Il saggio ricostruisce anzitutto le circostanze biografiche del pellegrinaggio di Dino Campana al Santuario della Verna, avvenuto nel 1910. Procede poi mettendo a fuoco la peculiarità della posizione strutturale della lunga prosa lirica La Verna all’interno dei Canti orfici. Accertata l’intenzione lato sensu poematica e la profonda unità strutturale del Libro di Campana, La Verna è collocata da Campana in posizione apertamente rilevata, come momento dell’ascesa simbolica, dopo la discesa rituale di La notte, e prima della grande sintesi tragica di Genova. In questo senso, le stesse dimensioni cospicue ne accentuano percepibilmente la rilevanza. Con ogni evidenza negli Orfici ci sono tre testi vistosamente più estesi: uno all’inizio, La notte, uno alla fine, Genova, e appunto La Verna, in posizione approssimativamente centrale. All’interno di La Verna, poi, appare strategica anche la partizione in due tempi, che con il poemetto Immagini del viaggio e della montagna diventano tre. La ricorsività, è chiaro, è legge strutturale del libro campaniano. Correlativamente, sia la dinamica binaria viaggio / ritorno, sia la circolarità (e / o la dinamica ternaria), sia la delineazione della parabola del giorno (a sua volta infinitamente reiterabile) presentano un nesso evidente con la questione del tempo. La coerenza progettuale del Libro, a dispetto della pur persistente frammentarietà di fatto, agisce con grande nettezza anche e proprio al livello macro-strutturale. Proprio su questo piano, oltre che sul piano tematico, tutto il Libro degli Orfici mette in scena ossessivamente l’intuizione centrale dell’eterno ritorno, mutuata da Nietzsche, e letta da Campana con singolare, acutissima consapevolezza teorica, come sostanziale ambiguità della dimensione temporale, contesa tra effimero ed eternità. Drammaticamente, in La Verna Campana lascia percepire qualcosa come una circolarità della vita e della morte, dove il ricongiungimento con l’origine coincide anche con la morte. La Verna documenta una geografia, particolarmente rilevante per Campana, ma anche l’immaginario ad essa collegato, le fantasticherie che quella geografia suscita. Inoltre, la rappresentazione del pellegrinaggio francescano si assume anche i compiti di una dichiarazione di poetica abbastanza esplicita: di poetica specificamente letteraria; ma anche di poetica pittorica, e più generalmente artistica. In questa poetica convergono il mito della purezza e il ritorno all’autenticità dei cosiddetti “primitivi”, reinterpretata anche contrapponendo, sulla scia di Soffici, l’arcaismo cubista al futurismo. La Verna mostra un’originale miscela di narratività e anti-discorsività, dove il sovraccarico di procedimenti iterativi fa tutt’uno con l’intensificazione dei valori simbolici. Fra questi, spicca la tendenziale sovrapposizione (unica in Campana) fra il tempo della scrittura e il tempo del viaggio. Ma il pellegrinaggio della Verna delinea anche un viaggio verticale, che registra una progressione narrativa e simbolica verso l’alto: cioè una dinamica di approssimazione alla verità. Allo stesso tempo, il viaggio del poeta attraversa un paesaggio che da un lato suscita la percezione netta della dimensione naturale, e della sua sanità / santità, con la quale è necessario ristabilire un’armonia; ma, da un altro lato, il paesaggio si presenta sempre come tutto tramato di reminiscenze, nel senso sia della presenza del passato dell’io poetico, sia della costante presenza della letteratura e dell’arte. Così che, con apparente paradosso, il paesaggio, nel momento stesso in cui si impone come natura, si presenta come già tutto storicizzato, culturalizzato, e estetizzato, in nome però di un valore estetico che sa restare anche valore morale.

Il torrente e la gora : esperienza del viaggio e paradossi della temporalità nel pellegrinaggio di Dino Campana / G. Turchetta (QUADERNI SOFFICIANI). - In: «La Verna» di Campana e l'ombra di Soffici / [a cura di] G. Langella. - Poggio a Caiano (Prato) : Museo Soffici e del '900 italiano, 2011. - ISBN 9788886855891. - pp. 93-116 (( convegno Dino Campana pellegrino alla Verna nella ricorrenza centenaria : atti dei convegni, La Verna, 18-19 settembre, 4 dicembre 2010 tenutosi a Poggio a Caiano nel 2010.

Il torrente e la gora : esperienza del viaggio e paradossi della temporalità nel pellegrinaggio di Dino Campana

G. Turchetta
2011

Abstract

Il saggio ricostruisce anzitutto le circostanze biografiche del pellegrinaggio di Dino Campana al Santuario della Verna, avvenuto nel 1910. Procede poi mettendo a fuoco la peculiarità della posizione strutturale della lunga prosa lirica La Verna all’interno dei Canti orfici. Accertata l’intenzione lato sensu poematica e la profonda unità strutturale del Libro di Campana, La Verna è collocata da Campana in posizione apertamente rilevata, come momento dell’ascesa simbolica, dopo la discesa rituale di La notte, e prima della grande sintesi tragica di Genova. In questo senso, le stesse dimensioni cospicue ne accentuano percepibilmente la rilevanza. Con ogni evidenza negli Orfici ci sono tre testi vistosamente più estesi: uno all’inizio, La notte, uno alla fine, Genova, e appunto La Verna, in posizione approssimativamente centrale. All’interno di La Verna, poi, appare strategica anche la partizione in due tempi, che con il poemetto Immagini del viaggio e della montagna diventano tre. La ricorsività, è chiaro, è legge strutturale del libro campaniano. Correlativamente, sia la dinamica binaria viaggio / ritorno, sia la circolarità (e / o la dinamica ternaria), sia la delineazione della parabola del giorno (a sua volta infinitamente reiterabile) presentano un nesso evidente con la questione del tempo. La coerenza progettuale del Libro, a dispetto della pur persistente frammentarietà di fatto, agisce con grande nettezza anche e proprio al livello macro-strutturale. Proprio su questo piano, oltre che sul piano tematico, tutto il Libro degli Orfici mette in scena ossessivamente l’intuizione centrale dell’eterno ritorno, mutuata da Nietzsche, e letta da Campana con singolare, acutissima consapevolezza teorica, come sostanziale ambiguità della dimensione temporale, contesa tra effimero ed eternità. Drammaticamente, in La Verna Campana lascia percepire qualcosa come una circolarità della vita e della morte, dove il ricongiungimento con l’origine coincide anche con la morte. La Verna documenta una geografia, particolarmente rilevante per Campana, ma anche l’immaginario ad essa collegato, le fantasticherie che quella geografia suscita. Inoltre, la rappresentazione del pellegrinaggio francescano si assume anche i compiti di una dichiarazione di poetica abbastanza esplicita: di poetica specificamente letteraria; ma anche di poetica pittorica, e più generalmente artistica. In questa poetica convergono il mito della purezza e il ritorno all’autenticità dei cosiddetti “primitivi”, reinterpretata anche contrapponendo, sulla scia di Soffici, l’arcaismo cubista al futurismo. La Verna mostra un’originale miscela di narratività e anti-discorsività, dove il sovraccarico di procedimenti iterativi fa tutt’uno con l’intensificazione dei valori simbolici. Fra questi, spicca la tendenziale sovrapposizione (unica in Campana) fra il tempo della scrittura e il tempo del viaggio. Ma il pellegrinaggio della Verna delinea anche un viaggio verticale, che registra una progressione narrativa e simbolica verso l’alto: cioè una dinamica di approssimazione alla verità. Allo stesso tempo, il viaggio del poeta attraversa un paesaggio che da un lato suscita la percezione netta della dimensione naturale, e della sua sanità / santità, con la quale è necessario ristabilire un’armonia; ma, da un altro lato, il paesaggio si presenta sempre come tutto tramato di reminiscenze, nel senso sia della presenza del passato dell’io poetico, sia della costante presenza della letteratura e dell’arte. Così che, con apparente paradosso, il paesaggio, nel momento stesso in cui si impone come natura, si presenta come già tutto storicizzato, culturalizzato, e estetizzato, in nome però di un valore estetico che sa restare anche valore morale.
Dino Campana; Canti orfici; Nietzsche; tempo; pellegrinaggio; La Verna; eterno ritorno; narratività; poesia
Settore L-FIL-LET/11 - Letteratura Italiana Contemporanea
Settore L-FIL-LET/10 - Letteratura Italiana
Settore L-FIL-LET/14 - Critica Letteraria e Letterature Comparate
2011
Museo Soffici
Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano
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