A partire dallo strumento tipico dell’analisi delle politiche pubbliche che rende possibile la costruzione di una rete di articolazioni istituzionali (e non) - nell’ambito delle nuove relazioni inter-istituzionali nei sistemi multilivello (nuovo protagonismo delle città, delle regioni e delle autonomie funzionali dentro e fuori i confini nazionali; trasferimento di funzioni dal centro alla periferia attraverso il cosiddetto decentramento politico e amministrativo), alla luce del crescente grado di complessità del processo decisionale - si cercherà di comprendere quali sono le logiche soggiacenti la costituenda città metropolitana e nel caso specifico quella milanese. Da più parti è stato sottolineato come un’attuale tendenza degli ordinamenti statuali, e le conseguenti politiche pubbliche prodotte dai rispettivi governi, sia la loro caratterizzazione multilivello, dove un crescente ruolo istituzionale, politico, economico è svolto dai livelli sub-nazionali (regioni, aree metropolitane, enti locali ecc.). La letteratura politologica recente mette in evidenza come nell’arena nazionale (e sovranazionale) vi sia un nuovo protagonismo delle città e in generale degli enti subnazionali (a partire dalle regioni). In un contesto ad alta interdipendenza economica, sociale, culturale e politica (noto in senso lato come processo di globalizzazione), dal quale scaturisce l’esigenza di una global governance, oltre agli stati nazionali, è interessante notare una trasformazione sia di government sia di governance delle città, intese come città-regioni e, in alcuni casi, come città-stato. Ciò significa ripensare le funzioni delle città e degli enti subnazionali, non più finalizzate alla sola gestione dei servizi pubblici locali in termini di welfare municipale o locale, ma soprattutto alla formulazione di una strategia di portata anche internazionale. E, per relazioni internazionali delle città intendiamo “Un tentativo soggettivo di raggiungere coerenza fra gli scopi, i mezzi e i valori sottostanti una serie di attività condotte da attori urbani al di fuori dei propri confini nazionali” (D’Albergo Lefèvre, 2007). Tra gli effetti di un generale “processo del federalismo” espressione coniata da Carl J. Friedrich (1968), se da un lato si nota un aumento delle materie oggetto di competenza delle istituzioni sub-nazionali, dall’altro emerge anche una richiesta esplicita di tali enti verso un progressivo ma continuo ampliamento dei propri confini istituzionali e degli spazi di autonomia. Inoltre, un’ulteriore tendenza presente all’interno degli Stati è la frammentazione e la dispersione del potere politico (Alluli, 2010). Si assiste, quindi, all’emergere di attori non statuali: organismi sovra-nazionali ma anche sub-nazionali tra i quali, in primis, le regioni o gli Stati-regione, le città-Stato e le città metropolitane (OECD, 2006), che si presentano quali attori indipendenti e ben distinti dai rispettivi Stati nazionali, intenzionati a perseguire la massima apertura internazionale per sfruttare le potenzialità della globalizzazione. In tal senso va interpretata la frase secondo cui “le città hanno il potere di galvanizzare e guidare le economie nelle regioni di cui fanno parte. Regioni prospere hanno bisogno di città di successo” (Leese, in Eurocities, 2005).

Istituzioni, rappresentanza, politiche : quale città metropolitana? / N. Pasini, L.M. Fasano (IL PUNTO). - In: Milano 2015 : la città metropolitana: sfide, contraddizioni, attese / [a cura di] R. Lodigiani. - Milano : Franco Angeli, 2015 Jun. - ISBN 978-88-917-1460-2. - pp. 89-117

Istituzioni, rappresentanza, politiche : quale città metropolitana?

N. Pasini
Primo
;
L.M. Fasano
Ultimo
2015

Abstract

A partire dallo strumento tipico dell’analisi delle politiche pubbliche che rende possibile la costruzione di una rete di articolazioni istituzionali (e non) - nell’ambito delle nuove relazioni inter-istituzionali nei sistemi multilivello (nuovo protagonismo delle città, delle regioni e delle autonomie funzionali dentro e fuori i confini nazionali; trasferimento di funzioni dal centro alla periferia attraverso il cosiddetto decentramento politico e amministrativo), alla luce del crescente grado di complessità del processo decisionale - si cercherà di comprendere quali sono le logiche soggiacenti la costituenda città metropolitana e nel caso specifico quella milanese. Da più parti è stato sottolineato come un’attuale tendenza degli ordinamenti statuali, e le conseguenti politiche pubbliche prodotte dai rispettivi governi, sia la loro caratterizzazione multilivello, dove un crescente ruolo istituzionale, politico, economico è svolto dai livelli sub-nazionali (regioni, aree metropolitane, enti locali ecc.). La letteratura politologica recente mette in evidenza come nell’arena nazionale (e sovranazionale) vi sia un nuovo protagonismo delle città e in generale degli enti subnazionali (a partire dalle regioni). In un contesto ad alta interdipendenza economica, sociale, culturale e politica (noto in senso lato come processo di globalizzazione), dal quale scaturisce l’esigenza di una global governance, oltre agli stati nazionali, è interessante notare una trasformazione sia di government sia di governance delle città, intese come città-regioni e, in alcuni casi, come città-stato. Ciò significa ripensare le funzioni delle città e degli enti subnazionali, non più finalizzate alla sola gestione dei servizi pubblici locali in termini di welfare municipale o locale, ma soprattutto alla formulazione di una strategia di portata anche internazionale. E, per relazioni internazionali delle città intendiamo “Un tentativo soggettivo di raggiungere coerenza fra gli scopi, i mezzi e i valori sottostanti una serie di attività condotte da attori urbani al di fuori dei propri confini nazionali” (D’Albergo Lefèvre, 2007). Tra gli effetti di un generale “processo del federalismo” espressione coniata da Carl J. Friedrich (1968), se da un lato si nota un aumento delle materie oggetto di competenza delle istituzioni sub-nazionali, dall’altro emerge anche una richiesta esplicita di tali enti verso un progressivo ma continuo ampliamento dei propri confini istituzionali e degli spazi di autonomia. Inoltre, un’ulteriore tendenza presente all’interno degli Stati è la frammentazione e la dispersione del potere politico (Alluli, 2010). Si assiste, quindi, all’emergere di attori non statuali: organismi sovra-nazionali ma anche sub-nazionali tra i quali, in primis, le regioni o gli Stati-regione, le città-Stato e le città metropolitane (OECD, 2006), che si presentano quali attori indipendenti e ben distinti dai rispettivi Stati nazionali, intenzionati a perseguire la massima apertura internazionale per sfruttare le potenzialità della globalizzazione. In tal senso va interpretata la frase secondo cui “le città hanno il potere di galvanizzare e guidare le economie nelle regioni di cui fanno parte. Regioni prospere hanno bisogno di città di successo” (Leese, in Eurocities, 2005).
Città metropolitana; politics; polity; policy; processo decisionale; centro; periferia; enti statali; decentramento; policy network; decision making; enti sub-nazionali
Settore SPS/04 - Scienza Politica
giu-2015
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