INTRODUZIONE: La principale criticità dell’analisi di matrici pilifere per la ricerca di sostanze stupefacenti, in particolare per quanto riguarda la cocaina, è relativa alla interpretazione dei risultati positivi, sovente formulata attraverso la valutazione del rapporto percentuale tra le concentrazioni di stupefacente e di benzoilecgonina. Non è raro, infatti, nella pratica dei nostri laboratori, che taluni soggetti contestino i risultati forniti adducendo, come causa della loro positività, la frequentazione di consumatori che li avrebbero contaminati. Ci si è proposti, pertanto, di verificare attraverso prove di contaminazione di matrici pilifere, la durata della rilevabilità della cocaina, l’entità della sua degradazione a benzoilecgonina e se i rapporti percentuali di concentrazione tra i due composti possano essere analoghi a quelli ritrovati a seguito del consumo dello stupefacente. METODO: Sono stati contaminati con cocaina “da strada” con titolo pari al 30%, i capelli di tre soggetti ed i peli pubici di altri due, tutti non consumatori. La contaminazione è stata eseguita in modo da simulare un inquinamento casuale (appoggio delle mani su una superficie “sporca” e rapido passaggio delle mani tra i capelli ed i peli). Nel caso dei capelli, i prelievi sono stati effettuati il giorno successivo, dopo una settimana e dopo un mese dalla contaminazione ogni volta in tre zone differenti del capo; per ogni prelievo sono stati esaminati 2 segmenti di 3 cm ciascuno, mentre relativamente al prelievo a 30 giorni è stato esaminato separatamente anche 1 cm prossimale rappresentativo della crescita mensile. A fronte del riscontro di concentrazioni ancora misurabili ad 1 mese dalla contaminazione, sono stati programmati ulteriori prelievi che proseguiranno fino alla verifica della completa negativizzazione. Per i peli pubici i prelievi sono stati eseguiti il giorno successivo, dopo 4 giorni, dopo 8 giorni, dopo 15 giorni e dopo 1 mese; ulteriori prelievi sono stati programmati con cadenza mensile fino alla negativizzazione e/o disponibilità di matrice. Tutti i campioni sono stati sottoposti alle procedure di “routine”, che sono comuni nei due laboratori: lavaggio con cloruro di metilene, incubazione delle matrici “overnight” con acido cloridrico, estrazione SPE, analisi GC/MS con acquisizione in SIM mode. All’analisi GC/MS sono state sottoposte anche le soluzioni di lavaggio. RISULTATI: L’analisi dei solventi di lavaggio è risultata positiva solo per i prelievi eseguiti il giorno successivo alla contaminazione. Le concentrazioni di cocaina misurate nei capelli hanno mostrato un’ampia variabilità non solo tra soggetto e soggetto, ma anche tra le varie zone del capo interessate dalla contaminazione; 1 mese dopo la contaminazione, la positività per cocaina è stata rilevata nell’85% dei segmenti esaminati, mentre la benzoilecgonina è risultata presente nel 78% dei segmenti positivi. I rapporti % tra benzoilecgonina e cocaina si mantengono nell’intervallo tra il 5% ed il 20% nell’83% dei casi in cui vi è la presenza di entrambe le molecole. Anche per i peli pubici, nei quali la contaminazione ha prodotto concentrazioni di 32 e 52 ng/mg (rilevate 4 giorni dopo) sono stati osservati una tendenza alla diminuzione nel tempo delle concentrazioni di cocaina e il contestuale incremento di quelle della benzoilecgonina; il rapporto percentuale, già 4 giorni dopo la contaminazione, è risultato superiore al 5%. CONCLUSIONE: Alla luce dei risultati ottenuti, è stato verificato che il fenomeno della contaminazione gioca un importante ruolo nel ritrovamento di concentrazioni pilifere di cocaina e di benzoilecgonina, che si mantengono per lungo tempo superiori ai valori di cut-off. I dati ottenuti, in relazione al loro rapporto percentuale ed alla contestuale negatività delle soluzioni di lavaggio potrebbero essere interpretati, senza alcun dubbio, nell’ottica del consumo di cocaina. Gli attuali processi interpretativi risultano, quindi, insufficienti per la discriminazione tra uso di cocaina e contaminazione e necessitano pertanto di essere integrati con altri elementi di valutazione.
L'analisi della cocaina in matrici pilifere : è sempre possibile differenziare la contaminazione dal consumo? / C. Vignali, M. Caligara, C. Stramesi, I. Angeli, F. Gigli, A. Groppi. ((Intervento presentato al 16. convegno Convegno Nazionale Gruppo Tossicologi Forensi Italiani tenutosi a Firenze nel 2013.
L'analisi della cocaina in matrici pilifere : è sempre possibile differenziare la contaminazione dal consumo?
M. CaligaraSecondo
;I. Angeli;F. GigliPenultimo
;
2013
Abstract
INTRODUZIONE: La principale criticità dell’analisi di matrici pilifere per la ricerca di sostanze stupefacenti, in particolare per quanto riguarda la cocaina, è relativa alla interpretazione dei risultati positivi, sovente formulata attraverso la valutazione del rapporto percentuale tra le concentrazioni di stupefacente e di benzoilecgonina. Non è raro, infatti, nella pratica dei nostri laboratori, che taluni soggetti contestino i risultati forniti adducendo, come causa della loro positività, la frequentazione di consumatori che li avrebbero contaminati. Ci si è proposti, pertanto, di verificare attraverso prove di contaminazione di matrici pilifere, la durata della rilevabilità della cocaina, l’entità della sua degradazione a benzoilecgonina e se i rapporti percentuali di concentrazione tra i due composti possano essere analoghi a quelli ritrovati a seguito del consumo dello stupefacente. METODO: Sono stati contaminati con cocaina “da strada” con titolo pari al 30%, i capelli di tre soggetti ed i peli pubici di altri due, tutti non consumatori. La contaminazione è stata eseguita in modo da simulare un inquinamento casuale (appoggio delle mani su una superficie “sporca” e rapido passaggio delle mani tra i capelli ed i peli). Nel caso dei capelli, i prelievi sono stati effettuati il giorno successivo, dopo una settimana e dopo un mese dalla contaminazione ogni volta in tre zone differenti del capo; per ogni prelievo sono stati esaminati 2 segmenti di 3 cm ciascuno, mentre relativamente al prelievo a 30 giorni è stato esaminato separatamente anche 1 cm prossimale rappresentativo della crescita mensile. A fronte del riscontro di concentrazioni ancora misurabili ad 1 mese dalla contaminazione, sono stati programmati ulteriori prelievi che proseguiranno fino alla verifica della completa negativizzazione. Per i peli pubici i prelievi sono stati eseguiti il giorno successivo, dopo 4 giorni, dopo 8 giorni, dopo 15 giorni e dopo 1 mese; ulteriori prelievi sono stati programmati con cadenza mensile fino alla negativizzazione e/o disponibilità di matrice. Tutti i campioni sono stati sottoposti alle procedure di “routine”, che sono comuni nei due laboratori: lavaggio con cloruro di metilene, incubazione delle matrici “overnight” con acido cloridrico, estrazione SPE, analisi GC/MS con acquisizione in SIM mode. All’analisi GC/MS sono state sottoposte anche le soluzioni di lavaggio. RISULTATI: L’analisi dei solventi di lavaggio è risultata positiva solo per i prelievi eseguiti il giorno successivo alla contaminazione. Le concentrazioni di cocaina misurate nei capelli hanno mostrato un’ampia variabilità non solo tra soggetto e soggetto, ma anche tra le varie zone del capo interessate dalla contaminazione; 1 mese dopo la contaminazione, la positività per cocaina è stata rilevata nell’85% dei segmenti esaminati, mentre la benzoilecgonina è risultata presente nel 78% dei segmenti positivi. I rapporti % tra benzoilecgonina e cocaina si mantengono nell’intervallo tra il 5% ed il 20% nell’83% dei casi in cui vi è la presenza di entrambe le molecole. Anche per i peli pubici, nei quali la contaminazione ha prodotto concentrazioni di 32 e 52 ng/mg (rilevate 4 giorni dopo) sono stati osservati una tendenza alla diminuzione nel tempo delle concentrazioni di cocaina e il contestuale incremento di quelle della benzoilecgonina; il rapporto percentuale, già 4 giorni dopo la contaminazione, è risultato superiore al 5%. CONCLUSIONE: Alla luce dei risultati ottenuti, è stato verificato che il fenomeno della contaminazione gioca un importante ruolo nel ritrovamento di concentrazioni pilifere di cocaina e di benzoilecgonina, che si mantengono per lungo tempo superiori ai valori di cut-off. I dati ottenuti, in relazione al loro rapporto percentuale ed alla contestuale negatività delle soluzioni di lavaggio potrebbero essere interpretati, senza alcun dubbio, nell’ottica del consumo di cocaina. Gli attuali processi interpretativi risultano, quindi, insufficienti per la discriminazione tra uso di cocaina e contaminazione e necessitano pertanto di essere integrati con altri elementi di valutazione.Pubblicazioni consigliate
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