La ricerca si concentra sulla fase giovanile della parabola poetica di Giovanni Raboni, e in particolare sulla composizione di Gesta Romanorum (i cui testi risalgono ai primi anni Cinquanta) e di Le case della Vetra (pubblicato nel 1966). La principale prospettiva metodologica adottata è quella della stilistica e degli studi storico-linguistici applicati all’interpretazione dei fenomeni letterari. Uno degli obiettivi primari del lavoro è quello di indagare quale soluzione Raboni abbia proposto al problema capitale di dare forma a un linguaggio poetico non sovrapponibile e in molti casi nemmeno accostabile al codice lirico tradizionale, e tuttavia dotato di un quid in grado di distinguerlo dalla lingua di grado zero. Il primo capitolo (Lo stile semplice in poesia), che rappresenta la premessa teorica e storico-linguistica del lavoro, individua nei rivolgimenti della seconda metà degli anni Cinquanta, che hanno fatto dell’italiano una “lingua di tutti”, la premessa fondamentale della poesia di Raboni. Questi, infatti, si è precocemente inserito nella schiera dei poeti che hanno cercato di dare una risposta positiva agli stimoli provenienti da quella realtà in rapida mutazione, anzitutto avvicinando il linguaggio dei propri versi a quella che si stava imponendo come lingua comune. Nel secondo capitolo a ciascuna delle sezioni di Le case della Vetra è dedicato un paragrafo, nel quale una poesia (Risanamento; Canzone; Città dall’alto) è eletta a campione significativo a cui è possibile applicare la prospettiva d’indagine illustrata nelle pagine d’apertura. Viene in questo modo mostrato il lento cammino di Raboni verso una simulazione sempre più accorta del parlato in poesia. Il terzo capitolo illustra le ragione di fondo delle opzioni stilistiche precedentemente descritte. Il primo fattore significativo è individuato nella particolare attenzione che il giovane Raboni riservava alla letteratura modernista anglosassone. La ricerca si giova anche di un prezioso materiale finora pressoché ignorato dalla critica: i saggi letterari pubblicati da Raboni nella seconda metà degli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta, che contengono originali e acute letture e forniscono utili indicazioni per la comprensioni delle scelte raboniane in poesia. Il secondo fattore decisivo è individuato nella fenomenologia di Edmund Husserl filtrata attraverso i lavori di Enzo Paci, alla cui rivista, «aut aut», Raboni in quegli stessi anni collaborava intensamente. Tale ascendenza intellettuale dalla scuola fenomenologica rimarrà a fondamento del lavoro raboniano fin verso la metà degli anni Ottanta, quando il poeta milanese si è progressivamente avvicinato al marxismo critico di Franco Fortini. L’appendice della tesi affronta il nodo testuale costituito da Gesta Romanorum, un libro del quale Raboni non ha mai fornito una versione completa e attendibile. Muta l’approccio metodologico del lavoro, che ora si sposta sul piano della ricostruzione filologico-testuale. Vengono dapprima individuate tutte le liriche riconducibili a questo magmatico libro apparse a stampa nel corso di un cinquantennio. Viene inoltre dato conto di un ritrovamento effettuato nel corso della ricerca: tra le carte di Carlo Betocchi, conservate presso l’Archivio Contemporaneo Bonsanti di Firenze, ho ritrovato il dattiloscritto inedito – risalente al 1953 e considerato perduto sia Raboni, sia dalla critica raboniana – che contiene la prima e più articolata testimonianza del nucleo di Gesta Romanorum. Il fondo Betocchi contiene anche un’altra fondamentale testimonianza della poesia giovanile di Raboni: una plaquette di quindici testi intitolata La Passione secondo San Luca, fino a oggi ignota, ma nella quale va riconosciuta la più compiuta e matura testimonianza della prima produzione raboniana.

Una stilistica dell’usuale : gli esordi poetici di Giovanni Raboni tra ‘stile semplice’ e ‘grande stile’ (1950-1965) / L. Daino ; E. Esposito, G. Beccaria, A. Bertoni. DIPARTIMENTO DI STUDI LETTERARI, FILOLOGICI E LINGUISTICI, 2010 Feb. 22. ciclo, Anno Accademico 2008/2009.

Una stilistica dell’usuale : gli esordi poetici di Giovanni Raboni tra ‘stile semplice’ e ‘grande stile’ (1950-1965)

L. Daino
2010

Abstract

La ricerca si concentra sulla fase giovanile della parabola poetica di Giovanni Raboni, e in particolare sulla composizione di Gesta Romanorum (i cui testi risalgono ai primi anni Cinquanta) e di Le case della Vetra (pubblicato nel 1966). La principale prospettiva metodologica adottata è quella della stilistica e degli studi storico-linguistici applicati all’interpretazione dei fenomeni letterari. Uno degli obiettivi primari del lavoro è quello di indagare quale soluzione Raboni abbia proposto al problema capitale di dare forma a un linguaggio poetico non sovrapponibile e in molti casi nemmeno accostabile al codice lirico tradizionale, e tuttavia dotato di un quid in grado di distinguerlo dalla lingua di grado zero. Il primo capitolo (Lo stile semplice in poesia), che rappresenta la premessa teorica e storico-linguistica del lavoro, individua nei rivolgimenti della seconda metà degli anni Cinquanta, che hanno fatto dell’italiano una “lingua di tutti”, la premessa fondamentale della poesia di Raboni. Questi, infatti, si è precocemente inserito nella schiera dei poeti che hanno cercato di dare una risposta positiva agli stimoli provenienti da quella realtà in rapida mutazione, anzitutto avvicinando il linguaggio dei propri versi a quella che si stava imponendo come lingua comune. Nel secondo capitolo a ciascuna delle sezioni di Le case della Vetra è dedicato un paragrafo, nel quale una poesia (Risanamento; Canzone; Città dall’alto) è eletta a campione significativo a cui è possibile applicare la prospettiva d’indagine illustrata nelle pagine d’apertura. Viene in questo modo mostrato il lento cammino di Raboni verso una simulazione sempre più accorta del parlato in poesia. Il terzo capitolo illustra le ragione di fondo delle opzioni stilistiche precedentemente descritte. Il primo fattore significativo è individuato nella particolare attenzione che il giovane Raboni riservava alla letteratura modernista anglosassone. La ricerca si giova anche di un prezioso materiale finora pressoché ignorato dalla critica: i saggi letterari pubblicati da Raboni nella seconda metà degli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta, che contengono originali e acute letture e forniscono utili indicazioni per la comprensioni delle scelte raboniane in poesia. Il secondo fattore decisivo è individuato nella fenomenologia di Edmund Husserl filtrata attraverso i lavori di Enzo Paci, alla cui rivista, «aut aut», Raboni in quegli stessi anni collaborava intensamente. Tale ascendenza intellettuale dalla scuola fenomenologica rimarrà a fondamento del lavoro raboniano fin verso la metà degli anni Ottanta, quando il poeta milanese si è progressivamente avvicinato al marxismo critico di Franco Fortini. L’appendice della tesi affronta il nodo testuale costituito da Gesta Romanorum, un libro del quale Raboni non ha mai fornito una versione completa e attendibile. Muta l’approccio metodologico del lavoro, che ora si sposta sul piano della ricostruzione filologico-testuale. Vengono dapprima individuate tutte le liriche riconducibili a questo magmatico libro apparse a stampa nel corso di un cinquantennio. Viene inoltre dato conto di un ritrovamento effettuato nel corso della ricerca: tra le carte di Carlo Betocchi, conservate presso l’Archivio Contemporaneo Bonsanti di Firenze, ho ritrovato il dattiloscritto inedito – risalente al 1953 e considerato perduto sia Raboni, sia dalla critica raboniana – che contiene la prima e più articolata testimonianza del nucleo di Gesta Romanorum. Il fondo Betocchi contiene anche un’altra fondamentale testimonianza della poesia giovanile di Raboni: una plaquette di quindici testi intitolata La Passione secondo San Luca, fino a oggi ignota, ma nella quale va riconosciuta la più compiuta e matura testimonianza della prima produzione raboniana.
feb-2010
Giovanni Raboni ; poesia italiana del Novecento; esordi poetici ; documenti sconosciuti e inediti
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
TURCHETTA, GIOVANNI
SPERA, FRANCESCO
Doctoral Thesis
Una stilistica dell’usuale : gli esordi poetici di Giovanni Raboni tra ‘stile semplice’ e ‘grande stile’ (1950-1965) / L. Daino ; E. Esposito, G. Beccaria, A. Bertoni. DIPARTIMENTO DI STUDI LETTERARI, FILOLOGICI E LINGUISTICI, 2010 Feb. 22. ciclo, Anno Accademico 2008/2009.
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