Lo scritto descrive gli esiti di una ricerca preordinata a conoscere i lineamenti di diritto costituzionale della Regione Lombardia riguardanti gli enti locali territoriali, ossia i Comuni, le Province e le Città metropolitane. L’indagine ha interessato una notevole quantità di materiale di natura legislativa (soprattutto di provenienza statale) e giurisprudenziale (in sintesi, le decisioni rese dalla Corte costituzionale); l’analisi del funzionamento in concreto delle istituzioni è stata invece nettamente recessiva, avendo potuto contare su studi relativamente poco numerosi e comunque fondati, per ammissione dei loro stessi autori, su informazioni parziali o di difficile lettura. Alla luce delle analisi svolte, lo scritto evidenzia il notevole cambiamento che ha interessato i modi di intendere il significato e la portata dei dati normativi contenuti nella Costituzione nel corso delle operazioni di utilizzo da parte degli organi legislativi ai quali era stato affidato il compito di dare attuazione alla riforma costituzionale. Mentre la legge cost. n. 3/2001 era stata probabilmente concepita dalla politica come un provvedimento che avrebbe potuto e dovuto segnare per l’Italia un viaggio senza ritorno nella realizzazione di una nuova divisione verticale dei poteri, nella quale i livelli di governo periferici avrebbero rivestito una posizione predominante, gli sviluppi successivi del sistema giuridico formale sono stati invece espressione di scelte di politica istituzionale sotto molti profili opposte. Per il concorrere di molteplici fattori, gli impulsi a delocalizzare ufficialmente poteri e responsabilità manifestatisi negli anni Novanta, pur non senza contraddizioni, si sono arrestati proprio nel momento in cui si era creduto fossero state poste le premesse giuridiche perché divenissero stabilmente più intensi. Per effetto di questa evoluzione, non contrastata dalla Corte costituzionale se non con mezzi insufficienti, il diritto costituzionale della Regione Lombardia non ha assunto, nella parte relativa all’ordinamento degli enti locali territoriali, lineamenti coerenti con quelli che ci si sarebbe dovuti attendere dando credito alle dichiarazioni dei promotori della riforma costituzionale del 2001 e, ancor più, alle previsioni e agli auspici di molti di coloro che avevano seguito la gestazione e la nascita della medesima; ha invece mantenuto, nella forma almeno, i tratti somatici che aveva sviluppato quando era ancora vigente il vecchio Titolo V, parte II, della Costituzione.

La Regione e gli Enti locali / A. Rovagnati - In: Lineamenti di diritto costituzionale della Regione Lombardia / L. Violini, G. Ragone, F. Semeraro, F. Furlan, M. E. Gennusa, Q. Camerlengo, M. Gorlani, G. Matucci, L. Antonini, M. Bergo, A. Baraggia, M.M. Giungi, B. Vimercati, A. Osti, D. Capone, S. Ninatti, E. Fagnani, A. Venturi, A. Rovagnati, S. Troilo, M. Carrer ; [a cura di] Q. Camerlengo, L. Violini. - Torino : G. Giappichelli Editore, 2014. - ISBN 9788834879825.

La Regione e gli Enti locali

A. Rovagnati
2014

Abstract

Lo scritto descrive gli esiti di una ricerca preordinata a conoscere i lineamenti di diritto costituzionale della Regione Lombardia riguardanti gli enti locali territoriali, ossia i Comuni, le Province e le Città metropolitane. L’indagine ha interessato una notevole quantità di materiale di natura legislativa (soprattutto di provenienza statale) e giurisprudenziale (in sintesi, le decisioni rese dalla Corte costituzionale); l’analisi del funzionamento in concreto delle istituzioni è stata invece nettamente recessiva, avendo potuto contare su studi relativamente poco numerosi e comunque fondati, per ammissione dei loro stessi autori, su informazioni parziali o di difficile lettura. Alla luce delle analisi svolte, lo scritto evidenzia il notevole cambiamento che ha interessato i modi di intendere il significato e la portata dei dati normativi contenuti nella Costituzione nel corso delle operazioni di utilizzo da parte degli organi legislativi ai quali era stato affidato il compito di dare attuazione alla riforma costituzionale. Mentre la legge cost. n. 3/2001 era stata probabilmente concepita dalla politica come un provvedimento che avrebbe potuto e dovuto segnare per l’Italia un viaggio senza ritorno nella realizzazione di una nuova divisione verticale dei poteri, nella quale i livelli di governo periferici avrebbero rivestito una posizione predominante, gli sviluppi successivi del sistema giuridico formale sono stati invece espressione di scelte di politica istituzionale sotto molti profili opposte. Per il concorrere di molteplici fattori, gli impulsi a delocalizzare ufficialmente poteri e responsabilità manifestatisi negli anni Novanta, pur non senza contraddizioni, si sono arrestati proprio nel momento in cui si era creduto fossero state poste le premesse giuridiche perché divenissero stabilmente più intensi. Per effetto di questa evoluzione, non contrastata dalla Corte costituzionale se non con mezzi insufficienti, il diritto costituzionale della Regione Lombardia non ha assunto, nella parte relativa all’ordinamento degli enti locali territoriali, lineamenti coerenti con quelli che ci si sarebbe dovuti attendere dando credito alle dichiarazioni dei promotori della riforma costituzionale del 2001 e, ancor più, alle previsioni e agli auspici di molti di coloro che avevano seguito la gestazione e la nascita della medesima; ha invece mantenuto, nella forma almeno, i tratti somatici che aveva sviluppato quando era ancora vigente il vecchio Titolo V, parte II, della Costituzione.
Regione ; Enti locali
Settore IUS/08 - Diritto Costituzionale
Settore IUS/09 - Istituzioni di Diritto Pubblico
Settore IUS/10 - Diritto Amministrativo
2014
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