Il contributo si sofferma su un esempio specifico della pratica di traduzione, trasformazione e commento del corpus tragico antico per il teatro tedesco inteso come come forma di (ri-)scrittura. La nota filiazione Hölderlin-Brecht-Müller è stata oggetto di alcune letture critiche, anche se gran parte dell’attenzione scientifica si è concentrata di volta in volta vuoi sul Sofocle hölderliniano, vuoi su una delle due rielaborazioni novecentesche. Il contributo, dopo una necessaria premessa contestualizzante, intende illuminare la triplice costellazione da un angolo finora poco battuto dagli studi specifici: si tenta di rovesciare l’ assunto critico che rintraccia solo nei tardi rielaboratori una precisa intenzionalità performativa nella (ri-)scrittura di Sofocle e si ripercorre a ritroso la filiazione fino al suo momento d’origine, dove già la traduzione e il commento dei drammi antichi sono intesi come forme di scrittura creativa e interpretativa finalizzate alla vivificazione concreta, sulla scena, della parola tragica.
(Ri-)Scrivere per il teatro: Hölderlin – Brecht – Müller / M. Castellari. - In: BOLLETTINO DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA DI GERMANISTICA. - ISSN 1974-1944. - VII:(2014 Feb), pp. 51-60. ((Intervento presentato al 6. convegno Scrivere. Generi, pratiche, medialità (VI Convegno Scientifico dell'Associazione Italiana di Germanistica) tenutosi a Roma nel 2013.
(Ri-)Scrivere per il teatro: Hölderlin – Brecht – Müller
M. Castellari
2014
Abstract
Il contributo si sofferma su un esempio specifico della pratica di traduzione, trasformazione e commento del corpus tragico antico per il teatro tedesco inteso come come forma di (ri-)scrittura. La nota filiazione Hölderlin-Brecht-Müller è stata oggetto di alcune letture critiche, anche se gran parte dell’attenzione scientifica si è concentrata di volta in volta vuoi sul Sofocle hölderliniano, vuoi su una delle due rielaborazioni novecentesche. Il contributo, dopo una necessaria premessa contestualizzante, intende illuminare la triplice costellazione da un angolo finora poco battuto dagli studi specifici: si tenta di rovesciare l’ assunto critico che rintraccia solo nei tardi rielaboratori una precisa intenzionalità performativa nella (ri-)scrittura di Sofocle e si ripercorre a ritroso la filiazione fino al suo momento d’origine, dove già la traduzione e il commento dei drammi antichi sono intesi come forme di scrittura creativa e interpretativa finalizzate alla vivificazione concreta, sulla scena, della parola tragica.File | Dimensione | Formato | |
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