Polo Museale del Medioevo nel Seprio. Allestimento del percorso museale integrato nel chiostro rinascimentale dell'ex Monastero di S. Maria Assunta in Cairate Il Romanico nell'Italia settentrionale e nel Seprio Abstract Romanico in Europa, Romanico lombardo Inizio XIX secolo: risveglio a livello europeo dell'interesse per il Medioevo, in connessione con la ricerca delle radici identitarie delle nuove coscienze nazionali, non rappresentate dall'unificante linguaggio neoclassico; nascita e sviluppo del concetto storiografico di Romanico, quale deformazione della pratica costruttiva romana, fra Inghilterra, Francia, Germania (Romanesque/Roman/Romanik e Romantik), Italia e Spagna. Immagini: esempi di neoclassico in Europa [Parlamento di Atene; Altes Museum a Berlino; British Museum a Londra]; concezione romantica delle architetture medievali; frontespizio e tavole incise de l'Histoire de l'art par le monuments... di Séroux D'Agincourt. Messa a punto degli strumenti di indagine per inventariare, classificare e studiare il patrimonio monumentale romanico in Europa, fino a quel momento massa indistinta e spesso abbandonata al degrado. Il Romanico è caratterizzato anzitutto in senso formale: evidenza della massa muraria; serrata articolazione degli spazi e dei supporti; forte sviluppo delle coperture voltate a botte e a crociera, delle torri campanarie, dei portali, delle finestre, del decoro scultoreo ornamentale e figurativo. Immagini: Frontespizio e tavole da Essai sur l'architecture médiévale di Arcisse de Caumont (1824); assonometrie, prospetti, sezioni, piante di esemplari edifici romanici [fra cui Sant'Ambrogio a Milano, il duomo di Modena, Cluny III, Spira II, Saint Étienne a Caen]. Il mito dei Magistri commacini (supposta corporazione di costruttori e lapicidi proveniente dalle valli del Comasco, in grado di diffondere il linguaggio lombardo per l'Europa romanica), elaborato dall'erudito Ludovico Antonio Muratori (XVIII secolo) ed alimentato da storici e storici dell'arte italiani e soprattutto stranieri, dona centralità alla questione del Romanico lombardo. Studiosi quali Thomas Hope (1840), Friedrich Osten (1847), Camillo Boito (1880), Raffaele Cattaneo (1888), Fernand de Dartein (1865-1882) e Arthur Kingsley Porter (1915-1917) indagano, precisano e circoscrivono progressivamente la portata del Romanico lombardo. Un secolo di successivi studi ne ridimensionano il ruolo guida nella formazione del linguaggio romanico europeo, ma ne ribadiscono l'alto profilo tecnico, progettuale e realizzativo, unito all'inesauribile inventiva di soluzioni. Immagini: frontespizi e tavole incise delle opere citate; casi esemplari di edifici romanici [cattedrali di Brescia, Bergamo, Como, Cremona, Pavia, Lodi, grandi abbazie italiane ed estere]; approfondimenti tematici su componenti strutturali [sostegni, capitelli, sistemi voltati, portali, monofore, ecc.] e soluzioni plani-volumetriche [torri, avancorpi, transetti, deambulatori, ecc.]. Romanico nel Seprio In questo quadro si inserisce lo sviluppo del romanico nell'area del Seprio, caratterizzata da un inaspettato numero di testimonianze architettoniche diffuse sul territorio, per lo più di modeste dimensioni, mancando un importante centro diocesano e grandi monasteri territoriali, ma mai banali nell'articolazione degli spazi, nelle scelte costruttive, nel decoro architettonico e/o dipinto. La collocazione geografica e la presenza diffusa di laghi e corsi d'acqua connotavano il Seprio quale area di passaggio e di scambio: ciò si riflette nella multiforme natura del suo linguaggio romanico, aperto agli influssi delle coeve elaborazioni di area novarese, comasca, milanese e pavese, ma capace di esprimere caratteri e soluzioni originali, come per le svettanti torri campanarie. L'espressione monumentale dei centri pievani non può esimersi dal prendere a modello le cattedrali doppie delle diocesi ambrosiane. Così è per il complesso di Arsago Seprio, che allinea un vasto edificio basilicale e un battistero ottagonale, come a Milano e a Como; ma anche per lo stratificato complesso di San Giovanni a Castelseprio, con due fonti battesimali come a Milano. Le pievi di Domo Valtravaglia e di Brebbia puntano invece sull'articolazione di due aule di culto affiancate, come a Milano, Como, Brescia, Pavia, configurandosi come pievi doppie. Lo sperimentalismo caratterizza invece le soluzioni spaziali e costruttive delle abbazie: dall'avancorpo di San Donato a Sesto Calende (dipendenza del vescovo di Pavia), al chiostro asimmetrico di San Gemolo a Ganna, allo stratificato chiostro di San Michele a Voltorre, alla rimodulazione di strutture tardoromane e altomedievali a Torba. Isolato gioiello romanico a testimonianza della 'mancata' diocesi di Castelseprio è la chiesa di San Paolo, la cui pianta esagonale a due livelli e la cui primitiva funzione pongono quesiti ancora da districare. Immagini: riprese fotografiche e planimetrie degli edifici dell'area del Seprio [particolare rilievo per Arsago Seprio, Domo, Brebbia, Sesto Calende, Voltorre, Ganna, Castelseprio].
"Il Romanico nell'Italia settentrionale e nel Seprio". Testo di 25.000 battute corredato da 260 immagini ad alta risoluzione con relative didascalie, in corso di informatizzazione per il percorso museale multimediale dell'Ex monastero di S. Maria Assunta in Cairate Olona (VA). COMMITTENTE: Provincia di Varese. Settore Patrimonio Beni Architettonici-Edilizia e Servizi scolastici. DISCIPLINARE DI INCARICO del 12.1.2015, conferito all'arch. Matteo Scaltritti: "Polo museale del Medioevo nel Seprio. Allestimento del percorso museale integrato nel chiostro rinascimentale di S. Maria Assunta in Cairate". ENTE FINANZIATORE: Fondazione Cariplo [Text] / F. Scirea ; [a cura di] V. Mariotti, M. Scaltritti. - [s.l], 2015 Mar.
"Il Romanico nell'Italia settentrionale e nel Seprio". Testo di 25.000 battute corredato da 260 immagini ad alta risoluzione con relative didascalie, in corso di informatizzazione per il percorso museale multimediale dell'Ex monastero di S. Maria Assunta in Cairate Olona (VA). COMMITTENTE: Provincia di Varese. Settore Patrimonio Beni Architettonici-Edilizia e Servizi scolastici. DISCIPLINARE DI INCARICO del 12.1.2015, conferito all'arch. Matteo Scaltritti: "Polo museale del Medioevo nel Seprio. Allestimento del percorso museale integrato nel chiostro rinascimentale di S. Maria Assunta in Cairate". ENTE FINANZIATORE: Fondazione Cariplo.
F. Scirea
2015
Abstract
Polo Museale del Medioevo nel Seprio. Allestimento del percorso museale integrato nel chiostro rinascimentale dell'ex Monastero di S. Maria Assunta in Cairate Il Romanico nell'Italia settentrionale e nel Seprio Abstract Romanico in Europa, Romanico lombardo Inizio XIX secolo: risveglio a livello europeo dell'interesse per il Medioevo, in connessione con la ricerca delle radici identitarie delle nuove coscienze nazionali, non rappresentate dall'unificante linguaggio neoclassico; nascita e sviluppo del concetto storiografico di Romanico, quale deformazione della pratica costruttiva romana, fra Inghilterra, Francia, Germania (Romanesque/Roman/Romanik e Romantik), Italia e Spagna. Immagini: esempi di neoclassico in Europa [Parlamento di Atene; Altes Museum a Berlino; British Museum a Londra]; concezione romantica delle architetture medievali; frontespizio e tavole incise de l'Histoire de l'art par le monuments... di Séroux D'Agincourt. Messa a punto degli strumenti di indagine per inventariare, classificare e studiare il patrimonio monumentale romanico in Europa, fino a quel momento massa indistinta e spesso abbandonata al degrado. Il Romanico è caratterizzato anzitutto in senso formale: evidenza della massa muraria; serrata articolazione degli spazi e dei supporti; forte sviluppo delle coperture voltate a botte e a crociera, delle torri campanarie, dei portali, delle finestre, del decoro scultoreo ornamentale e figurativo. Immagini: Frontespizio e tavole da Essai sur l'architecture médiévale di Arcisse de Caumont (1824); assonometrie, prospetti, sezioni, piante di esemplari edifici romanici [fra cui Sant'Ambrogio a Milano, il duomo di Modena, Cluny III, Spira II, Saint Étienne a Caen]. Il mito dei Magistri commacini (supposta corporazione di costruttori e lapicidi proveniente dalle valli del Comasco, in grado di diffondere il linguaggio lombardo per l'Europa romanica), elaborato dall'erudito Ludovico Antonio Muratori (XVIII secolo) ed alimentato da storici e storici dell'arte italiani e soprattutto stranieri, dona centralità alla questione del Romanico lombardo. Studiosi quali Thomas Hope (1840), Friedrich Osten (1847), Camillo Boito (1880), Raffaele Cattaneo (1888), Fernand de Dartein (1865-1882) e Arthur Kingsley Porter (1915-1917) indagano, precisano e circoscrivono progressivamente la portata del Romanico lombardo. Un secolo di successivi studi ne ridimensionano il ruolo guida nella formazione del linguaggio romanico europeo, ma ne ribadiscono l'alto profilo tecnico, progettuale e realizzativo, unito all'inesauribile inventiva di soluzioni. Immagini: frontespizi e tavole incise delle opere citate; casi esemplari di edifici romanici [cattedrali di Brescia, Bergamo, Como, Cremona, Pavia, Lodi, grandi abbazie italiane ed estere]; approfondimenti tematici su componenti strutturali [sostegni, capitelli, sistemi voltati, portali, monofore, ecc.] e soluzioni plani-volumetriche [torri, avancorpi, transetti, deambulatori, ecc.]. Romanico nel Seprio In questo quadro si inserisce lo sviluppo del romanico nell'area del Seprio, caratterizzata da un inaspettato numero di testimonianze architettoniche diffuse sul territorio, per lo più di modeste dimensioni, mancando un importante centro diocesano e grandi monasteri territoriali, ma mai banali nell'articolazione degli spazi, nelle scelte costruttive, nel decoro architettonico e/o dipinto. La collocazione geografica e la presenza diffusa di laghi e corsi d'acqua connotavano il Seprio quale area di passaggio e di scambio: ciò si riflette nella multiforme natura del suo linguaggio romanico, aperto agli influssi delle coeve elaborazioni di area novarese, comasca, milanese e pavese, ma capace di esprimere caratteri e soluzioni originali, come per le svettanti torri campanarie. L'espressione monumentale dei centri pievani non può esimersi dal prendere a modello le cattedrali doppie delle diocesi ambrosiane. Così è per il complesso di Arsago Seprio, che allinea un vasto edificio basilicale e un battistero ottagonale, come a Milano e a Como; ma anche per lo stratificato complesso di San Giovanni a Castelseprio, con due fonti battesimali come a Milano. Le pievi di Domo Valtravaglia e di Brebbia puntano invece sull'articolazione di due aule di culto affiancate, come a Milano, Como, Brescia, Pavia, configurandosi come pievi doppie. Lo sperimentalismo caratterizza invece le soluzioni spaziali e costruttive delle abbazie: dall'avancorpo di San Donato a Sesto Calende (dipendenza del vescovo di Pavia), al chiostro asimmetrico di San Gemolo a Ganna, allo stratificato chiostro di San Michele a Voltorre, alla rimodulazione di strutture tardoromane e altomedievali a Torba. Isolato gioiello romanico a testimonianza della 'mancata' diocesi di Castelseprio è la chiesa di San Paolo, la cui pianta esagonale a due livelli e la cui primitiva funzione pongono quesiti ancora da districare. Immagini: riprese fotografiche e planimetrie degli edifici dell'area del Seprio [particolare rilievo per Arsago Seprio, Domo, Brebbia, Sesto Calende, Voltorre, Ganna, Castelseprio].File | Dimensione | Formato | |
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