Introduzione. Le trasformazioni che gli impianti di incenerimento hanno subito negli ultimi anni hanno consentito una riduzione delle emissioni; ciononostante permangono notevoli preoccupazioni nella popolazione residente nelle vicinanze e incertezze nelle conoscenze scientifiche sugli effetti per la salute [1,3]. In seguito all’autorizzazione rilasciata alla società che gestisce l’inceneritore di rifiuti solidi urbani di Modena per consentirne l’ampliamento e la modernizzazione, è stato imposto di approfondire gli aspetti relativi la sorveglianza sanitaria degli effetti delle emissioni sulla salute della popolazione residente. In quest’ambito è stato effettuato uno studio pilota per valutare il possibile utilizzo di biomarcatori di esposizione ad emissioni da inceneritore. Metodi. Sono stati reclutati 65 soggetti che vivono e lavorano nel raggio di 4 km dall’inceneritore (esposti) e 103 soggetti che vivono e lavorano fuori di questa zona, ma entro una distanza di 15 km dall'inceneritore (controlli). Per ogni soggetto sono state raccolte informazioni su caratteristiche personali, stile di vita, storia residenziale e stato di salute. L'esposizione al particolato proveniente dall’inceneritore è stato stimata utilizzando mappe di ricaduta con modelli di dispersione. Sono stati misurati alcuni metalli in matrice ematica, urinaria e sierica (Pb, Cd, Cu, Zn, Hg, Mn, Ni), benzene, toluene, xileni (BTEX) e acido S-fenilmercapturico (SPMA) urinari e dieci idrocarburi policiclici aromatici (IPA) urinari (da naftalene a crisene). Risultati. Non sono state riscontrate differenze nei livelli di BTEX urinari, SPMA e metalli tra soggetti esposti e non esposti. Tra gli IPA, fenantrene, antracene e pirene erano superiori nei soggetti esposti (livelli mediani 9.5 vs. 7.2 ng/L; 0.8 vs. <0.5 ng/L e 1.6 vs. 1.3 ng/L, p <0,05); inoltre acenaftene, benzo[a]antracene e crisene erano più frequentemente rilevati negli esposti. L'analisi di regressione lineare multipla ha mostrato che Cd e Hg ematici, Mn urinario, fluorene, fenantrene, antracene e pirene urinari erano inversamente correlati alla distanza di residenza dall’impianto. Inoltre Mn urinario, fluorene e fenantrene erano direttamente correlati con l'esposizione al particolato emesso dall’inceneritore [2]. Discussione. Questo studio suggerisce che specifici IPA e alcuni metalli possono fornire informazioni circa l'esposizione derivante dall’inceneritore. In seguito ai risultati di questo studio pilota è stato avviato uno più ampio studio sul campo che coinvolge 500 soggetti della stessa area. Riassunto. Alcuni indicatori biologici di esposizione a IPA e metalli suggeriscono un aumento dei livelli endogeni di queste sostanze nei residenti in prossimità dell’impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani di Modena.
Biomonitoraggio dell’esposizione ad inquinanti in soggetti residenti nelle vicinanze di un inceneritore di rifiuti solidi urbani / S. Fustinoni, L. Campo, L. Erspamer, A. Ranzi, M.G. Gatti, P.E. Bechtold, C.A. Goldoni, P.A. Bertazzi, P. Lauriola. - In: GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA DEL LAVORO ED ERGONOMIA. - ISSN 1592-7830. - 34:4 suppl.(2014 Oct), pp. 52-52. (Intervento presentato al 77. convegno Congresso Nazionale Società Italiana di medicina del Lavoro ed Igiene Industriale (SIMLII) tenutosi a Bologna nel 2014).
Biomonitoraggio dell’esposizione ad inquinanti in soggetti residenti nelle vicinanze di un inceneritore di rifiuti solidi urbani
S. Fustinoni;L. Campo;P.A. BertazziUltimo
;
2014
Abstract
Introduzione. Le trasformazioni che gli impianti di incenerimento hanno subito negli ultimi anni hanno consentito una riduzione delle emissioni; ciononostante permangono notevoli preoccupazioni nella popolazione residente nelle vicinanze e incertezze nelle conoscenze scientifiche sugli effetti per la salute [1,3]. In seguito all’autorizzazione rilasciata alla società che gestisce l’inceneritore di rifiuti solidi urbani di Modena per consentirne l’ampliamento e la modernizzazione, è stato imposto di approfondire gli aspetti relativi la sorveglianza sanitaria degli effetti delle emissioni sulla salute della popolazione residente. In quest’ambito è stato effettuato uno studio pilota per valutare il possibile utilizzo di biomarcatori di esposizione ad emissioni da inceneritore. Metodi. Sono stati reclutati 65 soggetti che vivono e lavorano nel raggio di 4 km dall’inceneritore (esposti) e 103 soggetti che vivono e lavorano fuori di questa zona, ma entro una distanza di 15 km dall'inceneritore (controlli). Per ogni soggetto sono state raccolte informazioni su caratteristiche personali, stile di vita, storia residenziale e stato di salute. L'esposizione al particolato proveniente dall’inceneritore è stato stimata utilizzando mappe di ricaduta con modelli di dispersione. Sono stati misurati alcuni metalli in matrice ematica, urinaria e sierica (Pb, Cd, Cu, Zn, Hg, Mn, Ni), benzene, toluene, xileni (BTEX) e acido S-fenilmercapturico (SPMA) urinari e dieci idrocarburi policiclici aromatici (IPA) urinari (da naftalene a crisene). Risultati. Non sono state riscontrate differenze nei livelli di BTEX urinari, SPMA e metalli tra soggetti esposti e non esposti. Tra gli IPA, fenantrene, antracene e pirene erano superiori nei soggetti esposti (livelli mediani 9.5 vs. 7.2 ng/L; 0.8 vs. <0.5 ng/L e 1.6 vs. 1.3 ng/L, p <0,05); inoltre acenaftene, benzo[a]antracene e crisene erano più frequentemente rilevati negli esposti. L'analisi di regressione lineare multipla ha mostrato che Cd e Hg ematici, Mn urinario, fluorene, fenantrene, antracene e pirene urinari erano inversamente correlati alla distanza di residenza dall’impianto. Inoltre Mn urinario, fluorene e fenantrene erano direttamente correlati con l'esposizione al particolato emesso dall’inceneritore [2]. Discussione. Questo studio suggerisce che specifici IPA e alcuni metalli possono fornire informazioni circa l'esposizione derivante dall’inceneritore. In seguito ai risultati di questo studio pilota è stato avviato uno più ampio studio sul campo che coinvolge 500 soggetti della stessa area. Riassunto. Alcuni indicatori biologici di esposizione a IPA e metalli suggeriscono un aumento dei livelli endogeni di queste sostanze nei residenti in prossimità dell’impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani di Modena.File | Dimensione | Formato | |
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