L’obiettivo del presente contributo si propone il fine di evidenziare i principali aspetti culturali (sociali, religioso, etnici, culturali e subculturali, associati al genere e all’età) che contribuiscono a delineare un accoglimento, un approccio approfondito alla biografia del soggetto per giungere a una diagnosi e, se necessario, a un trattamento che tenga conto di tutti gli aspetti sopramenzionati e della possibilità che questi vengano ‘ascoltati’ e ‘interpretati’ nel modo più corretto possibile. Il contesto scelto di tale accoglimento è il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano dove, come psichiatri siamo chiamati ad una visita di consultazione o nei reparti dello stesso Ospedale, dove la richiesta di consultazione avviene sempre secondo modalità di urgenza psichiatrica. Come cornice di riferimento di questo contributo, che verterà soprattutto, su un’analisi critica della recente letteratura scientifica internazionale, applicheremo il modello della psichiatria culturale esplicitando, con Alarcòn (Alarcòn et al., 1995, 1999) quattro funzioni culturali strettamente associati alla psicopatologia clinica: 1. la cultura come modello interpretativo di comportamenti oggettivamente disfunzionali che possono o meno essere assunti all’interno di categorie diagnostiche riconosciute. 2. la cultura come agente patogeno e patoplastico 3. la cultura come fattore diagnostico 4. la cultura come fattore terapeutico L’analisi attenta dei fattori culturali aiutano fondamentalmente il clinico a comprendere e interpretare il comportamento ‘patologico’ che, a volte, rischierebbe di essere ‘etichettato’ in modo stigmatizzante, secondo categorie di senso che appartengono alla ‘nostra cultura’ e non a quella di provenienza del soggetto. La cultura, oltre ad essere un agente patogeno, è anche un fattore patoplastico in quanto dà una forma diversa ai contenuti psicopatologici, ad esempio, di un delirio o di un’allucinazione, di episodi acuti d’ansia o di depressione, o di ‘sintomi, che veicolano messaggi di protesta ‘collettiva’ che riassumono disagio, collera, rassegnazione, impotenza. La cultura è anche un formidabile fattore diagnostico. Il DSM-IV-TR e l’ICD-10 hanno dato molta importanza ai fattori culturali. Ciò è importante per evitare che si considerino entità cliniche spiegabili all’interno di alcune culture, soprattutto di quelle dominanti, senza attivare il processo di ascolto e conoscenza proprio della cultura di appartenenza dell’individuo. E’ importante attuare un’indagine del substrato culturale del paziente che permetta di illustrarne l’identità, la soggettiva spiegazione dei sintomi, le caratteristiche dell’ambiente psicosociale di provenienza e di accoglimento del paziente, la relazione paziente- psichiatra di consultazione e la valutazione globale del soggetto frutto della sua biografia e dell’ambiente socio-culturale nel quale è cresciuto. Sulla scorta di questa impostazione e dei dati della letteratura, verranno illustrati dei casi di consulenza attuati sia in Pronto Soccorso che in un reparto di chirurgia del nostro ospedale.

La diagnosi transculturale in psichiatria di consultazione: tra dimensione relazionale e categorie nosografiche / C. Bressi - In: Metamorfosi nella Psichiatria contemporanea : raccolta di abstract / [a cura di] M. di Giannantonio, M. Alessandrini. - [s.l] : Magi, 2006. - pp. 287-288 (( convegno Metamorfosi nella psichiatria contemporanea tenutosi a Montesilvano nel 2006.

La diagnosi transculturale in psichiatria di consultazione: tra dimensione relazionale e categorie nosografiche

C. Bressi
Primo
2006

Abstract

L’obiettivo del presente contributo si propone il fine di evidenziare i principali aspetti culturali (sociali, religioso, etnici, culturali e subculturali, associati al genere e all’età) che contribuiscono a delineare un accoglimento, un approccio approfondito alla biografia del soggetto per giungere a una diagnosi e, se necessario, a un trattamento che tenga conto di tutti gli aspetti sopramenzionati e della possibilità che questi vengano ‘ascoltati’ e ‘interpretati’ nel modo più corretto possibile. Il contesto scelto di tale accoglimento è il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano dove, come psichiatri siamo chiamati ad una visita di consultazione o nei reparti dello stesso Ospedale, dove la richiesta di consultazione avviene sempre secondo modalità di urgenza psichiatrica. Come cornice di riferimento di questo contributo, che verterà soprattutto, su un’analisi critica della recente letteratura scientifica internazionale, applicheremo il modello della psichiatria culturale esplicitando, con Alarcòn (Alarcòn et al., 1995, 1999) quattro funzioni culturali strettamente associati alla psicopatologia clinica: 1. la cultura come modello interpretativo di comportamenti oggettivamente disfunzionali che possono o meno essere assunti all’interno di categorie diagnostiche riconosciute. 2. la cultura come agente patogeno e patoplastico 3. la cultura come fattore diagnostico 4. la cultura come fattore terapeutico L’analisi attenta dei fattori culturali aiutano fondamentalmente il clinico a comprendere e interpretare il comportamento ‘patologico’ che, a volte, rischierebbe di essere ‘etichettato’ in modo stigmatizzante, secondo categorie di senso che appartengono alla ‘nostra cultura’ e non a quella di provenienza del soggetto. La cultura, oltre ad essere un agente patogeno, è anche un fattore patoplastico in quanto dà una forma diversa ai contenuti psicopatologici, ad esempio, di un delirio o di un’allucinazione, di episodi acuti d’ansia o di depressione, o di ‘sintomi, che veicolano messaggi di protesta ‘collettiva’ che riassumono disagio, collera, rassegnazione, impotenza. La cultura è anche un formidabile fattore diagnostico. Il DSM-IV-TR e l’ICD-10 hanno dato molta importanza ai fattori culturali. Ciò è importante per evitare che si considerino entità cliniche spiegabili all’interno di alcune culture, soprattutto di quelle dominanti, senza attivare il processo di ascolto e conoscenza proprio della cultura di appartenenza dell’individuo. E’ importante attuare un’indagine del substrato culturale del paziente che permetta di illustrarne l’identità, la soggettiva spiegazione dei sintomi, le caratteristiche dell’ambiente psicosociale di provenienza e di accoglimento del paziente, la relazione paziente- psichiatra di consultazione e la valutazione globale del soggetto frutto della sua biografia e dell’ambiente socio-culturale nel quale è cresciuto. Sulla scorta di questa impostazione e dei dati della letteratura, verranno illustrati dei casi di consulenza attuati sia in Pronto Soccorso che in un reparto di chirurgia del nostro ospedale.
Settore MED/25 - Psichiatria
2006
Società Italiana di Psichiatria
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