Il Quercino, a causa della sua indole schiva ed elusiva, dalle abitudini strettamente notturne, è assai difficile da osservare in natura ed è per questo una specie poco conosciuta sul territorio orobico bergamasco; basti pensare che in provincia di Bergamo le uniche segnalazioni accertate della specie, conservate presso il Museo di Scienze Naturali "Caffi", sono solo 3 e risalgono al 1912, 1967 e 1991. Il presente lavoro, che deriva da un ampio studio triennale (20 I0-20 12) finalizzato alla definizione di presenza/assenza di specie di piccoli mammiferi sulle Orobie bergamasche, raccoglie una serie di dati di presenza e parametri biometrici che permettono innanzitutto di riconfermare, a distanza di anni, la presenza del Quercino sulle Orobie bergamasche e in secondo luogo di avere un quadro approssimativo della distribuzione oltre a raccogliere una serie di parametri utili per la comparazione tra individui delle diverse popolazioni. Sono state prese in esame 4 aree del settore montano delle Orobie in provincia di Bergamo utilizzando il metodo del trappolaggio a vivo su 64 transetti (16 per area) di lunghezza 100 m, disposti per fasce altitudinali (comprese tra 1000 e 2000 m s.l.m.) e rappresentativi degli ambienti presenti per un totale di 320 trappole modello Sherman, attive per tre notti consecutive e controllate quotidianamente; per ogni area sono state effettuate 4 sessioni di cattura (giugno, luglio, agosto e settembre) per un totale di 3840 notti trappola. Ogni individuo catturato è stato misurato (piede posteriore, coda, orecchio), pesato e liberato nel luogo di cattura. Per implementare l'analisi sono stati inoltre utilizzati 64 hair tube (uno per transetto) per il campionamento dei peli e successivamente, con l'ausilio di un microscopio ottico, si è proceduto alla loro attribuzione. La raccolta dei dati di presenza ha permesso l'elaborazione di mappe di distribuzione con informazioni indicanti l'esatta ubicazione spaziale e una serie di variabili ambientali relative alla stazione di rilevamento; sulla base dei dati puntuali di presenza della specie, mediante l'utilizzo del software MaxEnt, sono state inoltre realizzate mappe di presenza potenziale della specie. Nel corso dell'indagine la specie è stata contattata 33 volte; questo dato, modesto se confrontato al numero di notti trappola, costituisce comunque un caso di studio di rilevante interesse scientifico e conservazionistico per la specie. Effettuando un confronto delle misure somatiche e del peso di individui campionati nel COISO dell'indagine con dati bibliografici di popolazioni provenienti dalle Alpi centro-orientali si osserva una similitudine di risultati ad eccezione della coda che risulta essere più corta negli individui bergamaschi. La serie di dati disponibili non è sufficiente a proporre valutazioni relative al trend di popolazione ma si pone come punto di partenza per futuri studi della specie.
Analisi della microteriofauna orobica : il caso del quercino (Elyomis quercinus) / C. Crotti, L. Rocchi, M. Ori, G. Grilli. ((Intervento presentato al 2. convegno Convegno nazionale sui piccoli mammiferi : piccoli mammiferi in un mondo che cambia tenutosi a Ercolano nel 2013.
Analisi della microteriofauna orobica : il caso del quercino (Elyomis quercinus)
G. Grilli
2013
Abstract
Il Quercino, a causa della sua indole schiva ed elusiva, dalle abitudini strettamente notturne, è assai difficile da osservare in natura ed è per questo una specie poco conosciuta sul territorio orobico bergamasco; basti pensare che in provincia di Bergamo le uniche segnalazioni accertate della specie, conservate presso il Museo di Scienze Naturali "Caffi", sono solo 3 e risalgono al 1912, 1967 e 1991. Il presente lavoro, che deriva da un ampio studio triennale (20 I0-20 12) finalizzato alla definizione di presenza/assenza di specie di piccoli mammiferi sulle Orobie bergamasche, raccoglie una serie di dati di presenza e parametri biometrici che permettono innanzitutto di riconfermare, a distanza di anni, la presenza del Quercino sulle Orobie bergamasche e in secondo luogo di avere un quadro approssimativo della distribuzione oltre a raccogliere una serie di parametri utili per la comparazione tra individui delle diverse popolazioni. Sono state prese in esame 4 aree del settore montano delle Orobie in provincia di Bergamo utilizzando il metodo del trappolaggio a vivo su 64 transetti (16 per area) di lunghezza 100 m, disposti per fasce altitudinali (comprese tra 1000 e 2000 m s.l.m.) e rappresentativi degli ambienti presenti per un totale di 320 trappole modello Sherman, attive per tre notti consecutive e controllate quotidianamente; per ogni area sono state effettuate 4 sessioni di cattura (giugno, luglio, agosto e settembre) per un totale di 3840 notti trappola. Ogni individuo catturato è stato misurato (piede posteriore, coda, orecchio), pesato e liberato nel luogo di cattura. Per implementare l'analisi sono stati inoltre utilizzati 64 hair tube (uno per transetto) per il campionamento dei peli e successivamente, con l'ausilio di un microscopio ottico, si è proceduto alla loro attribuzione. La raccolta dei dati di presenza ha permesso l'elaborazione di mappe di distribuzione con informazioni indicanti l'esatta ubicazione spaziale e una serie di variabili ambientali relative alla stazione di rilevamento; sulla base dei dati puntuali di presenza della specie, mediante l'utilizzo del software MaxEnt, sono state inoltre realizzate mappe di presenza potenziale della specie. Nel corso dell'indagine la specie è stata contattata 33 volte; questo dato, modesto se confrontato al numero di notti trappola, costituisce comunque un caso di studio di rilevante interesse scientifico e conservazionistico per la specie. Effettuando un confronto delle misure somatiche e del peso di individui campionati nel COISO dell'indagine con dati bibliografici di popolazioni provenienti dalle Alpi centro-orientali si osserva una similitudine di risultati ad eccezione della coda che risulta essere più corta negli individui bergamaschi. La serie di dati disponibili non è sufficiente a proporre valutazioni relative al trend di popolazione ma si pone come punto di partenza per futuri studi della specie.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.