Tra le patologie di interesse odontostomatologico che si manifestano nella prima infanzia, la carie, comunemente definita anche carie da biberon, rappresenta una entità di carattere rilevante per le competenze multi- ed interdisciplinari che coinvolgono in particolare il pediatra, il pedodontista e l’ortodontista. A causa dell’assenza di metodologie di rilevamento epidemiologico omogenee e per la variante di tipo geografico, l’incidenza di questa patologia è valutata, nei bambini di età inferiore a 30 mesi, tra l’1% ed il 50%. L’eziopatogenesi è riconducibile, oltre che ai normali fattori causali della patologia cariosa, in particolare direttamente a scorrette abitudini nutrizionali per lo più conseguenti a mancanza di informazione dei genitori. Il quadro clinico e la progressione della malattia sono tipici e nella maggioranza dei casi identici: i processi cariosi, particolarmente aggressivi, sono a carico sia delle zone dentarie interprossimali, sia delle superfici generalmente considerate a basso rischio, come quelle vestibolari e linguali. I primi denti ad essere interessati sono sempre gli incisivi superiori a causa del prolungato contatto con la tettarella del biberon e/o il succhiotto. Gli incisivi inferiori sono, viceversa, gli ultimi ad essere coinvolti in quanto protetti dalla lingua e dalle secrezioni delle ghiandole salivari contigue. La gravità della patologia è ulteriormente accentuata dalle conseguenze che essa determina a breve e a lungo termine, sia localmente che a livello sistemico. Le conseguenze a livello locale anche se percepite principalmente come complicanze di carattere estetico, con possibili ripercussioni psicologiche, sono soprattutto di carattere funzionale per le alterazioni che si realizzano a carico dei singoli elementi dentari ed a carico dell’accrescimento dell’apparato stomatognatico, coinvolgendone tutte le funzioni. In particolare, da un punto di vista ortognatodontico, le principali complicanze sono rappresentate dalla deformazione dell’osso alveolare con vestibolo-versione degli alveoli superiori e linguo-versione di quelli inferiori che determina una beanza anteriore con conseguente posizionamento in protrusione della lingua, dalla diminuzione del diametro intercanino del mascellare superiore, dalla diminuzione della dimensione verticale del terzo inferiore del volto, ed infine dall’interferenza con i tempi di eruzione dei denti permanenti. In considerazione del fatto che la prima visita odontoiatrica viene effettuata generalmente quando il quadro clinico è già grave e quindi l’approccio terapeutico non consente spesso il recupero morfo-funzionale degli elementi dentari interessati, è importante che i bambini vengano sottoposti a visite preventive sistematiche, in modo da diagnosticare le eventuali lesioni cariose quanto più precocemente possibile, ovvero anche durante l’eruzione dei denti. Un approccio multidisciplinare quindi, che coinvolga in particolare i pediatri di base, è di fondamentale importanza in un’ottica di educazione alla salute orale, la cui mancanza è sempre alla base della patologia, indipendentemente dal livello socio-culturale della famiglia.

La carie della prima infanzia: aspetti clinici ed esiti di interesse ortognatodontico / R. Biagi. ((Intervento presentato al convegno Il ruolo dell'alimentazione nella salute orale tenutosi a Milano nel 2014.

La carie della prima infanzia: aspetti clinici ed esiti di interesse ortognatodontico

R. Biagi
Primo
2014

Abstract

Tra le patologie di interesse odontostomatologico che si manifestano nella prima infanzia, la carie, comunemente definita anche carie da biberon, rappresenta una entità di carattere rilevante per le competenze multi- ed interdisciplinari che coinvolgono in particolare il pediatra, il pedodontista e l’ortodontista. A causa dell’assenza di metodologie di rilevamento epidemiologico omogenee e per la variante di tipo geografico, l’incidenza di questa patologia è valutata, nei bambini di età inferiore a 30 mesi, tra l’1% ed il 50%. L’eziopatogenesi è riconducibile, oltre che ai normali fattori causali della patologia cariosa, in particolare direttamente a scorrette abitudini nutrizionali per lo più conseguenti a mancanza di informazione dei genitori. Il quadro clinico e la progressione della malattia sono tipici e nella maggioranza dei casi identici: i processi cariosi, particolarmente aggressivi, sono a carico sia delle zone dentarie interprossimali, sia delle superfici generalmente considerate a basso rischio, come quelle vestibolari e linguali. I primi denti ad essere interessati sono sempre gli incisivi superiori a causa del prolungato contatto con la tettarella del biberon e/o il succhiotto. Gli incisivi inferiori sono, viceversa, gli ultimi ad essere coinvolti in quanto protetti dalla lingua e dalle secrezioni delle ghiandole salivari contigue. La gravità della patologia è ulteriormente accentuata dalle conseguenze che essa determina a breve e a lungo termine, sia localmente che a livello sistemico. Le conseguenze a livello locale anche se percepite principalmente come complicanze di carattere estetico, con possibili ripercussioni psicologiche, sono soprattutto di carattere funzionale per le alterazioni che si realizzano a carico dei singoli elementi dentari ed a carico dell’accrescimento dell’apparato stomatognatico, coinvolgendone tutte le funzioni. In particolare, da un punto di vista ortognatodontico, le principali complicanze sono rappresentate dalla deformazione dell’osso alveolare con vestibolo-versione degli alveoli superiori e linguo-versione di quelli inferiori che determina una beanza anteriore con conseguente posizionamento in protrusione della lingua, dalla diminuzione del diametro intercanino del mascellare superiore, dalla diminuzione della dimensione verticale del terzo inferiore del volto, ed infine dall’interferenza con i tempi di eruzione dei denti permanenti. In considerazione del fatto che la prima visita odontoiatrica viene effettuata generalmente quando il quadro clinico è già grave e quindi l’approccio terapeutico non consente spesso il recupero morfo-funzionale degli elementi dentari interessati, è importante che i bambini vengano sottoposti a visite preventive sistematiche, in modo da diagnosticare le eventuali lesioni cariose quanto più precocemente possibile, ovvero anche durante l’eruzione dei denti. Un approccio multidisciplinare quindi, che coinvolga in particolare i pediatri di base, è di fondamentale importanza in un’ottica di educazione alla salute orale, la cui mancanza è sempre alla base della patologia, indipendentemente dal livello socio-culturale della famiglia.
17-ott-2014
carie; alimentazione; età pediatrica; ortognatodonzia
Settore MED/28 - Malattie Odontostomatologiche
Settore MED/38 - Pediatria Generale e Specialistica
Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
Università degli Studi di Milano
Società Italiana di Ortodonzia
La carie della prima infanzia: aspetti clinici ed esiti di interesse ortognatodontico / R. Biagi. ((Intervento presentato al convegno Il ruolo dell'alimentazione nella salute orale tenutosi a Milano nel 2014.
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