Avvalendosi dei fecondi apporti critici sull’influenza di Boccaccio in Spagna, la mia proposta di intervento si colloca nel filone degli studi contrastivi ed è incentrata sulle modalità ‘appropriazione’ del Decameron attuate da tre autori dei Secoli d’Oro: i rimaneggiamenti di Timoneda, secondo il gusto cinquecentesco per il racconto ameno e arguto; l’elaborazione secentesca di Matías de los Reyes, che compensa la scarsa originalità dei contenuti con una peculiare gestione dei materiali narrativi, offrendo spunti interessanti per un’indagine intertestuale; e la rivisitazione di María de Zayas, la cui scrittura irrompe nell’egemonia letteraria maschile del XVII secolo, innovando i ruoli attanziali dei personaggi femminili, mediante un discorso che sovverte la tradizionale misoginia. Partendo da una mappa di analogie tematiche fra Boccaccio e i novellieri spagnoli, mi propongo di definire le strategie imitative, in rapporto con le finalità pragmatiche e il contesto ideologico delle opere esaminate. In particolare, cerco di delineare i tratti peculiari, sul piano del discorso e della logica narrativa, di due modalità principali: il racconto come intrattenimento, che riprende uno spunto contenutistico con cambiamenti che incidono sulla trama (accentuazione, inserzione o soppressione di motivi), assecondando i gusti di pubblico specifico; e il racconto con finalità didascaliche, che altera il modello con rilevanti trasformazioni assiologiche, mirando a influire sul destinatario sulla base del motto oraziano “miscere utile dulci”.
Il Decameron nella Spagna dei Secoli d’Oro: Juan de Timoneda, Matías de los Reyes e María de Zayas / M. Rosso. ((Intervento presentato al convegno Umana cosa è aver compassione degli afflitti...: raccontare, consolare, curare nella narrativa europea da Boccaccio al Seicento tenutosi a Torino nel 2013.
Il Decameron nella Spagna dei Secoli d’Oro: Juan de Timoneda, Matías de los Reyes e María de Zayas
M. Rosso
2013
Abstract
Avvalendosi dei fecondi apporti critici sull’influenza di Boccaccio in Spagna, la mia proposta di intervento si colloca nel filone degli studi contrastivi ed è incentrata sulle modalità ‘appropriazione’ del Decameron attuate da tre autori dei Secoli d’Oro: i rimaneggiamenti di Timoneda, secondo il gusto cinquecentesco per il racconto ameno e arguto; l’elaborazione secentesca di Matías de los Reyes, che compensa la scarsa originalità dei contenuti con una peculiare gestione dei materiali narrativi, offrendo spunti interessanti per un’indagine intertestuale; e la rivisitazione di María de Zayas, la cui scrittura irrompe nell’egemonia letteraria maschile del XVII secolo, innovando i ruoli attanziali dei personaggi femminili, mediante un discorso che sovverte la tradizionale misoginia. Partendo da una mappa di analogie tematiche fra Boccaccio e i novellieri spagnoli, mi propongo di definire le strategie imitative, in rapporto con le finalità pragmatiche e il contesto ideologico delle opere esaminate. In particolare, cerco di delineare i tratti peculiari, sul piano del discorso e della logica narrativa, di due modalità principali: il racconto come intrattenimento, che riprende uno spunto contenutistico con cambiamenti che incidono sulla trama (accentuazione, inserzione o soppressione di motivi), assecondando i gusti di pubblico specifico; e il racconto con finalità didascaliche, che altera il modello con rilevanti trasformazioni assiologiche, mirando a influire sul destinatario sulla base del motto oraziano “miscere utile dulci”.Pubblicazioni consigliate
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