L’articolo parte da una riflessione sul ruolo delle Regioni italiane a più di un decennio dalla riforma del Titolo V della Costituzione. La tendenza degli ultimi anni, complice anche la grave crisi economica, è stata quella di un ri-accentramento delle funzioni in capo allo Stato, a scapito delle autonomie territoriali. Tuttavia, il ritorno al passato all’insegna del neo-centralismo non appare né opportuno, né tantomeno funzionale ad una più efficiente gestione delle risorse pubbliche. Nel lavoro vengono avanzate alcune proposte finalizzate a rafforzare il ruolo delle Regioni nell’ordinamento italiano e a dare un nuovo impulso alla loro autonomia. In particolare, è senz’altro necessario rivedere e razionalizzare il riparto delle competenze legislative tra Stato e Regioni per prevenire i conflitti. Si propone, inoltre, di rilanciare il c.d. “regionalismo differenziato” e superare il modello del regionalismo dell’uniformità che ha impedito, sino ad oggi, di calibrare gli interventi e le politiche sulla base delle effettive – e differenziate – esigenze dei territori. Le questioni trattate vengono analizzate anche alla luce del ddl di revisione costituzionale presentato dal Governo Renzi il 31 marzo 2014 che interviene sul Titolo V della Costituzione e sul superamento del bicameralismo paritario.

Alcune proposte per un nuovo impulso al ruolo delle Regioni nella Repubblica delle Autonomie (anche alla luce del ddl costituzionale del Governo Renzi) / F. Scuto - In: Centro Studi sul Federalismo. Research papers[s.l] : Centro Studi sul Federalismo, 2014. - ISBN 9788896871492. - pp. 1-22

Alcune proposte per un nuovo impulso al ruolo delle Regioni nella Repubblica delle Autonomie (anche alla luce del ddl costituzionale del Governo Renzi)

F. Scuto
2014

Abstract

L’articolo parte da una riflessione sul ruolo delle Regioni italiane a più di un decennio dalla riforma del Titolo V della Costituzione. La tendenza degli ultimi anni, complice anche la grave crisi economica, è stata quella di un ri-accentramento delle funzioni in capo allo Stato, a scapito delle autonomie territoriali. Tuttavia, il ritorno al passato all’insegna del neo-centralismo non appare né opportuno, né tantomeno funzionale ad una più efficiente gestione delle risorse pubbliche. Nel lavoro vengono avanzate alcune proposte finalizzate a rafforzare il ruolo delle Regioni nell’ordinamento italiano e a dare un nuovo impulso alla loro autonomia. In particolare, è senz’altro necessario rivedere e razionalizzare il riparto delle competenze legislative tra Stato e Regioni per prevenire i conflitti. Si propone, inoltre, di rilanciare il c.d. “regionalismo differenziato” e superare il modello del regionalismo dell’uniformità che ha impedito, sino ad oggi, di calibrare gli interventi e le politiche sulla base delle effettive – e differenziate – esigenze dei territori. Le questioni trattate vengono analizzate anche alla luce del ddl di revisione costituzionale presentato dal Governo Renzi il 31 marzo 2014 che interviene sul Titolo V della Costituzione e sul superamento del bicameralismo paritario.
Settore IUS/09 - Istituzioni di Diritto Pubblico
Settore IUS/08 - Diritto Costituzionale
2014
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