L’uso insistito di strutture ritmiche anapestiche nei versi di Cesare Pavese è dato critico da sempre sottolineato, ma raramente approfondito, in particolare in relazione al suo aspetto genetico. Questo studio si presenta quindi come un’analisi del progressivo affermarsi dell’elemento prosodico anapestico nella poesia pavesiana a partire dalle sue prime occorrenze, individuabili addirittura all’interno delle liriche del 1923 che inaugurano la raccolta "Sfoghi". L’evoluzione delle forme metriche è quindi seguita lungo tutte le composizioni che anticipano "Lavorare stanca", fino ad arrivare a "Frasi all’innamorata", necessario antecedente stilistico de "I mari del Sud". L’analisi di tutte le varianti prosodiche e metriche presenti nella raccolta del 1936 porta infine ad una serie di considerazioni circa le funzionalità dell’anapesto all’interno della produzione pavesiana: precisi riferimenti riportati ne "Il mestiere di vivere" spingono a ricollegare il «monotono ritmo» della poesia di Pavese alla ricerca di un «filtro» che permetta al poeta di ottenere un «condensato racconto», finalmente libero dalla precedente poesia di sfogo.
Una «certa tiritera di parole» : genesi, forma e funzione dell'anapesto in "Lavorare stanca" / M. Zoppi. - In: LEVIA GRAVIA. - ISSN 1591-7630. - 11:1(2009), pp. 135-155.
Una «certa tiritera di parole» : genesi, forma e funzione dell'anapesto in "Lavorare stanca"
M. ZoppiPrimo
2009
Abstract
L’uso insistito di strutture ritmiche anapestiche nei versi di Cesare Pavese è dato critico da sempre sottolineato, ma raramente approfondito, in particolare in relazione al suo aspetto genetico. Questo studio si presenta quindi come un’analisi del progressivo affermarsi dell’elemento prosodico anapestico nella poesia pavesiana a partire dalle sue prime occorrenze, individuabili addirittura all’interno delle liriche del 1923 che inaugurano la raccolta "Sfoghi". L’evoluzione delle forme metriche è quindi seguita lungo tutte le composizioni che anticipano "Lavorare stanca", fino ad arrivare a "Frasi all’innamorata", necessario antecedente stilistico de "I mari del Sud". L’analisi di tutte le varianti prosodiche e metriche presenti nella raccolta del 1936 porta infine ad una serie di considerazioni circa le funzionalità dell’anapesto all’interno della produzione pavesiana: precisi riferimenti riportati ne "Il mestiere di vivere" spingono a ricollegare il «monotono ritmo» della poesia di Pavese alla ricerca di un «filtro» che permetta al poeta di ottenere un «condensato racconto», finalmente libero dalla precedente poesia di sfogo.Pubblicazioni consigliate
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