Tra i testi narrativi dell’Ottocento italiano, quelli di Vittorio Imbriani dimostrano senz’altro una tenuta e una godibilità che pochi altri possono vantare. Anzi proprio a distanza di oltre un secolo rivelano motivi di divertimento e audacia che mal si confacevano all’epoca timorata in cui vennero composti. Della stagione postrisorgimentale, d’altra parte, essi manifestano con sferzante intensità i fermenti di disagio. L’esuberanza provocatoria della scrittura imbrianesca ha di tanto ecceduto le possibilità di comprensione del pubblico a cui era originariamente rivolta, da essere ricondotta per lungo tempo a una sragione tutta individuale e privata. In realtà l’artificio, la gratuità, l’incoerenza di colui che da sé si definisce ‘Misantropo Napolitano’ e ‘Italianissimo’, trovano fondamento nel malessere di una nazione faticosamente avviata alla modernità urbano-industriale. Attraverso l’esame del contesto storico-culturale, delle strutture narrative e stilistiche congegnate da Imbriani, si potrà verificare come l’aspetto letterario e l’aspetto etico-politico della sua opera siano funzionalmente congiunti, e misurare la portata sociale del suo orizzonte di comunicazione estetico. Sul fronte linguistico-narrativo come su quello politico, Imbriani patisce l’urgenza di ‘tornare a bomba’, volgersi al punto di partenza e rilanciare il gioco: cioè recuperare il filo di un discorso che nei suoi testi appare sempre sul punto di sfilacciarsi in forza di un’immaginazione ghiribizzosa, innestare forme letterarie arcaiche e desuete negli istituti della modernità narrativa, restaurare una monarchia autoritaria capace di mettere ordine laddove egli non riscontra nient’altro che un guazzabuglio parlamentare e democratico. ‘Tornare a bomba’ è la cifra espressiva che racchiude l’eversività ludica della narrativa di Imbriani e insieme la sua aspirazione a un impossibile regresso politico che ponga riparo al presunto degrado dell’Italia umbertina.
"Torniamo a bomba". I ghiribizzi narrativi di Vittorio Imbriani / G.G. Cenati. - Milano : LED Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto, 2004. - ISBN 88-7916-246-2.
"Torniamo a bomba". I ghiribizzi narrativi di Vittorio Imbriani
G.G. Cenati
2004
Abstract
Tra i testi narrativi dell’Ottocento italiano, quelli di Vittorio Imbriani dimostrano senz’altro una tenuta e una godibilità che pochi altri possono vantare. Anzi proprio a distanza di oltre un secolo rivelano motivi di divertimento e audacia che mal si confacevano all’epoca timorata in cui vennero composti. Della stagione postrisorgimentale, d’altra parte, essi manifestano con sferzante intensità i fermenti di disagio. L’esuberanza provocatoria della scrittura imbrianesca ha di tanto ecceduto le possibilità di comprensione del pubblico a cui era originariamente rivolta, da essere ricondotta per lungo tempo a una sragione tutta individuale e privata. In realtà l’artificio, la gratuità, l’incoerenza di colui che da sé si definisce ‘Misantropo Napolitano’ e ‘Italianissimo’, trovano fondamento nel malessere di una nazione faticosamente avviata alla modernità urbano-industriale. Attraverso l’esame del contesto storico-culturale, delle strutture narrative e stilistiche congegnate da Imbriani, si potrà verificare come l’aspetto letterario e l’aspetto etico-politico della sua opera siano funzionalmente congiunti, e misurare la portata sociale del suo orizzonte di comunicazione estetico. Sul fronte linguistico-narrativo come su quello politico, Imbriani patisce l’urgenza di ‘tornare a bomba’, volgersi al punto di partenza e rilanciare il gioco: cioè recuperare il filo di un discorso che nei suoi testi appare sempre sul punto di sfilacciarsi in forza di un’immaginazione ghiribizzosa, innestare forme letterarie arcaiche e desuete negli istituti della modernità narrativa, restaurare una monarchia autoritaria capace di mettere ordine laddove egli non riscontra nient’altro che un guazzabuglio parlamentare e democratico. ‘Tornare a bomba’ è la cifra espressiva che racchiude l’eversività ludica della narrativa di Imbriani e insieme la sua aspirazione a un impossibile regresso politico che ponga riparo al presunto degrado dell’Italia umbertina.Pubblicazioni consigliate
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