La temperatura rappresenta la caratteristica ambientale più importante nel determinare la distribuzione degli organismi ectotermi in ambienti acquatici e di transizione, come la fascia intertidale. Mentre le specie sessili possono gestire i forti stress termici tipici di questi ambienti transizionali solo tramite i loro adattamenti fisiologici, gli animali mobili possono accoppiare a questi strategie comportamentali, quali la scelta di aree inondate e non e/o aree più o meno esposte al sole. In questo studio ci siamo chiesti come gli stress termici guidino l’uso dello spazio e del tempo di due specie simpatriche di ectotermi bimodali: i granchi intertidali Uca urvillei (Brachyura, Ocypodidae) e Perisesarma guttatum (Brachyura, Sesarmidae), abbondanti nelle foreste a mangrovie dell’Africa orientale e meridionale. In particolare, abbiamo effettuato uno studio comparato del comportamento spaziale in natura e degli adattamenti fisiologici, in laboratorio, di popolazioni del Kenya e della Repubblica Sudafricana, sottoposte, queste ultime, climi più temperati e ad un regime stagionale. Durante i tre mesi più caldi, entrambe le aree di studio sono state mappate termicamente con l’impiego di logger che registravano in continua temperatura ed umidità. Abbiamo misurato la temperatura corporea di animali focali attivi in natura e osservato i loro pattern comportamentali, valutandone i ritmi di attività e l’uso del microhabitat in cui risiedono. Due strategie spazio-temporali diverse sono emerse sia fra le sue specie analizzate che fra le loro popolazioni in Kenya e Repubblica Sudafricana. L’attività di U. urvillei appare interamente guidata dal ciclo mareale e poco influenzata dalla temperatura. Viceversa P. guttatum, in Kenya modula l’uso dello spazio per minimizzare gli stress termici cui è sottoposta, occupando di fatto sempre zone in ombra e molto umide, mentre le popolazioni sudafricane non hanno evidenziato questo comportamento, probabilmente a causa di un regime termico più fresco. Anche la temperatura corporea rivela una diverso adattamento fra le due specie. Mentre U. urvillei non mostra alcun tipo di termoregolazione, in entrambe le aree di studio, in P. guttatum abbiamo osservato una netta differenza tra popolazioni. In Kenya questo granchio mette in atto strategie di termoregolazione in grado di abbassare la temperatura del corpo, in ambiente aereo, fino a 2°C rispetto a quella ambientale, mentre le popolazioni sudafricane sembrano non avere bisogno di questa strategia. Questo studio rivela che le due specie considerate, pur sfruttando gli stessi microhabitat intertidali di mangrovia, hanno raggiunto livelli di terrestrializzazione totalmente diversi che permettono a U. urvillei di svincolarsi dal problema degli stress termici in ambiente subaereo e di sfruttare a pieno la fascia intertidale in bassa marea, mentre obbligano P. guttatum a mettere in atto strategie comportamentali atte a mitigare gli stessi stress, costringendola ad un uso molto limitato delle aree emerse.

È la nicchia termica a determinare il comportamento spaziale degli ectotermi intertidali? / S. Cannicci, S. Babbini, S. Cilio, F. Giomi, F. Porri, M. Fusi. ((Intervento presentato al 73. convegno UZI Congress tenutosi a Firenze nel 2012.

È la nicchia termica a determinare il comportamento spaziale degli ectotermi intertidali?

M. Fusi
Primo
2012

Abstract

La temperatura rappresenta la caratteristica ambientale più importante nel determinare la distribuzione degli organismi ectotermi in ambienti acquatici e di transizione, come la fascia intertidale. Mentre le specie sessili possono gestire i forti stress termici tipici di questi ambienti transizionali solo tramite i loro adattamenti fisiologici, gli animali mobili possono accoppiare a questi strategie comportamentali, quali la scelta di aree inondate e non e/o aree più o meno esposte al sole. In questo studio ci siamo chiesti come gli stress termici guidino l’uso dello spazio e del tempo di due specie simpatriche di ectotermi bimodali: i granchi intertidali Uca urvillei (Brachyura, Ocypodidae) e Perisesarma guttatum (Brachyura, Sesarmidae), abbondanti nelle foreste a mangrovie dell’Africa orientale e meridionale. In particolare, abbiamo effettuato uno studio comparato del comportamento spaziale in natura e degli adattamenti fisiologici, in laboratorio, di popolazioni del Kenya e della Repubblica Sudafricana, sottoposte, queste ultime, climi più temperati e ad un regime stagionale. Durante i tre mesi più caldi, entrambe le aree di studio sono state mappate termicamente con l’impiego di logger che registravano in continua temperatura ed umidità. Abbiamo misurato la temperatura corporea di animali focali attivi in natura e osservato i loro pattern comportamentali, valutandone i ritmi di attività e l’uso del microhabitat in cui risiedono. Due strategie spazio-temporali diverse sono emerse sia fra le sue specie analizzate che fra le loro popolazioni in Kenya e Repubblica Sudafricana. L’attività di U. urvillei appare interamente guidata dal ciclo mareale e poco influenzata dalla temperatura. Viceversa P. guttatum, in Kenya modula l’uso dello spazio per minimizzare gli stress termici cui è sottoposta, occupando di fatto sempre zone in ombra e molto umide, mentre le popolazioni sudafricane non hanno evidenziato questo comportamento, probabilmente a causa di un regime termico più fresco. Anche la temperatura corporea rivela una diverso adattamento fra le due specie. Mentre U. urvillei non mostra alcun tipo di termoregolazione, in entrambe le aree di studio, in P. guttatum abbiamo osservato una netta differenza tra popolazioni. In Kenya questo granchio mette in atto strategie di termoregolazione in grado di abbassare la temperatura del corpo, in ambiente aereo, fino a 2°C rispetto a quella ambientale, mentre le popolazioni sudafricane sembrano non avere bisogno di questa strategia. Questo studio rivela che le due specie considerate, pur sfruttando gli stessi microhabitat intertidali di mangrovia, hanno raggiunto livelli di terrestrializzazione totalmente diversi che permettono a U. urvillei di svincolarsi dal problema degli stress termici in ambiente subaereo e di sfruttare a pieno la fascia intertidale in bassa marea, mentre obbligano P. guttatum a mettere in atto strategie comportamentali atte a mitigare gli stessi stress, costringendola ad un uso molto limitato delle aree emerse.
2012
Settore BIO/07 - Ecologia
Unione Zoologica Italiana
È la nicchia termica a determinare il comportamento spaziale degli ectotermi intertidali? / S. Cannicci, S. Babbini, S. Cilio, F. Giomi, F. Porri, M. Fusi. ((Intervento presentato al 73. convegno UZI Congress tenutosi a Firenze nel 2012.
Conference Object
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.
Pubblicazioni consigliate

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2434/231132
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact