Il recente video promozionale ‘Cibo è vita’, girato per EXPO 2015 e tradotto anche in inglese, è tutto giocato su un elenco di contrasti e affinità fra coppie di vocaboli a cui il cibo è via via associato secondo la riconoscibile struttura linguistica ‘tema-rema’ della frase. ‘Food is sweet, is bitter. Food is rich, is poor. Food is travel, is discovery […]’, narra la voce fuori campo, mentre sullo schermo diviso a metà si susseguono a due a due le immagini corrispondenti. Insomma, come ben sanno linguisti e semiologi, il cibo è linguaggio che ‘dice’ grazie al carattere differenziale delle coppie di segni di cui è composto il suo sistema. Di fronte a questo sapiente artificio che coniuga la cultura alta alla comunicazione di massa, il rimando al saggio di Roland Barthes del 1961 sulla psicosociologia dell’alimentazione appare quindi di dovere, seppur nel mutato contesto della società post-crescita. Se il racconto del cibo, o meglio delle possibili opzioni fra cibi, gusti e sapori diversi, è soprattutto il racconto di una società che, proprio attraverso consumi alimentari culturalmente marcati, registra e celebra i propri miti e riti, desideriamo chiederci a quale universo narrativo ci introducano le parole di EXPO 2015 a partire dall’accattivante campagna di comunicazione.
Mitologie del cibo all'EXPO Milano 2015 / M.C. Paganoni. ((Intervento presentato al convegno Parole per Mangiare=Words for Food tenutosi a Milano nel 2015.
Mitologie del cibo all'EXPO Milano 2015
M.C. PaganoniPrimo
2015
Abstract
Il recente video promozionale ‘Cibo è vita’, girato per EXPO 2015 e tradotto anche in inglese, è tutto giocato su un elenco di contrasti e affinità fra coppie di vocaboli a cui il cibo è via via associato secondo la riconoscibile struttura linguistica ‘tema-rema’ della frase. ‘Food is sweet, is bitter. Food is rich, is poor. Food is travel, is discovery […]’, narra la voce fuori campo, mentre sullo schermo diviso a metà si susseguono a due a due le immagini corrispondenti. Insomma, come ben sanno linguisti e semiologi, il cibo è linguaggio che ‘dice’ grazie al carattere differenziale delle coppie di segni di cui è composto il suo sistema. Di fronte a questo sapiente artificio che coniuga la cultura alta alla comunicazione di massa, il rimando al saggio di Roland Barthes del 1961 sulla psicosociologia dell’alimentazione appare quindi di dovere, seppur nel mutato contesto della società post-crescita. Se il racconto del cibo, o meglio delle possibili opzioni fra cibi, gusti e sapori diversi, è soprattutto il racconto di una società che, proprio attraverso consumi alimentari culturalmente marcati, registra e celebra i propri miti e riti, desideriamo chiederci a quale universo narrativo ci introducano le parole di EXPO 2015 a partire dall’accattivante campagna di comunicazione.Pubblicazioni consigliate
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