Diverse missioni impegnano attualmente l’Italia in alcune aree del mondo, tra cui il Libano, la Libia, il Kosovo e l’Afghanistan. Complessivamente l’impegno include 29 missioni internazionali in 21 Paesi diversi con un dispiegamento di 7.165 militari nel primo semestre di quest’anno e un costo che ha già superato il miliardo e mezzo di euro all’anno. Nei prossimi mesi i due teatri più rilevanti – la Libia e l’Afghanistan – acquisiranno per diverse motivazioni ancora più importanza. In quello libico l’intervento della Nato potrebbe contribuire a causare il crollo del regime di Muammar Gheddafi, evento che aprirebbe scenari del tutto nuovi per il paese. In quello afghano, il prossimo luglio avrà inizio la prevista fase del ritiro dei contingenti militari che porrà rilevanti interrogativi sul mantenimento della stabilità del paese e che dovrà compiersi – secondo quanto programmato dalla Nato stessa – entro il 2014. Il ruolo dell’Italia nelle due missioni appare rilevante dal punto di vista militare, politico ed economico. Nell’azione militare di no fly-zone in Libia l’Italia ha messo a disposizione le proprie basi (Aviano, Gioia del Colle, Sigonella e Trapani), senza le quali sarebbe stato difficile l’intervento NATO, e le proprie forze aeree e navali. L’Italia si è inoltre impegnata nel finanziamento del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi attraverso la creazione e l’alimentazione di un trust fund internazionale. Anche in Afghanistan l’Italia ha svolto un ruolo di primo piano, con un contingente militare di 3.880 uomini e con la responsabilità sul comando regionale RC-West con sede ad Herat (uno dei 5 comandi iniziali della missione ISAF, divenuti successivamente 6). L’Italia, inoltre, è stata impegnata attivamente nella ricostruzione del paese come nazione guida (lead nation) per il settore giudiziario ed è attualmente il quinto contingente più numeroso della missione NATO.
Il futuro della Libia e dell'Afghanistan tra debolezze interne e intervento esterno / A. Carati, A. Varvelli. - [s.l] : Osservatorio di Politica Internazionale, 2011 Jun.
Il futuro della Libia e dell'Afghanistan tra debolezze interne e intervento esterno
A. Carati;
2011
Abstract
Diverse missioni impegnano attualmente l’Italia in alcune aree del mondo, tra cui il Libano, la Libia, il Kosovo e l’Afghanistan. Complessivamente l’impegno include 29 missioni internazionali in 21 Paesi diversi con un dispiegamento di 7.165 militari nel primo semestre di quest’anno e un costo che ha già superato il miliardo e mezzo di euro all’anno. Nei prossimi mesi i due teatri più rilevanti – la Libia e l’Afghanistan – acquisiranno per diverse motivazioni ancora più importanza. In quello libico l’intervento della Nato potrebbe contribuire a causare il crollo del regime di Muammar Gheddafi, evento che aprirebbe scenari del tutto nuovi per il paese. In quello afghano, il prossimo luglio avrà inizio la prevista fase del ritiro dei contingenti militari che porrà rilevanti interrogativi sul mantenimento della stabilità del paese e che dovrà compiersi – secondo quanto programmato dalla Nato stessa – entro il 2014. Il ruolo dell’Italia nelle due missioni appare rilevante dal punto di vista militare, politico ed economico. Nell’azione militare di no fly-zone in Libia l’Italia ha messo a disposizione le proprie basi (Aviano, Gioia del Colle, Sigonella e Trapani), senza le quali sarebbe stato difficile l’intervento NATO, e le proprie forze aeree e navali. L’Italia si è inoltre impegnata nel finanziamento del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi attraverso la creazione e l’alimentazione di un trust fund internazionale. Anche in Afghanistan l’Italia ha svolto un ruolo di primo piano, con un contingente militare di 3.880 uomini e con la responsabilità sul comando regionale RC-West con sede ad Herat (uno dei 5 comandi iniziali della missione ISAF, divenuti successivamente 6). L’Italia, inoltre, è stata impegnata attivamente nella ricostruzione del paese come nazione guida (lead nation) per il settore giudiziario ed è attualmente il quinto contingente più numeroso della missione NATO.File | Dimensione | Formato | |
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