“La natura dell’economia moderna ha subito un sostanziale impoverimento a causa della distanza venutasi a creare tra l’economia e l’etica” (Sen 1987): da questo postulato muove La società generosa (Milano, Feltrinelli, 2014) di Pier Mario Vello e Martina Reolon, testo che restituisce una centralità spesso dimenticata all’individuo, come motore di ogni azione possibile, come ultimo depositario di valori, come ens construens di ogni futura società e di ogni possibile benessere. Gli autori indicano come da lungo tempo siano stati riconosciuti legami profondi fra la generosità e l’attività dell’intelletto, poiché, a guardar bene la generosità è aspetto fondativo dello sviluppo della mente (…). La generosità ha profondi legami con la possibilità stessa di una cognizione allargata e flessibile del mondo che circonda. Il canale profondo che collega generosità con creatività passa attraverso la cognizione premurosa e, soprattutto, attraverso l’immaginazione” (p. 52) La generosità vola leggera per sovrabbondanza d’essere: “ (…) è come un paradigma sovramorale, non settario, areligioso, non fideistico, transnazionale, sovraetnico.” (p. 50), in un rapporto simpatetico con la creatività, e con almeno sette caratteristiche che si riscontrano specularmente nell’una e nell’altra: 1. operano attraverso l’integrazione e l’inclusione; 2. in loro è presente la gratuità ed è assente il calcolo; 3. possiedono capacità di attesa; 4. hanno una dimensione giocosa; 5. tollerano il vuoto, l’incertezza, il rischio; 6. sono produttive e generano abbondanza; 7. questi sei elementi si rafforzano tra loro attraverso un’azione sinergica.

Presentazione del libro "La società generosa" di Pier Mario Vello e Martina Reolonpresso la Casa della Cultura di Milano(2014 May 16).

Presentazione del libro "La società generosa" di Pier Mario Vello e Martina Reolonpresso la Casa della Cultura di Milano

2014

Abstract

“La natura dell’economia moderna ha subito un sostanziale impoverimento a causa della distanza venutasi a creare tra l’economia e l’etica” (Sen 1987): da questo postulato muove La società generosa (Milano, Feltrinelli, 2014) di Pier Mario Vello e Martina Reolon, testo che restituisce una centralità spesso dimenticata all’individuo, come motore di ogni azione possibile, come ultimo depositario di valori, come ens construens di ogni futura società e di ogni possibile benessere. Gli autori indicano come da lungo tempo siano stati riconosciuti legami profondi fra la generosità e l’attività dell’intelletto, poiché, a guardar bene la generosità è aspetto fondativo dello sviluppo della mente (…). La generosità ha profondi legami con la possibilità stessa di una cognizione allargata e flessibile del mondo che circonda. Il canale profondo che collega generosità con creatività passa attraverso la cognizione premurosa e, soprattutto, attraverso l’immaginazione” (p. 52) La generosità vola leggera per sovrabbondanza d’essere: “ (…) è come un paradigma sovramorale, non settario, areligioso, non fideistico, transnazionale, sovraetnico.” (p. 50), in un rapporto simpatetico con la creatività, e con almeno sette caratteristiche che si riscontrano specularmente nell’una e nell’altra: 1. operano attraverso l’integrazione e l’inclusione; 2. in loro è presente la gratuità ed è assente il calcolo; 3. possiedono capacità di attesa; 4. hanno una dimensione giocosa; 5. tollerano il vuoto, l’incertezza, il rischio; 6. sono produttive e generano abbondanza; 7. questi sei elementi si rafforzano tra loro attraverso un’azione sinergica.
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