gregoriana con gli avversari della Riforma papale, definiti spesso “eretici simoniaci”.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Acquanegra_Chiesa-Guglielmetti.pdf
Open Access dal 04/02/2018
Tipologia:
Publisher's version/PDF
Dimensione
1.29 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.29 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.