Si è soliti ricordare come l’età francese - prima quella giacobina e poi quella napoleonica -, abbia portato nel quadro italiano, oltre agli entusiasmi legati a ideali politici rivoluzionari e alla fervide dinamiche culturali e ideologiche tese verso il progresso, anche trasformazioni profonde sul piano sociale e nella vita quotidiana. Ciò vale anche per quanto concerne Varese e il suo territorio. Non basta tuttavia ricordare che il frutto dell’esperienza francese in materia di organizzazione burocratica e amministrativa fortemente avrebbe influenzato anche la realtà di quest’area, radicandovisi in modo persistente, infatti anche le scelte politiche e gli interventi nel campo della viabilità e delle comunicazioni proprio in quest’area da sempre caratterizzata da importanti sistemi di transito si presentano quale segno di modernità e quale possibile mezzo di trasformazione sociale. Elemento strategico rilevante, qui il tema delle strade, terrestri e liquide, può essere inteso e affrontato in senso reale e materiale, e in tal caso diventa segnale ancor più evidente di un processo di modernizzazione che trova interessanti proiezioni sul territorio. Tuttavia questo stesso tema va inteso anche in senso traslato, divenendo metafora nell’indicare progetti politici, processi e obiettivi economici dal forte impatto sulla società. I meccanismi che si innescavano nell’età napoleonica, pur nella loro complessità, pur con tutte le difficoltà di realizzazione, dovevano comunque portare cambiamenti significativi sul territorio, tali che neppure la fine del regime napoleonico e il ritorno in Lombardia del governo asburgico potevano arrestare e tanto meno azzerare. La fiducia nel progresso aveva ormai aperto nuovi orizzonti e la modernità era divenuta un’immagine trasversalmente condivisa e universalmente presente nelle aspirazioni politiche e sociali che, almeno sul piano economico sembravano divenire ancora realizzabili nella prima età della restaurazione secondo le prospettive delle élites locali. In che misura tutto ciò fosse in grado di determinare un ri-orientamento delle dinamiche in area varesinai e sull’intreccio degli elementi qui presenti verte questa relazione.
Le strade, cantiere della modernità / M. Cavallera - In: La caduta del Regno Italico : 1814 : Varese da Napoleone agli Asburgo / [a cura di] I. Pederzani. - Prima edizione. - Milano : Franco Angeli, 2015. - ISBN 9788891740304. - pp. 53-68 (( convegno La caduta del Regno Italico : 1814 : Varese da Napoleone agli Asburgo tenutosi a Varese nel 2014.
Le strade, cantiere della modernità
M. Cavallera
2015
Abstract
Si è soliti ricordare come l’età francese - prima quella giacobina e poi quella napoleonica -, abbia portato nel quadro italiano, oltre agli entusiasmi legati a ideali politici rivoluzionari e alla fervide dinamiche culturali e ideologiche tese verso il progresso, anche trasformazioni profonde sul piano sociale e nella vita quotidiana. Ciò vale anche per quanto concerne Varese e il suo territorio. Non basta tuttavia ricordare che il frutto dell’esperienza francese in materia di organizzazione burocratica e amministrativa fortemente avrebbe influenzato anche la realtà di quest’area, radicandovisi in modo persistente, infatti anche le scelte politiche e gli interventi nel campo della viabilità e delle comunicazioni proprio in quest’area da sempre caratterizzata da importanti sistemi di transito si presentano quale segno di modernità e quale possibile mezzo di trasformazione sociale. Elemento strategico rilevante, qui il tema delle strade, terrestri e liquide, può essere inteso e affrontato in senso reale e materiale, e in tal caso diventa segnale ancor più evidente di un processo di modernizzazione che trova interessanti proiezioni sul territorio. Tuttavia questo stesso tema va inteso anche in senso traslato, divenendo metafora nell’indicare progetti politici, processi e obiettivi economici dal forte impatto sulla società. I meccanismi che si innescavano nell’età napoleonica, pur nella loro complessità, pur con tutte le difficoltà di realizzazione, dovevano comunque portare cambiamenti significativi sul territorio, tali che neppure la fine del regime napoleonico e il ritorno in Lombardia del governo asburgico potevano arrestare e tanto meno azzerare. La fiducia nel progresso aveva ormai aperto nuovi orizzonti e la modernità era divenuta un’immagine trasversalmente condivisa e universalmente presente nelle aspirazioni politiche e sociali che, almeno sul piano economico sembravano divenire ancora realizzabili nella prima età della restaurazione secondo le prospettive delle élites locali. In che misura tutto ciò fosse in grado di determinare un ri-orientamento delle dinamiche in area varesinai e sull’intreccio degli elementi qui presenti verte questa relazione.File | Dimensione | Formato | |
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