Il saggio compie un esame della disciplina regionale in materia di servizi sociali, al fine di dimostrare come si sia assistito, negli ultimi anni, alla tendenza a valorizzare il metodo programmatorio degli interventi sociali; sempre più spesso, infatti, le Regioni preferiscono non disciplinare i caratteri fondamentali del modello di welfare da sviluppare, lasciando ampio spazio alle scelte discrezionali dell’amministrazione e, in particolare, agli atti programmatori. Viene quindi valutata l’incidenza degli atti di programmazione (statale, regionale e locale), nel settore sociale, sull’effettiva garanzia di erogazione dei servizi. In particolare, si compie una valutazione delle conseguenze della valorizzazione del metodo programmatorio che ha comportato, di fatto, uno spostamento della regolazione di settore dagli atti legislativi o regolamentari agli “atti amministrativi” generali (i piani), i quali hanno in gran parte sostituito le tradizionali fonti normative (leggi e regolamenti regionali, regolamenti degli enti locali, ecc.), nonché i criteri per la risoluzione delle loro antinomie. Si procede quindi a considerare le conseguenze di un minor ricorso al sistema tradizionale e delle fonti a favore, invece, di atti pianificatori. In particolare, vengono formulate alcune osservazioni sugli effetti degli atti programmatori, sulla loro incidenza sull’attività legislativa e sulla funzione giurisdizionale, nonché sugli strumenti di tutela nei loro confronti. Si compie altresì una valutazione circa l’incidenza degli atti di indirizzo e delle linee guida, statali e regionali, finalizzati, rispettivamente, ad orientare la programmazione regionale e quella locale. Vengono poi esaminati il ruolo e gli effetti delle linee guida e degli standard, qualitativi e quantitativi, elaborati dagli organi pubblici; in un settore in cui molte Regioni hanno scelto di demandare la gestione dei servizi sociali ai privati o al terzo settore, diventa infatti fondamentale il ruolo dell’amministrazione nello stabilire standard e criteri che i soggetti erogatori devono seguire e nel verificare che questi siano stati rispettati. In questo quadro, il saggio affronta i seguenti profili problematici: le difficoltà a determinare i livelli essenziali delle prestazioni sociali (LIVEAS) (difficoltà, ad esempio, a compiere una standardizzazione delle prestazioni sociali e ostacoli di carattere finanziario) e a determinare, al contempo, i costi standard e i fabbisogni standard riguardanti le funzioni fondamentali degli enti locali, i quali svolgono un ruolo di primaria importanza nell’erogazione dei servizi sociali; l’incidenza della determinazione dei LIVEAS sull’attività legislativa ed amministrativa statale e regionale; le conseguenze che potranno derivare della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sul metodo programmatorio dei servizi sociali..

La regolamentazione regionale dei servizi sociali attraverso Piani, atti di indirizzo e linee guida: effetti sulla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni / G. Marchetti (DIRITTO. GRANDI TEMI). - In: Spazio della tecnica e spazio del potere nella tutela dei diritti sociali / [a cura di] P. Bonetti, A. Cardone, A. Cassatella, F. Cortese, A. Deffenu, A. Guazzarotti. - Roma : Aracne, 2014 Nov. - ISBN 9788854872943. - pp. 743-768

La regolamentazione regionale dei servizi sociali attraverso Piani, atti di indirizzo e linee guida: effetti sulla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni

G. Marchetti
2014

Abstract

Il saggio compie un esame della disciplina regionale in materia di servizi sociali, al fine di dimostrare come si sia assistito, negli ultimi anni, alla tendenza a valorizzare il metodo programmatorio degli interventi sociali; sempre più spesso, infatti, le Regioni preferiscono non disciplinare i caratteri fondamentali del modello di welfare da sviluppare, lasciando ampio spazio alle scelte discrezionali dell’amministrazione e, in particolare, agli atti programmatori. Viene quindi valutata l’incidenza degli atti di programmazione (statale, regionale e locale), nel settore sociale, sull’effettiva garanzia di erogazione dei servizi. In particolare, si compie una valutazione delle conseguenze della valorizzazione del metodo programmatorio che ha comportato, di fatto, uno spostamento della regolazione di settore dagli atti legislativi o regolamentari agli “atti amministrativi” generali (i piani), i quali hanno in gran parte sostituito le tradizionali fonti normative (leggi e regolamenti regionali, regolamenti degli enti locali, ecc.), nonché i criteri per la risoluzione delle loro antinomie. Si procede quindi a considerare le conseguenze di un minor ricorso al sistema tradizionale e delle fonti a favore, invece, di atti pianificatori. In particolare, vengono formulate alcune osservazioni sugli effetti degli atti programmatori, sulla loro incidenza sull’attività legislativa e sulla funzione giurisdizionale, nonché sugli strumenti di tutela nei loro confronti. Si compie altresì una valutazione circa l’incidenza degli atti di indirizzo e delle linee guida, statali e regionali, finalizzati, rispettivamente, ad orientare la programmazione regionale e quella locale. Vengono poi esaminati il ruolo e gli effetti delle linee guida e degli standard, qualitativi e quantitativi, elaborati dagli organi pubblici; in un settore in cui molte Regioni hanno scelto di demandare la gestione dei servizi sociali ai privati o al terzo settore, diventa infatti fondamentale il ruolo dell’amministrazione nello stabilire standard e criteri che i soggetti erogatori devono seguire e nel verificare che questi siano stati rispettati. In questo quadro, il saggio affronta i seguenti profili problematici: le difficoltà a determinare i livelli essenziali delle prestazioni sociali (LIVEAS) (difficoltà, ad esempio, a compiere una standardizzazione delle prestazioni sociali e ostacoli di carattere finanziario) e a determinare, al contempo, i costi standard e i fabbisogni standard riguardanti le funzioni fondamentali degli enti locali, i quali svolgono un ruolo di primaria importanza nell’erogazione dei servizi sociali; l’incidenza della determinazione dei LIVEAS sull’attività legislativa ed amministrativa statale e regionale; le conseguenze che potranno derivare della definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sul metodo programmatorio dei servizi sociali..
servizi sociali; programmazione degli interventi sociali, livelli essenziali delle prestazioni
Settore IUS/08 - Diritto Costituzionale
nov-2014
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