L’implementazione e la diffusione degli strumenti di gestione del rischio clinico, oltre ad essere obbligo normativamente dovuto per prevenire il contenzioso e ridurre gli oneri assicurativi (ex art. 3-bis d.l. n. 158/2012 convertito dalla l. n. 189/2012, “Balduzzi”), sono espressione della crescente attenzione rivolta alla dimensione qualitativa della prestazione sanitaria erogata ed alla tutela della sicurezza del paziente. Dovendo dunque garantire prestazioni di crescente qualità, al passo con il progresso tecnico-scientifico, risulta inevitabile estendere l’oggetto dello studio dai processi organizzativi “di sistema” al singolo professionista: quali sono le caratteristiche che il medico dovrebbe possedere per essere considerato un “buon medico”? Quale potrebbe essere un efficace strumento di valutazione della “qualità professionale”? E ciò in virtù del fatto che la “credibilità” del medico si fonda spesso su criteri di autoreferenzialità, sulla valutazione dei titoli accademici e sulla dimensione “quantitativa” delle prestazioni, tralasciandone le componente “qualitativa”: ne deriva un necessario ampliamento delle prospettive della professione medica, ben oltre il mero possesso di conoscenze teorico-pratiche.
La competence del clinico e del medico legale / U. Genovese, S. Del Sordo, M. Casali. - In: Ri.Da.Re.. - ISSN 2384-9851. - (2014 May 14).
La competence del clinico e del medico legale
U. Genovese;S. Del Sordo;M. Casali
2014
Abstract
L’implementazione e la diffusione degli strumenti di gestione del rischio clinico, oltre ad essere obbligo normativamente dovuto per prevenire il contenzioso e ridurre gli oneri assicurativi (ex art. 3-bis d.l. n. 158/2012 convertito dalla l. n. 189/2012, “Balduzzi”), sono espressione della crescente attenzione rivolta alla dimensione qualitativa della prestazione sanitaria erogata ed alla tutela della sicurezza del paziente. Dovendo dunque garantire prestazioni di crescente qualità, al passo con il progresso tecnico-scientifico, risulta inevitabile estendere l’oggetto dello studio dai processi organizzativi “di sistema” al singolo professionista: quali sono le caratteristiche che il medico dovrebbe possedere per essere considerato un “buon medico”? Quale potrebbe essere un efficace strumento di valutazione della “qualità professionale”? E ciò in virtù del fatto che la “credibilità” del medico si fonda spesso su criteri di autoreferenzialità, sulla valutazione dei titoli accademici e sulla dimensione “quantitativa” delle prestazioni, tralasciandone le componente “qualitativa”: ne deriva un necessario ampliamento delle prospettive della professione medica, ben oltre il mero possesso di conoscenze teorico-pratiche.File | Dimensione | Formato | |
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