Introduzione: l’analisi della lesività da arma bianca rappresenta uno dei pilastri della comune pratica forense. La presenza di diverse lesioni da punta, taglio e/o punta e taglio su un cadavere, così come descritto nei trattati classici e come testimoniato dalla comune pratica forense, orienta inizialmente verso l’evenienza di più frequente riscontro, ovvero quella di tipo omicidiario. Ciononostante, l’eventualità di un’ azione autolesiva deve essere sempre presa in considerazione (riguarda circa il 2% dei casi di suicidio) (1,2) ed adeguatamente ponderata sia in sede di sopralluogo che al tavolo autoptico, con una scrupolosa analisi del tipo di lesioni, della sede, del numero: il fine ultimo è quello di una corretta ricostruzione della modalità lesiva. Dal punto di vista patologico-forense i casi di suicidio con arma bianca sono solitamente caratterizzati dalla frequente presenza di “tagli di assaggio”, dall’assenza di lesioni ai vestiti (solitamente tolti o spostati dalle sedi attinte), dall’assenza di segni riconducibili a terzi (colluttazione) e di tipiche lesioni “da difesa”. Questi aspetti possono aiutare in una adeguata ricostruzione degli eventi, ma diversi elementi di sovrapposizione con caratteristiche considerate tipiche di omicidi sono emersi in diversi casi in letteratura (3-6). Materiali e metodi: vengono presentati tre casi di suicidio atipico con arma bianca osservati presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano, valutandone le caratteristiche principali, analogie ed elementi di ausilio nella corretta ricostruzione della modalità lesiva. Risultati: il primo caso presentato è quello di una donna di 35 anni, rinvenuta cadavere all’interno della propria abitazione in posizione supina sul proprio letto, con entrambe le gambe flesse al ginocchio ed i piedi appoggiati a terra. Il cadavere indossava una t-shirt nera alzata fino al torace, imbrattata di materiale ematico essiccato, oltre ad un paio di pantaloni. Tutti i vestiti si presentavano integri, senza alcun tipo di discontinuazione. In sede autoptica vennero riscontrate un totale di 21 lesioni con caratteristiche di lesioni da punta e taglio e da taglio, cosi distribuite: 13 all’addome, 5 al collo, 1 al polso destro e 2 al polso sinistro. Solo due delle lesioni addominali risultavano approfondirsi all’interno della cavità peritoneale, con lesioni viscerali allo parete dello stomaco e alla capsula epatica. Le lesioni ai polsi, aventi caratteristiche morfologiche di lesioni da taglio, determinavano l’esposizione delle strutture muscolo-aponeurotiche e vascolari ivi presenti, ma senza alcun tipo di lesione discontinuativa. Diversi tagli di “assaggio” venivano obiettivati nelle sedi circostanti le lesioni. Le lesioni al collo, invece, risultavano ampiamente dimostrative del decesso per lesione delle strutture vascolari ivi presenti. Il secondo caso riguarda un uomo di 66 anni, rinvenuto cadavere dalla moglie all’interno del proprio salotto, in una “pozza di sangue”, con la camicia aperta e la sottostante maglietta alzata, con numerose lesioni da taglio e da punta e taglio in diversi distretti corporei. Complessivamente, il cadavere presentava 12 lesioni da arma bianca, localizzate al collo (3), all’addome (1) al polso sinistro (1) ad entrambe le cosce (1 per parte) così come ad entrambe le gambe. Pressochè tutte le sedi lesive presentavano diverse strie escoriative grossolanamente parallele tra loro e facilmente identificabili come tagli di “assaggio”. La causa del decesso fu identificata in una acuta anemia metaemorragica conseguente alla profusa perdita ematica. L’ultimo caso è quello di un uomo di 30 anni rinvenuto cadavere all’interno della propria abitazione con un totale di 16 da taglio e da punta e taglio localizzate maggiormente al torace e non lesive degli organi interni toracici, due ampie lesioni da taglio addominali con ampia esposizione delle strutture muscolofasciali e del grasso sottocutaneo sottostanti, 3 lesioni da taglio al polso destro non lesive di strutture vascolari e tendinee, ed infine due ampie lesioni in sede cervicale con sezione totale dei vasi arteriosi e venosi in sede laterocervicale destra. La totalità delle lesioni era presente in aree di cute esposta (il cadavere indossava un maglione alzato sul torace), autoaggredibile e con plurime lesioni di “assaggio” nelle sedi tegumentarie circostanti. In tutti i casi presentati casi le caratteristiche delle lesioni, così come i dati circostanziali, ben si accordavano con una modalità lesiva di tipo suicida: assenza di segni di lotta o di intervento di terze persone nella causazione dell’evento, stante l’assenza di escoriazioni, ecchimosi o lesioni da difesa; le lesioni erano interamente localizzate in sedi facilmente autoaggredibili (collo,torace, addome, polsi, gambe) senza interessamento delle sedi dorsali; vi era la presenza di tagli di “assaggio” o di “prova” ai polsi (ferite plurime, superficiali, parallele, ravvicinate, della medesima lunghezza); la cute delle sedi attinte risultava scoperta e quindi direttamente esposta all’azione dello strumento: gli indumenti si presentavano spostati in modo da esporre le sedi corporee attinte; la morfologia e la posizione delle lesioni indicava inoltre che il soggetto non si era mosso particolarmente durante l’atto (cosa che avviene in casi di lotta, tentativi di fuga, tentativi di schivare i colpi inferti). A rafforzare ulteriormente gli elementi disponibili, la positività in anamnesi patologica di tutte le vittime per disturbi di tipo depressivo. Conclusioni: Un’attenta analisi della scena del crimine ed una scrupolosa indagine autoptica risultano essere fondamentali in casi particolari ed atipici come questi per giungere ad un’adeguata ricostruzione degli eventi produttivi della morte: ogni tassello può risultare fondamentale nella composizione del puzzle. (1) Ventura F, Bonsignore A, Gallo M, Portunato F, De Stefano F..A fatal case of suicidal stabbing and cutting. J Forensic Leg Med. 2010 Apr;17(3):120-2. (2) Kaliszan M, Kernbach-Wighton G, Bouhaidar R. Multiple self-inflicted stab wounds to neck, chest and abdomen as a unique manner of suicide. J Forensic Sci. 2010 May;55(3):822-5. (3) Ohshima T, Kondo T. Eight cases of suicide by self-cutting or -stabbing: consideration from medico-legal viewpoints of differentiation between suicide and homicide. J Clin Forensic Med. 1997 Sep;4(3):127-32. (4) Mazzolo GM, Desinan L..Sharp force fatalities: suicide, homicide or accident? A series of 21 cases. Forensic Sci Int. 2005 Jan 17;147 Suppl:S33-5. (5) Brunel C, Fermanian C, Durigon M, de la Grandmaison GL..Homicidal and suicidal sharp force fatalities: autopsy parameters in relation to the manner of death. Forensic Sci Int. 2010 May 20;198(1-3):150-4. (6) Kaliszan M. Multiple severe stab wounds to chest with cuts to the ribs. Suicide or homicide? J Forensic Leg Med. 2011 Jan;18(1):26-9.

ANALISI DI TRE CASI DI SUICIDIO ATIPICO CON MULTIPLE FERITE DA ARMA BIANCA: RISULTANZE AUTOPTICHE E DIAGNOSTICA DIFFERENZIALE TRA OMICIDIO E SUICIDIO / A. Amadasi, L. Mastroluca, A. Blandino, G.F. Giovanetti, L. Barulli, R. Zoja. ((Intervento presentato al 8. convegno Congresso Nazionale Gruppo Italiano di Patologia Forense (GIPF) tenutosi a Perugia nel 2013.

ANALISI DI TRE CASI DI SUICIDIO ATIPICO CON MULTIPLE FERITE DA ARMA BIANCA: RISULTANZE AUTOPTICHE E DIAGNOSTICA DIFFERENZIALE TRA OMICIDIO E SUICIDIO

A. Amadasi;A. Blandino;L. Barulli
Penultimo
;
R. Zoja
2013

Abstract

Introduzione: l’analisi della lesività da arma bianca rappresenta uno dei pilastri della comune pratica forense. La presenza di diverse lesioni da punta, taglio e/o punta e taglio su un cadavere, così come descritto nei trattati classici e come testimoniato dalla comune pratica forense, orienta inizialmente verso l’evenienza di più frequente riscontro, ovvero quella di tipo omicidiario. Ciononostante, l’eventualità di un’ azione autolesiva deve essere sempre presa in considerazione (riguarda circa il 2% dei casi di suicidio) (1,2) ed adeguatamente ponderata sia in sede di sopralluogo che al tavolo autoptico, con una scrupolosa analisi del tipo di lesioni, della sede, del numero: il fine ultimo è quello di una corretta ricostruzione della modalità lesiva. Dal punto di vista patologico-forense i casi di suicidio con arma bianca sono solitamente caratterizzati dalla frequente presenza di “tagli di assaggio”, dall’assenza di lesioni ai vestiti (solitamente tolti o spostati dalle sedi attinte), dall’assenza di segni riconducibili a terzi (colluttazione) e di tipiche lesioni “da difesa”. Questi aspetti possono aiutare in una adeguata ricostruzione degli eventi, ma diversi elementi di sovrapposizione con caratteristiche considerate tipiche di omicidi sono emersi in diversi casi in letteratura (3-6). Materiali e metodi: vengono presentati tre casi di suicidio atipico con arma bianca osservati presso l’Istituto di Medicina Legale di Milano, valutandone le caratteristiche principali, analogie ed elementi di ausilio nella corretta ricostruzione della modalità lesiva. Risultati: il primo caso presentato è quello di una donna di 35 anni, rinvenuta cadavere all’interno della propria abitazione in posizione supina sul proprio letto, con entrambe le gambe flesse al ginocchio ed i piedi appoggiati a terra. Il cadavere indossava una t-shirt nera alzata fino al torace, imbrattata di materiale ematico essiccato, oltre ad un paio di pantaloni. Tutti i vestiti si presentavano integri, senza alcun tipo di discontinuazione. In sede autoptica vennero riscontrate un totale di 21 lesioni con caratteristiche di lesioni da punta e taglio e da taglio, cosi distribuite: 13 all’addome, 5 al collo, 1 al polso destro e 2 al polso sinistro. Solo due delle lesioni addominali risultavano approfondirsi all’interno della cavità peritoneale, con lesioni viscerali allo parete dello stomaco e alla capsula epatica. Le lesioni ai polsi, aventi caratteristiche morfologiche di lesioni da taglio, determinavano l’esposizione delle strutture muscolo-aponeurotiche e vascolari ivi presenti, ma senza alcun tipo di lesione discontinuativa. Diversi tagli di “assaggio” venivano obiettivati nelle sedi circostanti le lesioni. Le lesioni al collo, invece, risultavano ampiamente dimostrative del decesso per lesione delle strutture vascolari ivi presenti. Il secondo caso riguarda un uomo di 66 anni, rinvenuto cadavere dalla moglie all’interno del proprio salotto, in una “pozza di sangue”, con la camicia aperta e la sottostante maglietta alzata, con numerose lesioni da taglio e da punta e taglio in diversi distretti corporei. Complessivamente, il cadavere presentava 12 lesioni da arma bianca, localizzate al collo (3), all’addome (1) al polso sinistro (1) ad entrambe le cosce (1 per parte) così come ad entrambe le gambe. Pressochè tutte le sedi lesive presentavano diverse strie escoriative grossolanamente parallele tra loro e facilmente identificabili come tagli di “assaggio”. La causa del decesso fu identificata in una acuta anemia metaemorragica conseguente alla profusa perdita ematica. L’ultimo caso è quello di un uomo di 30 anni rinvenuto cadavere all’interno della propria abitazione con un totale di 16 da taglio e da punta e taglio localizzate maggiormente al torace e non lesive degli organi interni toracici, due ampie lesioni da taglio addominali con ampia esposizione delle strutture muscolofasciali e del grasso sottocutaneo sottostanti, 3 lesioni da taglio al polso destro non lesive di strutture vascolari e tendinee, ed infine due ampie lesioni in sede cervicale con sezione totale dei vasi arteriosi e venosi in sede laterocervicale destra. La totalità delle lesioni era presente in aree di cute esposta (il cadavere indossava un maglione alzato sul torace), autoaggredibile e con plurime lesioni di “assaggio” nelle sedi tegumentarie circostanti. In tutti i casi presentati casi le caratteristiche delle lesioni, così come i dati circostanziali, ben si accordavano con una modalità lesiva di tipo suicida: assenza di segni di lotta o di intervento di terze persone nella causazione dell’evento, stante l’assenza di escoriazioni, ecchimosi o lesioni da difesa; le lesioni erano interamente localizzate in sedi facilmente autoaggredibili (collo,torace, addome, polsi, gambe) senza interessamento delle sedi dorsali; vi era la presenza di tagli di “assaggio” o di “prova” ai polsi (ferite plurime, superficiali, parallele, ravvicinate, della medesima lunghezza); la cute delle sedi attinte risultava scoperta e quindi direttamente esposta all’azione dello strumento: gli indumenti si presentavano spostati in modo da esporre le sedi corporee attinte; la morfologia e la posizione delle lesioni indicava inoltre che il soggetto non si era mosso particolarmente durante l’atto (cosa che avviene in casi di lotta, tentativi di fuga, tentativi di schivare i colpi inferti). A rafforzare ulteriormente gli elementi disponibili, la positività in anamnesi patologica di tutte le vittime per disturbi di tipo depressivo. Conclusioni: Un’attenta analisi della scena del crimine ed una scrupolosa indagine autoptica risultano essere fondamentali in casi particolari ed atipici come questi per giungere ad un’adeguata ricostruzione degli eventi produttivi della morte: ogni tassello può risultare fondamentale nella composizione del puzzle. (1) Ventura F, Bonsignore A, Gallo M, Portunato F, De Stefano F..A fatal case of suicidal stabbing and cutting. J Forensic Leg Med. 2010 Apr;17(3):120-2. (2) Kaliszan M, Kernbach-Wighton G, Bouhaidar R. Multiple self-inflicted stab wounds to neck, chest and abdomen as a unique manner of suicide. J Forensic Sci. 2010 May;55(3):822-5. (3) Ohshima T, Kondo T. Eight cases of suicide by self-cutting or -stabbing: consideration from medico-legal viewpoints of differentiation between suicide and homicide. J Clin Forensic Med. 1997 Sep;4(3):127-32. (4) Mazzolo GM, Desinan L..Sharp force fatalities: suicide, homicide or accident? A series of 21 cases. Forensic Sci Int. 2005 Jan 17;147 Suppl:S33-5. (5) Brunel C, Fermanian C, Durigon M, de la Grandmaison GL..Homicidal and suicidal sharp force fatalities: autopsy parameters in relation to the manner of death. Forensic Sci Int. 2010 May 20;198(1-3):150-4. (6) Kaliszan M. Multiple severe stab wounds to chest with cuts to the ribs. Suicide or homicide? J Forensic Leg Med. 2011 Jan;18(1):26-9.
8-nov-2013
lesività da arma bianca; suicidio atipico; patologia forense
Settore MED/43 - Medicina Legale
ANALISI DI TRE CASI DI SUICIDIO ATIPICO CON MULTIPLE FERITE DA ARMA BIANCA: RISULTANZE AUTOPTICHE E DIAGNOSTICA DIFFERENZIALE TRA OMICIDIO E SUICIDIO / A. Amadasi, L. Mastroluca, A. Blandino, G.F. Giovanetti, L. Barulli, R. Zoja. ((Intervento presentato al 8. convegno Congresso Nazionale Gruppo Italiano di Patologia Forense (GIPF) tenutosi a Perugia nel 2013.
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