La tinea imbricata è una micosi superficiale cronica causata dal dermatofita antropofilo Trichophyton concentricum, denominata a seconda dell’area geografica coinvolta con vari nomi: “Tokelau”, “chimberè”, “grillè”, “roña”. Si tratta di una micosi ristretta a tre zone endemiche nel mondo: le isole del Sud Pacifico (Polinesia e arcipelago della Melanesia), Sud-Est Asiatico (Cina e India) e alcune aree specifiche del Sud America (Brasile, Colombia, El Salvador, Messico). Recentemente in Guadalcanal, l’isola più grande e capitale delle Solomon, si sono verificati numerosi casi di un’infezione superficiale, particolarmente estesa e pruriginosa in alcuni soggetti, chiamata dagli indigeni, nel loro dialetto pigi, “bakwa” ossia desquamata. I primi interventi per il trattamento della bakwa si sono svolti in un piccolo ospedale chiamato, Piccolo Ospedale Samaritano, che è stato costruito dai volontari della ONG A.M.I.S (Amici Missione Isole Solomon) dei Salesiani di Don Bosco di Sondrio. L’infezione è stata diagnosticata clinicamente e trattata con lavaggi con soluzione di permanganato di potassio e crema allo zolfo colloidale e acido acetilsalicilico in un centinaio di bambini provenienti da 18 villaggi, alcuni dei quali distanti oltre 50 chilometri. In modo continuo sono stati seguiti 58 bambini provenienti da due villaggi, Soso (circa 200 abitanti) e Vutu (circa 180 abitanti), distanti rispettivamente 10 e 17 chilometri dall’ospedale. In questa popolazione si può quindi ipotizzare una prevalenza dell’infezione di almeno il 15%. L’aspetto ad anelli concentrici delle lesioni faceva sospettare la tinea imbricata. Per confermare questo sospetto si è proceduto all’esame micologico delle squame cutanee provenienti da 3 pazienti di età compresa tra 7 e 11 anni. L’ esame microscopico diretto ha rilevato la presenza di numerose ife settate. Il materiale cutaneo è stato seminato su terreno agarizzato Sabouraud + Cloramfenicolo + Actidione sul quale si sono sviluppate, in circa dieci giorni, colonie cerebriformi vellutate, di color bianco crema. Al microscopio la coltura su vetrino ha permesso di osservare numerose clamidospore intercalari di forma irregolare. Per completare l’identificazione si è proceduto con l’estrazione del DNA e l’amplificazione della regione ITS1-ITS2 utilizzando i primer ITS1-ITS4. Il prodotto di amplificazione è stato sequenziato e la sequenza ottenuta è stata confrontata in GeneBank ottenendo una percentuale di omologia del 100% con Trichophyton concentricum. Con l’incremento dei viaggi internazionali e delle migrazioni non si può escludere che questo dermatofita di raro riscontro possa essere isolato anche in Italia da pazienti provenienti dalle aree endemiche.
ISOLAMENTO DI TRICHOPHYTON CONCENTRICUM DA LESIONI CUTANEE CRONICHE DI PAZIENTI DELLE ISOLE SALOMON / M.C. Esposto, C. Lazzarini, A. Prigitano, A. Olivi, M. Monti, A.M. Tortorano. ((Intervento presentato al 11. convegno CONGRESSO NAZIONALE FIMUA tenutosi a ACICASTELLO nel 2012.
ISOLAMENTO DI TRICHOPHYTON CONCENTRICUM DA LESIONI CUTANEE CRONICHE DI PAZIENTI DELLE ISOLE SALOMON
M.C. Esposto;C. Lazzarini;A. Prigitano;M. MontiPenultimo
;A.M. Tortorano
2012
Abstract
La tinea imbricata è una micosi superficiale cronica causata dal dermatofita antropofilo Trichophyton concentricum, denominata a seconda dell’area geografica coinvolta con vari nomi: “Tokelau”, “chimberè”, “grillè”, “roña”. Si tratta di una micosi ristretta a tre zone endemiche nel mondo: le isole del Sud Pacifico (Polinesia e arcipelago della Melanesia), Sud-Est Asiatico (Cina e India) e alcune aree specifiche del Sud America (Brasile, Colombia, El Salvador, Messico). Recentemente in Guadalcanal, l’isola più grande e capitale delle Solomon, si sono verificati numerosi casi di un’infezione superficiale, particolarmente estesa e pruriginosa in alcuni soggetti, chiamata dagli indigeni, nel loro dialetto pigi, “bakwa” ossia desquamata. I primi interventi per il trattamento della bakwa si sono svolti in un piccolo ospedale chiamato, Piccolo Ospedale Samaritano, che è stato costruito dai volontari della ONG A.M.I.S (Amici Missione Isole Solomon) dei Salesiani di Don Bosco di Sondrio. L’infezione è stata diagnosticata clinicamente e trattata con lavaggi con soluzione di permanganato di potassio e crema allo zolfo colloidale e acido acetilsalicilico in un centinaio di bambini provenienti da 18 villaggi, alcuni dei quali distanti oltre 50 chilometri. In modo continuo sono stati seguiti 58 bambini provenienti da due villaggi, Soso (circa 200 abitanti) e Vutu (circa 180 abitanti), distanti rispettivamente 10 e 17 chilometri dall’ospedale. In questa popolazione si può quindi ipotizzare una prevalenza dell’infezione di almeno il 15%. L’aspetto ad anelli concentrici delle lesioni faceva sospettare la tinea imbricata. Per confermare questo sospetto si è proceduto all’esame micologico delle squame cutanee provenienti da 3 pazienti di età compresa tra 7 e 11 anni. L’ esame microscopico diretto ha rilevato la presenza di numerose ife settate. Il materiale cutaneo è stato seminato su terreno agarizzato Sabouraud + Cloramfenicolo + Actidione sul quale si sono sviluppate, in circa dieci giorni, colonie cerebriformi vellutate, di color bianco crema. Al microscopio la coltura su vetrino ha permesso di osservare numerose clamidospore intercalari di forma irregolare. Per completare l’identificazione si è proceduto con l’estrazione del DNA e l’amplificazione della regione ITS1-ITS2 utilizzando i primer ITS1-ITS4. Il prodotto di amplificazione è stato sequenziato e la sequenza ottenuta è stata confrontata in GeneBank ottenendo una percentuale di omologia del 100% con Trichophyton concentricum. Con l’incremento dei viaggi internazionali e delle migrazioni non si può escludere che questo dermatofita di raro riscontro possa essere isolato anche in Italia da pazienti provenienti dalle aree endemiche.Pubblicazioni consigliate
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.