L’oncologia rappresenta un campo della medicina dove le componenti oggettive e soggettive dell’esperienza algica sono state particolarmente inscindibili. Nonostante questo, negli ultimi 20 anni sono state pubblicate solo tre review aventi come focus lo studio dell’incidenza del dolore oncologico. In generale, 1 paziente su 2, affetto da neoplasia, lamenta dolore, con una prevalenza maggiore nei tumori del distretto cervico-facciale: il trattamento del dolore, quindi, deve costituire bagaglio professionale e culturale di chi cura il malato oncologico con particolare attenzione agli aspetti soggettivi, di sofferenza. Se da un parte, accade che i clinici manchino di una formazione adeguata, spesso è proprio il paziente ad essere riluttante a riportare il dolore al curante per una serie di assunti che hanno radice nell’organizzazione di personalità e nel suo profilo cognitivo e che arrivano a condizionare la scelta di sopportare il dolore il più possibile con importanti ripercussioni sulla qualità della vita. Quale è il luogo fisico per la cura e il trattamento del dolore e della sofferenza in oncologia? Quali le figure professionali maggiormente coinvolte? Un caso clinico descriverà come la messa in atto di un approccio multidisciplinare e sincronico tra ospedale e territorio rappresenti la strada ottimale per la presa in carico del dolore e della sofferenza in una paziente affetta da tumore ovarico.
Gestire il dolore e la sofferenza nella relazione di cura / G. Pravettoni, P. Arnaboldi. ((Intervento presentato al convegno Il Contributo della Pisconcologia nelle diverse fasi del percorso terapeutico tenutosi a Milano nel 2015.
Gestire il dolore e la sofferenza nella relazione di cura
G. PravettoniPrimo
;
2015
Abstract
L’oncologia rappresenta un campo della medicina dove le componenti oggettive e soggettive dell’esperienza algica sono state particolarmente inscindibili. Nonostante questo, negli ultimi 20 anni sono state pubblicate solo tre review aventi come focus lo studio dell’incidenza del dolore oncologico. In generale, 1 paziente su 2, affetto da neoplasia, lamenta dolore, con una prevalenza maggiore nei tumori del distretto cervico-facciale: il trattamento del dolore, quindi, deve costituire bagaglio professionale e culturale di chi cura il malato oncologico con particolare attenzione agli aspetti soggettivi, di sofferenza. Se da un parte, accade che i clinici manchino di una formazione adeguata, spesso è proprio il paziente ad essere riluttante a riportare il dolore al curante per una serie di assunti che hanno radice nell’organizzazione di personalità e nel suo profilo cognitivo e che arrivano a condizionare la scelta di sopportare il dolore il più possibile con importanti ripercussioni sulla qualità della vita. Quale è il luogo fisico per la cura e il trattamento del dolore e della sofferenza in oncologia? Quali le figure professionali maggiormente coinvolte? Un caso clinico descriverà come la messa in atto di un approccio multidisciplinare e sincronico tra ospedale e territorio rappresenti la strada ottimale per la presa in carico del dolore e della sofferenza in una paziente affetta da tumore ovarico.Pubblicazioni consigliate
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