Mantenere in vita un neonato estremamente prematuro : possibilità, aspetti bioetici, coinvolgimento dell'ostetrica

Gli attuali progressi nell’assistenza neonatale hanno notevolmente migliorato la prognosi e le probabilità di sopravvivenza dei neonati in condizioni critiche o molto pretermine ed hanno di fatto modificato il concetto stesso ed i limiti della così detta “vitalità”. Tuttavia, in alcune circostanze, quando il decesso del bambino può essere solo temporaneamente posposto, a prezzo di gravi sofferenze, o quando la sopravvivenza si associa con gravissime disabilità permanenti ed una vita intollerabile per il bambino e la sua famiglia, potrebbe non essere appropriato utilizzare tutti i supporti artificiali della terapia intensiva neonatale. In tali circostanze la limitazione dei trattamenti intensivi (“non inizio” o “sospensione”), peraltro invasivi e dolorosi, potrebbe rappresentare una alternativa più umana e ragionevole. In questa tesi vengono esaminati e discussi i principi etici che sottendono tali difficili decisioni, le situazioni più frequenti in cui esse possono essere prese in considerazione, il ruolo dei genitori nel processo decisionale e quali sono le opinioni e i comportamenti delle ostetriche. Tutto questo mettendo a confronto le Evidence Based Medicine con gli ultimi dati incoraggianti raccolti presso la Clinica Mangiagalli di Milano. Lo studio pertanto si basa su una raccolta epidemiologica che mostra grandi differenze quantitative riguardo alla sopravvivenza tra i neonati nati nell’anno 2011 e 2012 con, però, non indifferenti e sottovalutabili esiti in termini di qualità di vita. Il coinvolgimento dell’ostetrica è parte determinante della buona riuscita di una comunicazione efficace e olistica alla coppia. Viene posto loro un questionario riferito alla propria esperienza lavorativa ineluttabilmente influenzata da principi, valori e morale legati all’essere donna e, in certi casi, madre.