La crescente domanda di materiale vegetale autoctono per gli interventi di ripristino ambientale, ha recentemente riproposto l’impiego del fiorume, ovvero, nell’accezione attuale, di miscuglio di semi raccolto meccanicamente da prati donatori appositamente selezionati. Questo materiale può essere utilizzato per l’inerbimento di ampie superfici quale alternativa ai miscugli in uso, con vantaggi indiscussi quali il potenziale elevato valore naturalistico e l’elevata biodiversità specifica. Negli ultimi anni il Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia (CFA) ha impostato una filiera di produzione del fiorume che tiene conto anche delle esperienze condotte in altre regioni italiane, in Europa e nel Nord-America. Aspetti fondamentali della filiera sono l’individuazione e la caratterizzazione dei prati donatori. A questo proposito l’Università degli Studi dell’Insubria ha messo a punto un originale indice di qualità che viene calcolato sommando punteggi attribuiti alle specie presenti, e definiti facendo riferimento a criteri quali la distribuzione geografica, gli indici ecologici, la forma biologica, il significato fitosociologico e il livello di protezione cui le specie sono sottoposte. L’analisi tiene conto anche dei fattori logistici e delle indicazioni della normativa vigente in ambito di commercializzazione delle sementi, e tutti dati raccolti sono inseriti in un Registro dei Prati Donatori informatizzato. La filiera prosegue poi con raccolta del fiorume mediante spazzolatrici meccaniche, la sua conservazione temporanea e l’applicazione di appositi trattamenti di omogeneizzazione del prodotto. La certificazione e l’etichettatura del materiale con marchio FLORA AUTOCTONA® completano il processo e prevedono l’esecuzione di un test speditivo in cui, tramite procedure analoghe a quelle proposte dall’International Seed Testing Association per le sementi in purezza, vengono misurati i parametri di purezza, tasso di germinazione e contenuto in semi per unità di peso. Il prodotto finale è a questo punto pronto per la commercializzazione e l’impiego. Seguendo questa filiera, il CFA ha finora seguito la produzione di circa 3.8 tonnellate di fiorume proveniente da una superficie complessiva di circa 75 ha, riferiti a prati magri, prati pingui e pascoli, con una resa media di circa 50 Kg/ha. La caratterizzazione di 66 lotti di fiorume ha evidenziato un contenuto di circa 400 semi per grammo di fiorume, e una capacità germinativa di circa 7000 plantule al metro quadro. Ulteriori analisi, condotte su di un sottoinsieme di lotti di fiorume, hanno inoltre mostrato come nel fiorume siano presenti in media 52 specie, sebbene il dato sia fortemente influenzato dal prato donatore e dal momento fenologico di raccolta. Numerose prove di semina a spaglio e con idrosemina, su diverse tipologie di substrato e in vari contesti ambientali, hanno pure confermato l’efficacia del prodotto, che, anche dal punto di vista tecnico, presenta performances del tutto comparabili con quelle dei miscugli commerciali di qualità.

La filiera del fiorume : dalla raccolta alla commercializzazione / A. Ferrario, A. Bottinelli, R.M. Ceriani, D. Battilana, V. Falanga, B. Cerabolini, S. Pierce, M. Villa. ((Intervento presentato al 10. convegno Congresso Nazionale sulla Biodiversità tenutosi a Roma nel 2014.

La filiera del fiorume : dalla raccolta alla commercializzazione

S. Pierce;
2014

Abstract

La crescente domanda di materiale vegetale autoctono per gli interventi di ripristino ambientale, ha recentemente riproposto l’impiego del fiorume, ovvero, nell’accezione attuale, di miscuglio di semi raccolto meccanicamente da prati donatori appositamente selezionati. Questo materiale può essere utilizzato per l’inerbimento di ampie superfici quale alternativa ai miscugli in uso, con vantaggi indiscussi quali il potenziale elevato valore naturalistico e l’elevata biodiversità specifica. Negli ultimi anni il Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia (CFA) ha impostato una filiera di produzione del fiorume che tiene conto anche delle esperienze condotte in altre regioni italiane, in Europa e nel Nord-America. Aspetti fondamentali della filiera sono l’individuazione e la caratterizzazione dei prati donatori. A questo proposito l’Università degli Studi dell’Insubria ha messo a punto un originale indice di qualità che viene calcolato sommando punteggi attribuiti alle specie presenti, e definiti facendo riferimento a criteri quali la distribuzione geografica, gli indici ecologici, la forma biologica, il significato fitosociologico e il livello di protezione cui le specie sono sottoposte. L’analisi tiene conto anche dei fattori logistici e delle indicazioni della normativa vigente in ambito di commercializzazione delle sementi, e tutti dati raccolti sono inseriti in un Registro dei Prati Donatori informatizzato. La filiera prosegue poi con raccolta del fiorume mediante spazzolatrici meccaniche, la sua conservazione temporanea e l’applicazione di appositi trattamenti di omogeneizzazione del prodotto. La certificazione e l’etichettatura del materiale con marchio FLORA AUTOCTONA® completano il processo e prevedono l’esecuzione di un test speditivo in cui, tramite procedure analoghe a quelle proposte dall’International Seed Testing Association per le sementi in purezza, vengono misurati i parametri di purezza, tasso di germinazione e contenuto in semi per unità di peso. Il prodotto finale è a questo punto pronto per la commercializzazione e l’impiego. Seguendo questa filiera, il CFA ha finora seguito la produzione di circa 3.8 tonnellate di fiorume proveniente da una superficie complessiva di circa 75 ha, riferiti a prati magri, prati pingui e pascoli, con una resa media di circa 50 Kg/ha. La caratterizzazione di 66 lotti di fiorume ha evidenziato un contenuto di circa 400 semi per grammo di fiorume, e una capacità germinativa di circa 7000 plantule al metro quadro. Ulteriori analisi, condotte su di un sottoinsieme di lotti di fiorume, hanno inoltre mostrato come nel fiorume siano presenti in media 52 specie, sebbene il dato sia fortemente influenzato dal prato donatore e dal momento fenologico di raccolta. Numerose prove di semina a spaglio e con idrosemina, su diverse tipologie di substrato e in vari contesti ambientali, hanno pure confermato l’efficacia del prodotto, che, anche dal punto di vista tecnico, presenta performances del tutto comparabili con quelle dei miscugli commerciali di qualità.
2-set-2014
Fiorume ; Prati Stabili ; Conservazione Biodiversità ; Filiera
Settore BIO/03 - Botanica Ambientale e Applicata
Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura
Consiglio Nazionale delle Ricerche
http://www.sisef.it/xbio
La filiera del fiorume : dalla raccolta alla commercializzazione / A. Ferrario, A. Bottinelli, R.M. Ceriani, D. Battilana, V. Falanga, B. Cerabolini, S. Pierce, M. Villa. ((Intervento presentato al 10. convegno Congresso Nazionale sulla Biodiversità tenutosi a Roma nel 2014.
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