La resistenza di Aspergillus fumigatus agli azoli è segnalata con sempre maggiore frequenza sia in pazienti in trattamento antifungino cronico che in pazienti naïve. E’ stato ipotizzato lo sviluppo della resistenza nell’ambiente confermato dall’isolamento ambientale in Europa (Snelders 2008 e 2009; Mortensen 2010) e anche in Lombardia (Prigitano 2014). Questa resistenza agli azoli è frequentemente associata alla mutazione TR34/L98H nel gene Cyp51A. Scopo del presente lavoro è stato indagare l’ampiezza del fenomeno della resistenza in Italia analizzando ceppi clinici e ambientali di A. fumigatus. Sono stati sottoposti a screening su terreni selettivi contenenti itraconazolo (4 mg/l), voriconazolo (2 mg/l) e posaconazolo (0,5 mg/l) 533 ceppi clinici isolati da 441 pazienti tra il 1995 e il 2006, provenienti dalla collezione del Laboratorio di Micologia Medica dell’Università degli Studi di Milano. La resistenza è stata verificata mediante microdiluizione in brodo secondo la metodica EUCAST. Nessuna resistenza è stata trovata negli 85 ceppi isolati da 62 pazienti tra il 1995 e il 1997, mentre a partire dal 1998 la resistenza è stata evidenziata in 31/448 isolati (6,9%) da 24/378 (6,3%) pazienti. La prevalenza variava dal 12,2% nel 1998 allo 0% nel 2005 ed all’8,3% nel 2006. Tutti gli isolati erano resistenti, o con valori intermedi di MIC, a itraconazolo e posaconazolo e il 63% era resistente ai tre azoli. La mutazione TR34/L98H è stata trovata in 27 ceppi resistenti; due isolati da pazienti con fibrosi cistica in terapia con azoli avevano la mutazione G54E e in due non è stata trovata alcuna mutazione nel gene Cyp51A. Tra maggio 2014 e marzo 2015 sono tati raccolti 122 campioni di terra da 46 siti ubicati in 8 regioni italiane (Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Marche, Puglia, Calabria e Sicilia), trattati in accordo con i metodi precedentemente descritti (Snelders 2009) e seminati in presenza ed assenza di itraconazolo (4 mg/L). A. fumigatus resistenti a itraconazolo sono cresciuti da 25 dei 127 campioni sottoposti a screening (19,7%) provenienti da 7 regioni. I ceppi resistenti erano stati isolati da diverse coltivazioni (trattate, o ufficialmente non trattate, con fungicidi azolici): ortaggi (8), frumento (1), ulivi (5), vigneti (3), meleti (3), aranceti (2) e altri frutteti (3). Tutti gli isolati, tranne due, erano resistenti o avevano valori intermedi di MIC per i 3 azoli. Il sequenziamento del gene Cyp51A ha confermato che la resistenza era associata alla mutazione TR34/L98H in 24 isolati e alla mutazione G54E in un ceppo sensibile a voriconazolo isolato in Toscana da un orto. Dai risultati di questo studio emerge che in Italia erano presenti ceppi clinici di A. fumigatus resistenti ai triazoli già a partire dal 1998 e che la resistenza nell’ambiente è presente su tutto il territorio nazionale. Nella maggior parte dei casi il meccanismo di resistenza è identico a quello predominante in altri Paesi europei.
Resistenza agli azoli in isolati clinici ed ambientali di Aspergillus fumigatus / A. Prigitano, C. Lazzarini, M.C. Esposto, A.M. Tortorano. ((Intervento presentato al 8. convegno DiTMO-Diagnostica e terapia delle micosi opportunistiche tenutosi a Genova nel 2015.
Resistenza agli azoli in isolati clinici ed ambientali di Aspergillus fumigatus
A. PrigitanoPrimo
;C. LazzariniSecondo
;M.C. EspostoPenultimo
;A.M. TortoranoUltimo
2015
Abstract
La resistenza di Aspergillus fumigatus agli azoli è segnalata con sempre maggiore frequenza sia in pazienti in trattamento antifungino cronico che in pazienti naïve. E’ stato ipotizzato lo sviluppo della resistenza nell’ambiente confermato dall’isolamento ambientale in Europa (Snelders 2008 e 2009; Mortensen 2010) e anche in Lombardia (Prigitano 2014). Questa resistenza agli azoli è frequentemente associata alla mutazione TR34/L98H nel gene Cyp51A. Scopo del presente lavoro è stato indagare l’ampiezza del fenomeno della resistenza in Italia analizzando ceppi clinici e ambientali di A. fumigatus. Sono stati sottoposti a screening su terreni selettivi contenenti itraconazolo (4 mg/l), voriconazolo (2 mg/l) e posaconazolo (0,5 mg/l) 533 ceppi clinici isolati da 441 pazienti tra il 1995 e il 2006, provenienti dalla collezione del Laboratorio di Micologia Medica dell’Università degli Studi di Milano. La resistenza è stata verificata mediante microdiluizione in brodo secondo la metodica EUCAST. Nessuna resistenza è stata trovata negli 85 ceppi isolati da 62 pazienti tra il 1995 e il 1997, mentre a partire dal 1998 la resistenza è stata evidenziata in 31/448 isolati (6,9%) da 24/378 (6,3%) pazienti. La prevalenza variava dal 12,2% nel 1998 allo 0% nel 2005 ed all’8,3% nel 2006. Tutti gli isolati erano resistenti, o con valori intermedi di MIC, a itraconazolo e posaconazolo e il 63% era resistente ai tre azoli. La mutazione TR34/L98H è stata trovata in 27 ceppi resistenti; due isolati da pazienti con fibrosi cistica in terapia con azoli avevano la mutazione G54E e in due non è stata trovata alcuna mutazione nel gene Cyp51A. Tra maggio 2014 e marzo 2015 sono tati raccolti 122 campioni di terra da 46 siti ubicati in 8 regioni italiane (Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Marche, Puglia, Calabria e Sicilia), trattati in accordo con i metodi precedentemente descritti (Snelders 2009) e seminati in presenza ed assenza di itraconazolo (4 mg/L). A. fumigatus resistenti a itraconazolo sono cresciuti da 25 dei 127 campioni sottoposti a screening (19,7%) provenienti da 7 regioni. I ceppi resistenti erano stati isolati da diverse coltivazioni (trattate, o ufficialmente non trattate, con fungicidi azolici): ortaggi (8), frumento (1), ulivi (5), vigneti (3), meleti (3), aranceti (2) e altri frutteti (3). Tutti gli isolati, tranne due, erano resistenti o avevano valori intermedi di MIC per i 3 azoli. Il sequenziamento del gene Cyp51A ha confermato che la resistenza era associata alla mutazione TR34/L98H in 24 isolati e alla mutazione G54E in un ceppo sensibile a voriconazolo isolato in Toscana da un orto. Dai risultati di questo studio emerge che in Italia erano presenti ceppi clinici di A. fumigatus resistenti ai triazoli già a partire dal 1998 e che la resistenza nell’ambiente è presente su tutto il territorio nazionale. Nella maggior parte dei casi il meccanismo di resistenza è identico a quello predominante in altri Paesi europei.Pubblicazioni consigliate
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