La correlazione positiva tra strutture bancarie ottocentesche e crescita economica, che la letteratura ha ampiamente sostenuto e dimostrato definito, ha finito per ipostatizzare il primato dei moderni istituti creditizi formalizzati; la banca (e meglio il tipo di banca protagonista della banking revolution di metà Ottocento) è diventata una sorta di paradigma universale attraverso cui misurare l’efficienza o l’arretratezza di ogni altro mezzo di intermediazione funzionale alla crescita, una best solution cercata in ogni dove e in ogni tempo, spesso facendo premio sui contesti temporali e spaziali. Il sistema creditizio milanese della prima metà del XIX secolo è una delle principali vittime di questa distorsione interpretativa. Sulla base del confronto tra l'offerta creditizia informale, misurata attraverso gli atti notarili dal 1825 al 1840, e quella istituzionalizzata, identificata dalla Cassa di risparmio di Milano, questo saggio si propone di fornire alcune evidenze empiriche sul ruolo e sull'importanza dei prestiti non-bancari. Ne emerge che a Milano il mondo del credito non istituzionalizzato, popolato da nobili, borghesi, mercanti, enti assistenziali e corpi ecclesiastici – e caratteristico dell’età moderna – conosce una grande accelerazione a cominciare dai decenni finali del XVIII secolo. I notai emergono come l’ossatura di questo mercato, ma non solo in quanto certificatori della legalità dei contratti di prestito; grazie al ricco capitale informativo accumulato sui loro clienti e al rendimento crescente costituito dal buon fine delle transazioni, si profilano sempre più come gli affidabili ed efficienti centri di circolazione e di facilitazione delle informazioni tra offerta e domanda di credito. Con l’età francese e con la conseguente liquidazione delle poche istituzioni finanziarie attive (Monte di Sanata Teresa, Monte di Pietà), il tessuto di questo segmento informale del credito si rafforza e si radica ancora di più nel nuovo equilibrio sociale; accanto ai notai, le reti parentali, di vicinanza e professionali costituiscono i pilastri su cui poggia il meccanismo fiduciario e reputazionale che costituisce il fondamento sociale della diffusione di questo tipo di credito. Su queste basi i notai furono in grado di servire una larga parte dei Milanesi (e non solo), compresi i meno abbienti; è possibile stimare che, nel 1840, quasi un quinto delle famiglie della città era passata attraverso un notarized loans; attraverso e grazie a loro, che si affidavano a informazioni consolidate più che a garanzie ipotecarie generiche, furono mobilizzati capitali a medio e lungo termine finanziando le iniziative imprenditoriali più moderne che proprio allora movimentavano l’ambiente economico locale e che non trovavano funding presso la Cassa di Risparmio. Tra queste due componenti del mercato creditizio sembra allora esserci stato non un rapporto di esclusione ma di coesistenza, complementarietà e in seguito di contaminazione, anche se per la fase successiva la ricerca deve ancora essere conclusa; molte delle competenze informative dei notai e della capacità di monitoraggio delle rete informali costituiranno, dopo l’Unità, un patrimonio fondamentale richiesto anche dalle nuove banche
Credito informale versus credito bancario a Milano nella prima metà dell’Ottocento / G. De Luca (TOMMASO FANFANI). - In: Studi in ricordo di Tommaso Fanfani. 1 / [a cura di] M. Berti, A. Bianchi, G. Conti, D. Manetti, M. Merger, V. Pinchera. - Pisa : Pacini, 2013. - ISBN 9788863154122. - pp. 269-279
Credito informale versus credito bancario a Milano nella prima metà dell’Ottocento
G. De Luca
2013
Abstract
La correlazione positiva tra strutture bancarie ottocentesche e crescita economica, che la letteratura ha ampiamente sostenuto e dimostrato definito, ha finito per ipostatizzare il primato dei moderni istituti creditizi formalizzati; la banca (e meglio il tipo di banca protagonista della banking revolution di metà Ottocento) è diventata una sorta di paradigma universale attraverso cui misurare l’efficienza o l’arretratezza di ogni altro mezzo di intermediazione funzionale alla crescita, una best solution cercata in ogni dove e in ogni tempo, spesso facendo premio sui contesti temporali e spaziali. Il sistema creditizio milanese della prima metà del XIX secolo è una delle principali vittime di questa distorsione interpretativa. Sulla base del confronto tra l'offerta creditizia informale, misurata attraverso gli atti notarili dal 1825 al 1840, e quella istituzionalizzata, identificata dalla Cassa di risparmio di Milano, questo saggio si propone di fornire alcune evidenze empiriche sul ruolo e sull'importanza dei prestiti non-bancari. Ne emerge che a Milano il mondo del credito non istituzionalizzato, popolato da nobili, borghesi, mercanti, enti assistenziali e corpi ecclesiastici – e caratteristico dell’età moderna – conosce una grande accelerazione a cominciare dai decenni finali del XVIII secolo. I notai emergono come l’ossatura di questo mercato, ma non solo in quanto certificatori della legalità dei contratti di prestito; grazie al ricco capitale informativo accumulato sui loro clienti e al rendimento crescente costituito dal buon fine delle transazioni, si profilano sempre più come gli affidabili ed efficienti centri di circolazione e di facilitazione delle informazioni tra offerta e domanda di credito. Con l’età francese e con la conseguente liquidazione delle poche istituzioni finanziarie attive (Monte di Sanata Teresa, Monte di Pietà), il tessuto di questo segmento informale del credito si rafforza e si radica ancora di più nel nuovo equilibrio sociale; accanto ai notai, le reti parentali, di vicinanza e professionali costituiscono i pilastri su cui poggia il meccanismo fiduciario e reputazionale che costituisce il fondamento sociale della diffusione di questo tipo di credito. Su queste basi i notai furono in grado di servire una larga parte dei Milanesi (e non solo), compresi i meno abbienti; è possibile stimare che, nel 1840, quasi un quinto delle famiglie della città era passata attraverso un notarized loans; attraverso e grazie a loro, che si affidavano a informazioni consolidate più che a garanzie ipotecarie generiche, furono mobilizzati capitali a medio e lungo termine finanziando le iniziative imprenditoriali più moderne che proprio allora movimentavano l’ambiente economico locale e che non trovavano funding presso la Cassa di Risparmio. Tra queste due componenti del mercato creditizio sembra allora esserci stato non un rapporto di esclusione ma di coesistenza, complementarietà e in seguito di contaminazione, anche se per la fase successiva la ricerca deve ancora essere conclusa; molte delle competenze informative dei notai e della capacità di monitoraggio delle rete informali costituiranno, dopo l’Unità, un patrimonio fondamentale richiesto anche dalle nuove bancheFile | Dimensione | Formato | |
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