Per risollevarsi dalla crisi economica del 2001-2002, l’Argentina ha adottato il vecchio modello della ‘dittatura delle esportazioni’ puntando sulla produzione ed esportazione di alcuni prodotti agricoli e trasformandosi così in uno dei maggiori produttori di soia e in una delle principali basi delle multinazionali e delle imprese nazionali leader nel settore. Del boom della soia il governo ha approfittato con le retenciones, incrementando le entrate fiscali ed avendo a disposizione maggiori risorse destinate in parte a politiche di sostegno sociale e di sviluppo. L’obiettivo per il 2016-2020 è poi rendere il paese leader della produzione agroalimentare e, pertanto, di incrementare non solo la produzione di soia ma anche quella di grano. Da queste premesse, il contributo si propone di evidenziare il contrasto sempre più marcato fra la richiesta di tutela di ‘nuovi diritti’ riconosciuti ai popoli originari sulle terre ancestrali e sulle risorse naturali da un corpus di norme nazionali e internazionali vigenti nel paese e gli obiettivi del modello di sviluppo economico dei governi Kirchner (2003-2007) e Fernández (dal 2007), che hanno richiesto uno sfruttamento intensivo di vaste estensioni di terra, coinvolgendo però - in alcuni casi - i territori abitati o rivendicati dai popoli originari. Tale riflessione s’inserisce in quella più ampia sulla validità del cosiddetto “modello k”, le cui crepe e contraddizioni sono emerse negli ultimi tempi anche, ma non solo, per i condizionamenti dello scenario economico internazionale.
Il modelo sojero e i diritti indigeni in Argentina / M. Rosti. ((Intervento presentato al 4. convegno Convegno Nazionale della SiSi-Società Italiana di Storia Internazionale, nel Panel “USA-America Latina fra Financial Consensus e nuove partnership”. tenutosi a Padova nel 2015.
Il modelo sojero e i diritti indigeni in Argentina
M. RostiPrimo
2015
Abstract
Per risollevarsi dalla crisi economica del 2001-2002, l’Argentina ha adottato il vecchio modello della ‘dittatura delle esportazioni’ puntando sulla produzione ed esportazione di alcuni prodotti agricoli e trasformandosi così in uno dei maggiori produttori di soia e in una delle principali basi delle multinazionali e delle imprese nazionali leader nel settore. Del boom della soia il governo ha approfittato con le retenciones, incrementando le entrate fiscali ed avendo a disposizione maggiori risorse destinate in parte a politiche di sostegno sociale e di sviluppo. L’obiettivo per il 2016-2020 è poi rendere il paese leader della produzione agroalimentare e, pertanto, di incrementare non solo la produzione di soia ma anche quella di grano. Da queste premesse, il contributo si propone di evidenziare il contrasto sempre più marcato fra la richiesta di tutela di ‘nuovi diritti’ riconosciuti ai popoli originari sulle terre ancestrali e sulle risorse naturali da un corpus di norme nazionali e internazionali vigenti nel paese e gli obiettivi del modello di sviluppo economico dei governi Kirchner (2003-2007) e Fernández (dal 2007), che hanno richiesto uno sfruttamento intensivo di vaste estensioni di terra, coinvolgendo però - in alcuni casi - i territori abitati o rivendicati dai popoli originari. Tale riflessione s’inserisce in quella più ampia sulla validità del cosiddetto “modello k”, le cui crepe e contraddizioni sono emerse negli ultimi tempi anche, ma non solo, per i condizionamenti dello scenario economico internazionale.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.