Il periodo dopo il parto è una fase speciale della vita della donna e del bambino che coinvolge aspetti personali e sociali. E' caratterizzato da forti emozioni, cambiamenti fisici importanti, mutamenti nelle relazioni interpersonali, e coincide con l'acquisizione di un nuovo ruolo, di una nuova identità, specialmente nelle donne alla prima esperienza. Tutto questo richiede buone capacità d'adattamento. In passato la puerpera veniva trattenuta in ospedale per più di una settimana, anche in assenza di complicanze, ed a casa, si trovava al centro dell'attenzione della propria famiglia, spesso numerosa e pronta ad accudirla e sostenerla per tutto il periodo del puerperio (circa 40 giorni). Oggi a causa delle crescenti pressioni di tipo sociale, economico e lavorativo le puerpere, in assenza di complicanze, vengono dimesse dall'ospedale in tempi precoci (entro 48-72 ore). In questo modo si rischia di lasciare puerpere e neonati abbandonati a sé stessi a causa della carenza assistenziale al rientro a casa. Il puerperio viene, infatti, considerato un periodo secondario rispetto alla gravidanza e al parto, gestito da un punto di vista assistenziale secondo modelli di semplice attesa e sorveglianza. La dimissione in seconda-terza giornata di vita del bambino è ormai diventata una prassi comune in numerosi punti nascita italiani. Tutto ciò necessita di un'adeguata organizzazione dei percorsi diagnostici e assistenziali disponibili e di un supporto territoriale organizzato per la famiglia. Occorre perciò compiere uno sforzo per creare e rendere operativo un percorso assistenziale che cerchi di prevenire l'insorgere dei problemi e nel contempo sia operativo nel sostegno emotivo della coppia e del neonato. L'area materno-infantile viene riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a livello mondiale e dal Piano Sanitario Nazionale (1998-2000) degna di priorità tanto da prevedere uno specifico Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI). Esso presenta come obiettivo generale il miglioramento del benessere psicofisico della puerpera e del neonato, promuovendo un'offerta attiva alle puerpere attraverso l'attribuzione di un ruolo centrale ai consultori familiari. La gestante deve essere informata già durante la gravidanza sui servizi offerti nei vari punti nascita, per garantire la scelta, ove possibile, di un punto nascita presso il quale sia presente una assistenza extraospedaliera successiva alla dimissione. Secondo il principio di continuità assistenziale, si deve quindi prevedere un primo intervento in ospedale e un successivo intervento sul territorio. Per poter mettere in pratica in modo ottimale un'adeguata assistenza nel puerperio e nel periodo neonatale è necessario tenere sempre in considerazione il desiderio della madre, il suo stato di salute, la stabilità e la condizione fisica del neonato. La dimissione dal punto nascita della madre e del bambino e, in particolare, l'attività dei servizi territoriali in un'ottica di continuità assistenziale necessita di strumenti adeguati che possano essere utilizzati dall’ostetrica. L'ostetrica operante nei consultori familiari, essendo una professionista della salute e, come afferma il D.M. 740 del 14 settembre 1994, avendo piena autonomia nell'assistenza al puerperio fisiologico, può proporre un'offerta attiva di visite domiciliari, allo scopo di mettere in atto una serie di interventi socio sanitari, volti al benessere psico-fisico della madre e del bambino. L'intervento assistenziale a domicilio, oltre a garantire l'assistenza sanitaria nei primi giorni dopo la nascita, risulta fondamentale per valorizzare le naturali capacità materne nel rispondere ai bisogni del bambino, per facilitare l’allattamento al seno e per favorire la conoscenza e l’utilizzo dei servizi territoriali dell'area materno-infantile. Pertanto con questo studio si strutturerà che l'intervento assistenziale domiciliare sia supportato dall'utilizzo di uno strumento ad hoc, come una scheda personale della puerpera, che ha lo scopo di garantire una raccolta organica e puntuale dei dati attinenti ad ogni singolo incontro con la donna ed il neonato. L'impiego di una scheda apposita consente la raccolta di informazioni, finalizzata alla presa di decisioni per la soluzione di problemi di salute. Essa fornisce una base informativa per scelte assistenziali razionali e per garantire continuità assistenziale, documentando il quadro clinico, il processo diagnostico-terapeutico realizzato nel corso degli incontri ed i risultati conseguiti.

Una scheda per l'assistenza domiciliare al puerperio fisiologico quale strumento per un modello di best practice ostetrica / M. Campoleoni, S. Zorzan, P.A. Mauri. - Milano : Università degli Studi di Milano, 2013 Nov.

Una scheda per l'assistenza domiciliare al puerperio fisiologico quale strumento per un modello di best practice ostetrica

S. Zorzan;P.A. Mauri
2013

Abstract

Il periodo dopo il parto è una fase speciale della vita della donna e del bambino che coinvolge aspetti personali e sociali. E' caratterizzato da forti emozioni, cambiamenti fisici importanti, mutamenti nelle relazioni interpersonali, e coincide con l'acquisizione di un nuovo ruolo, di una nuova identità, specialmente nelle donne alla prima esperienza. Tutto questo richiede buone capacità d'adattamento. In passato la puerpera veniva trattenuta in ospedale per più di una settimana, anche in assenza di complicanze, ed a casa, si trovava al centro dell'attenzione della propria famiglia, spesso numerosa e pronta ad accudirla e sostenerla per tutto il periodo del puerperio (circa 40 giorni). Oggi a causa delle crescenti pressioni di tipo sociale, economico e lavorativo le puerpere, in assenza di complicanze, vengono dimesse dall'ospedale in tempi precoci (entro 48-72 ore). In questo modo si rischia di lasciare puerpere e neonati abbandonati a sé stessi a causa della carenza assistenziale al rientro a casa. Il puerperio viene, infatti, considerato un periodo secondario rispetto alla gravidanza e al parto, gestito da un punto di vista assistenziale secondo modelli di semplice attesa e sorveglianza. La dimissione in seconda-terza giornata di vita del bambino è ormai diventata una prassi comune in numerosi punti nascita italiani. Tutto ciò necessita di un'adeguata organizzazione dei percorsi diagnostici e assistenziali disponibili e di un supporto territoriale organizzato per la famiglia. Occorre perciò compiere uno sforzo per creare e rendere operativo un percorso assistenziale che cerchi di prevenire l'insorgere dei problemi e nel contempo sia operativo nel sostegno emotivo della coppia e del neonato. L'area materno-infantile viene riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a livello mondiale e dal Piano Sanitario Nazionale (1998-2000) degna di priorità tanto da prevedere uno specifico Progetto Obiettivo Materno Infantile (POMI). Esso presenta come obiettivo generale il miglioramento del benessere psicofisico della puerpera e del neonato, promuovendo un'offerta attiva alle puerpere attraverso l'attribuzione di un ruolo centrale ai consultori familiari. La gestante deve essere informata già durante la gravidanza sui servizi offerti nei vari punti nascita, per garantire la scelta, ove possibile, di un punto nascita presso il quale sia presente una assistenza extraospedaliera successiva alla dimissione. Secondo il principio di continuità assistenziale, si deve quindi prevedere un primo intervento in ospedale e un successivo intervento sul territorio. Per poter mettere in pratica in modo ottimale un'adeguata assistenza nel puerperio e nel periodo neonatale è necessario tenere sempre in considerazione il desiderio della madre, il suo stato di salute, la stabilità e la condizione fisica del neonato. La dimissione dal punto nascita della madre e del bambino e, in particolare, l'attività dei servizi territoriali in un'ottica di continuità assistenziale necessita di strumenti adeguati che possano essere utilizzati dall’ostetrica. L'ostetrica operante nei consultori familiari, essendo una professionista della salute e, come afferma il D.M. 740 del 14 settembre 1994, avendo piena autonomia nell'assistenza al puerperio fisiologico, può proporre un'offerta attiva di visite domiciliari, allo scopo di mettere in atto una serie di interventi socio sanitari, volti al benessere psico-fisico della madre e del bambino. L'intervento assistenziale a domicilio, oltre a garantire l'assistenza sanitaria nei primi giorni dopo la nascita, risulta fondamentale per valorizzare le naturali capacità materne nel rispondere ai bisogni del bambino, per facilitare l’allattamento al seno e per favorire la conoscenza e l’utilizzo dei servizi territoriali dell'area materno-infantile. Pertanto con questo studio si strutturerà che l'intervento assistenziale domiciliare sia supportato dall'utilizzo di uno strumento ad hoc, come una scheda personale della puerpera, che ha lo scopo di garantire una raccolta organica e puntuale dei dati attinenti ad ogni singolo incontro con la donna ed il neonato. L'impiego di una scheda apposita consente la raccolta di informazioni, finalizzata alla presa di decisioni per la soluzione di problemi di salute. Essa fornisce una base informativa per scelte assistenziali razionali e per garantire continuità assistenziale, documentando il quadro clinico, il processo diagnostico-terapeutico realizzato nel corso degli incontri ed i risultati conseguiti.
nov-2013
puerperium ; midwifery
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Working Paper
Una scheda per l'assistenza domiciliare al puerperio fisiologico quale strumento per un modello di best practice ostetrica / M. Campoleoni, S. Zorzan, P.A. Mauri. - Milano : Università degli Studi di Milano, 2013 Nov.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/232282
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact