Le "Considerazioni sulla musica" del conte Luigi Tadini, pubblicate nel 1818 come premessa all’edizione dei propri Salmi Cantici ed Inni Cristiani, testimoniano con chiarezza quel gusto tipico di inizio Ottocento per l’evidenza della melodia, per i grandi modelli italiani del XVIII secolo ed ancora per l’idealità del ‘bel canto’; un gusto neoclassico largamente condiviso e sintetizzato esemplarmente nelle riflessioni del suo esponente più noto, Giuseppe Carpani. In sintonia con Luigi Tadini si può certamente considerare il pensiero musicale del maestro Stefano Pavesi (1779-1850), operista cremasco di grande successo cui il conte si è rivolto per musicare alcuni originali componimenti poetici. Tuttavia non mancano in Pavesi tratti di novità che lo avvicinano alla nascente sensibilità romantica. Proprio questa ambivalenza fa di lui un esponente rappresentativo del trentennio d’apertura del XIX secolo, quell’età rossiniana nella quale la musica, tanto nel gusto quanto nel linguaggio, vive contemporaneamente la continuità col passato ed un graduale mutamento.
Le "Considerazioni sulla musica" del conte Tadini e la figura del maestro Stefano Pavesi / A. Restelli. ((Intervento presentato al convegno Le conferenze degli amici del Tadini tenutosi a Lovere nel 2010.
Le "Considerazioni sulla musica" del conte Tadini e la figura del maestro Stefano Pavesi
A. RestelliPrimo
2010
Abstract
Le "Considerazioni sulla musica" del conte Luigi Tadini, pubblicate nel 1818 come premessa all’edizione dei propri Salmi Cantici ed Inni Cristiani, testimoniano con chiarezza quel gusto tipico di inizio Ottocento per l’evidenza della melodia, per i grandi modelli italiani del XVIII secolo ed ancora per l’idealità del ‘bel canto’; un gusto neoclassico largamente condiviso e sintetizzato esemplarmente nelle riflessioni del suo esponente più noto, Giuseppe Carpani. In sintonia con Luigi Tadini si può certamente considerare il pensiero musicale del maestro Stefano Pavesi (1779-1850), operista cremasco di grande successo cui il conte si è rivolto per musicare alcuni originali componimenti poetici. Tuttavia non mancano in Pavesi tratti di novità che lo avvicinano alla nascente sensibilità romantica. Proprio questa ambivalenza fa di lui un esponente rappresentativo del trentennio d’apertura del XIX secolo, quell’età rossiniana nella quale la musica, tanto nel gusto quanto nel linguaggio, vive contemporaneamente la continuità col passato ed un graduale mutamento.Pubblicazioni consigliate
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