Per cogliere il ruolo di Luciano Caruso, come antagonista e coscienza dialettica nell'ambito della neoavanguardia poetico-visuale del secondo Novecento italiano, può essere utile soffermarsi sul momento del suo passaggio, nel 1976, a Firenze. Quasi vent’anni dopo, ormai ‘fiorentino’ d’adozione, definirà il capoluogo toscano come: “una delle più singolari città spettacolo della provincia italica, priva com’è ormai di qualsiasi carattere”. Questo passaggio a Firenze è l’approdo finale di un lungo percorso (in larga parte coincidente con la maturazione della pratica, destinata a diventare esclusiva, della poesia visuale) avviato con Stelio Maria Martini a Napoli, negli anni di “Linea Sud” e di “Continuum”. Ma il trasferimento era stato anticipato da una serie di importanti incontri fin dal 1966, quando Caruso era stato a Firenze, come volontario fra gli “angeli del fango”, stringendo personali contatti Miccini, Pignotti e gli altri protagonisti del Gruppo 70. Caruso stesso ha scritto molto, anche retrospettivamente, sul contesto di una certa neoavanguardia tra Napoli e Roma, ma anche sulle contingenze milanesi e genovesi (penso alla problematicità ricchissima di spunti della sua breve introduzione a "Una stagione dissipata" di Tola e Vitone). Manca invece, mi pare, una messa a fuoco sulla sua fuga dal Vesuvio e sul suo approdo a Firenze nella seconda metà degli anni Settanta… In realtà se Caruso non ha voluto sintetizzare in una rilettura retrospettiva questo delicato passaggio (decisamente non marginale) del suo percorso, ha saputo lasciarcene una testimonianza viva, quasi in diretta, sulle pagine di un periodico autoprodotto, particolarmente interessante per questo giro d'anni, intitolato “E/mana/azione”.

Il "duplice esercizio" di Luciano Caruso : post-scrittura e meta-citazione / G. Zanchetti. ((Intervento presentato al convegno Poesia Visiva tenutosi a Firenze nel 2013.

Il "duplice esercizio" di Luciano Caruso : post-scrittura e meta-citazione

G. Zanchetti
2013

Abstract

Per cogliere il ruolo di Luciano Caruso, come antagonista e coscienza dialettica nell'ambito della neoavanguardia poetico-visuale del secondo Novecento italiano, può essere utile soffermarsi sul momento del suo passaggio, nel 1976, a Firenze. Quasi vent’anni dopo, ormai ‘fiorentino’ d’adozione, definirà il capoluogo toscano come: “una delle più singolari città spettacolo della provincia italica, priva com’è ormai di qualsiasi carattere”. Questo passaggio a Firenze è l’approdo finale di un lungo percorso (in larga parte coincidente con la maturazione della pratica, destinata a diventare esclusiva, della poesia visuale) avviato con Stelio Maria Martini a Napoli, negli anni di “Linea Sud” e di “Continuum”. Ma il trasferimento era stato anticipato da una serie di importanti incontri fin dal 1966, quando Caruso era stato a Firenze, come volontario fra gli “angeli del fango”, stringendo personali contatti Miccini, Pignotti e gli altri protagonisti del Gruppo 70. Caruso stesso ha scritto molto, anche retrospettivamente, sul contesto di una certa neoavanguardia tra Napoli e Roma, ma anche sulle contingenze milanesi e genovesi (penso alla problematicità ricchissima di spunti della sua breve introduzione a "Una stagione dissipata" di Tola e Vitone). Manca invece, mi pare, una messa a fuoco sulla sua fuga dal Vesuvio e sul suo approdo a Firenze nella seconda metà degli anni Settanta… In realtà se Caruso non ha voluto sintetizzare in una rilettura retrospettiva questo delicato passaggio (decisamente non marginale) del suo percorso, ha saputo lasciarcene una testimonianza viva, quasi in diretta, sulle pagine di un periodico autoprodotto, particolarmente interessante per questo giro d'anni, intitolato “E/mana/azione”.
6-giu-2013
Settore L-ART/03 - Storia dell'Arte Contemporanea
Settore L-ART/04 - Museologia e Critica Artistica e del Restauro
Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze
Comune di Firenze
hdl:2434/250959
Il "duplice esercizio" di Luciano Caruso : post-scrittura e meta-citazione / G. Zanchetti. ((Intervento presentato al convegno Poesia Visiva tenutosi a Firenze nel 2013.
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