I processi penali per le vittime dell’amianto rappresentano un capitolo fondamentale della storia giudiziaria contemporanea. Prendono il via nei primi anni ’90, all’indomani della messa al bando del pericoloso minerale , sotto la spinta degli inquietanti dati epidemiologici relativi all’incidenza di gravissime e spesso letali malattie dell’apparato respiratorio tra la popolazione dei soggetti esposti. Muoiono d’amianto coloro che hanno lavorato maneggiandolo, e talvolta muoiono d’amianto anche i loro famigliari, venuti a contatto con gli indumenti da lavoro impregnati di fibre tossiche. Muoiono d’amianto persino coloro che hanno avuto la sfortuna di abitare accanto ad una fabbrica o ad un cantiere che disperdevano le micidiali polveri nei dintorni. I dati epidemiologici non lasciano dubbio alcuno in merito al fatto che l’impiego industriale dell’amianto abbia provocato una vera e propria ecatombe . La causa della strage, dunque, è da anni sotto gli occhi di tutti. Ma l’accertamento delle responsabilità penali è spesso ostacolato da insormontabili difficoltà relative alla prova del nesso causale tra le condotte dei singoli imputati, i quali magari hanno ricoperto incarichi di responsabilità per poco tempo, e le malattie che hanno colpito singole vittime, spesso esposte all’amianto per lunghi archi temporali. Vent’anni di processi penali per malattie d’amianto hanno messo in luce come la partita dell’innocenza o della colpevolezza si giochi quasi interamente sul piano dell’accertamento del nesso causale. Le aule penali si sono così trasformate in luoghi dove si dibatte attorno a delicatissime questioni relative all’eziologia delle patologie tumorali, oltre che alla effettiva conoscibilità dei rischi per la salute umana quando ancora l’utilizzo del minerale era legale. Questioni di fatto, che devono poi passare dal setaccio delle categorie della responsabilità penale; ma che, proprio in ragione della carica di drammaticità umana e sociale di cui sono intrise, inducono talvolta la magistratura ad allargare le maglie di quel setaccio, nell’ottica di intercettare istanze di giustizia sostanziale che altrimenti rimarrebbero – per i più, incomprensibilmente – prive di ascolto. I processi in materia d’amianto diventano così uno dei terreni più fertili per il germogliare delle tecniche di flessibilizzazione del paradigma causale; e, parallelamente, costituiscono uno dei principali bersagli delle voci dottrinali che denunciano un l’ingiusto squilibrio tra la protezione dell’innocente e la tutela delle vittime. D’altra parte, l’intima relazione che intercorre tra lo statuto stesso della causalità e la fase del suo accertamento processuale costituisce un problema che travalica il settore della responsabilità da amianto, investendo direttamente alcuni dei più spinosi – e tuttora irrisolti – rompicapo della parte generale del diritto penale. Ecco allora che la responsabilità penale da amianto assurge ad ineguagliabile occasione per riflettere su quei problemi; offrendo al contempo – questo il vantaggio dell’approccio settoriale – un serbatoio assai ricco di casistica giurisprudenziale. Il metodo che è stato adottato per lo svolgimento della presente indagine risulta coerente con il suo oggetto: alle delicate questioni che notoriamente colorano qualsiasi dibattito sulla causalità penale si cercherà infatti di dare delle risposte immerse nel processo, in omaggio all’idea popperiana che non esistono discipline – e tantomeno confini tra discipline – ma soltanto problemi a risolvere. L’approccio interdisciplinare, inoltre, sembra costituire il migliore antidoto rispetto ai rischi connessi ad un processo che troppo di frequente non si limita ad accertare ma indebitamente plasma le categorie sostanziali, compromettendo i canoni costituzionali di tipicità e tassatività della fattispecie: posto infatti che diritto e processo penale non possono vivere separatamente – a differenza di quanto accade in altre branche del diritto – l’unico modo per comprendere ed eventualmente contrastare indebite sovrapposizioni tra sostanza e rito pare essere quello di trattarli congiuntamente anche nell’ambito della riflessione dottrinale. Oltre che per le ragioni già esplicitate, l’approccio concentrato su questo specifico settore della responsabilità penale trova giustificazione nel fatto che i processi per le vittime dell’amianto rappresentano ancora oggi una pagina fondamentale delle cronache giudiziarie, e purtroppo continueranno ad esserlo per molto tempo, se è vero che il picco di incidenza di mesoteliomi – l’incurabile tumore tipicamente correlato alla fibra di amianto – si raggiungerà attorno al 2015 . Il presente lavoro si articola in quattro capitoli. Nel primo viene analiticamente passata in rassegna la giurisprudenza in materia di amianto formatasi nel corso di oltre vent’anni di processi, mettendo a fuoco i principali problemi che emergono nell’accertamento della causalità e della colpa. Nel secondo si rivolge l’attenzione alle categorie dogmatiche che vengono in rilievo ai fini dell’imputazione degli eventi lesivi nei reati colposi d’evento: la prospettiva che si adotta è dunque di più ampio respiro, benché molti dei riferimenti giurisprudenziali vengano siano tratti dalla rassegna condotta nel primo capitolo. Nel terzo capitolo vengono svolte considerazioni relative ai rapporti tra scienza e processo penale, tematica di centrale importanza in un sistema di accertamento causale improntato al modello di sussunzione sotto leggi scientifiche. Nel quarto capitolo, infine, si adotta la prospettiva in action cui si è fatto riferimento, nell’ottica di indagare l’intreccio tra le categorie della causalità e la fase del loro accertamento. I paragrafi introduzione, posti al principio dei capitoli II, III, e IV, hanno la funzione di congiungere, attraverso ideali ponti, gli argomenti trattati in quel capitolo con quelli trattati nel capitolo precedente ed in quello successivo.

AMIANTO E DIRITTO PENALE. IL PROBLEMA DEL NESSO CAUSALE / S. Zirulia ; tutor coordinatore: F. Vigano'. UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MILANO, 2013 Mar 04. 25. ciclo, Anno Accademico 2012. [10.13130/zirulia-stefano_phd2013-03-04].

AMIANTO E DIRITTO PENALE. IL PROBLEMA DEL NESSO CAUSALE

S. Zirulia
2013

Abstract

I processi penali per le vittime dell’amianto rappresentano un capitolo fondamentale della storia giudiziaria contemporanea. Prendono il via nei primi anni ’90, all’indomani della messa al bando del pericoloso minerale , sotto la spinta degli inquietanti dati epidemiologici relativi all’incidenza di gravissime e spesso letali malattie dell’apparato respiratorio tra la popolazione dei soggetti esposti. Muoiono d’amianto coloro che hanno lavorato maneggiandolo, e talvolta muoiono d’amianto anche i loro famigliari, venuti a contatto con gli indumenti da lavoro impregnati di fibre tossiche. Muoiono d’amianto persino coloro che hanno avuto la sfortuna di abitare accanto ad una fabbrica o ad un cantiere che disperdevano le micidiali polveri nei dintorni. I dati epidemiologici non lasciano dubbio alcuno in merito al fatto che l’impiego industriale dell’amianto abbia provocato una vera e propria ecatombe . La causa della strage, dunque, è da anni sotto gli occhi di tutti. Ma l’accertamento delle responsabilità penali è spesso ostacolato da insormontabili difficoltà relative alla prova del nesso causale tra le condotte dei singoli imputati, i quali magari hanno ricoperto incarichi di responsabilità per poco tempo, e le malattie che hanno colpito singole vittime, spesso esposte all’amianto per lunghi archi temporali. Vent’anni di processi penali per malattie d’amianto hanno messo in luce come la partita dell’innocenza o della colpevolezza si giochi quasi interamente sul piano dell’accertamento del nesso causale. Le aule penali si sono così trasformate in luoghi dove si dibatte attorno a delicatissime questioni relative all’eziologia delle patologie tumorali, oltre che alla effettiva conoscibilità dei rischi per la salute umana quando ancora l’utilizzo del minerale era legale. Questioni di fatto, che devono poi passare dal setaccio delle categorie della responsabilità penale; ma che, proprio in ragione della carica di drammaticità umana e sociale di cui sono intrise, inducono talvolta la magistratura ad allargare le maglie di quel setaccio, nell’ottica di intercettare istanze di giustizia sostanziale che altrimenti rimarrebbero – per i più, incomprensibilmente – prive di ascolto. I processi in materia d’amianto diventano così uno dei terreni più fertili per il germogliare delle tecniche di flessibilizzazione del paradigma causale; e, parallelamente, costituiscono uno dei principali bersagli delle voci dottrinali che denunciano un l’ingiusto squilibrio tra la protezione dell’innocente e la tutela delle vittime. D’altra parte, l’intima relazione che intercorre tra lo statuto stesso della causalità e la fase del suo accertamento processuale costituisce un problema che travalica il settore della responsabilità da amianto, investendo direttamente alcuni dei più spinosi – e tuttora irrisolti – rompicapo della parte generale del diritto penale. Ecco allora che la responsabilità penale da amianto assurge ad ineguagliabile occasione per riflettere su quei problemi; offrendo al contempo – questo il vantaggio dell’approccio settoriale – un serbatoio assai ricco di casistica giurisprudenziale. Il metodo che è stato adottato per lo svolgimento della presente indagine risulta coerente con il suo oggetto: alle delicate questioni che notoriamente colorano qualsiasi dibattito sulla causalità penale si cercherà infatti di dare delle risposte immerse nel processo, in omaggio all’idea popperiana che non esistono discipline – e tantomeno confini tra discipline – ma soltanto problemi a risolvere. L’approccio interdisciplinare, inoltre, sembra costituire il migliore antidoto rispetto ai rischi connessi ad un processo che troppo di frequente non si limita ad accertare ma indebitamente plasma le categorie sostanziali, compromettendo i canoni costituzionali di tipicità e tassatività della fattispecie: posto infatti che diritto e processo penale non possono vivere separatamente – a differenza di quanto accade in altre branche del diritto – l’unico modo per comprendere ed eventualmente contrastare indebite sovrapposizioni tra sostanza e rito pare essere quello di trattarli congiuntamente anche nell’ambito della riflessione dottrinale. Oltre che per le ragioni già esplicitate, l’approccio concentrato su questo specifico settore della responsabilità penale trova giustificazione nel fatto che i processi per le vittime dell’amianto rappresentano ancora oggi una pagina fondamentale delle cronache giudiziarie, e purtroppo continueranno ad esserlo per molto tempo, se è vero che il picco di incidenza di mesoteliomi – l’incurabile tumore tipicamente correlato alla fibra di amianto – si raggiungerà attorno al 2015 . Il presente lavoro si articola in quattro capitoli. Nel primo viene analiticamente passata in rassegna la giurisprudenza in materia di amianto formatasi nel corso di oltre vent’anni di processi, mettendo a fuoco i principali problemi che emergono nell’accertamento della causalità e della colpa. Nel secondo si rivolge l’attenzione alle categorie dogmatiche che vengono in rilievo ai fini dell’imputazione degli eventi lesivi nei reati colposi d’evento: la prospettiva che si adotta è dunque di più ampio respiro, benché molti dei riferimenti giurisprudenziali vengano siano tratti dalla rassegna condotta nel primo capitolo. Nel terzo capitolo vengono svolte considerazioni relative ai rapporti tra scienza e processo penale, tematica di centrale importanza in un sistema di accertamento causale improntato al modello di sussunzione sotto leggi scientifiche. Nel quarto capitolo, infine, si adotta la prospettiva in action cui si è fatto riferimento, nell’ottica di indagare l’intreccio tra le categorie della causalità e la fase del loro accertamento. I paragrafi introduzione, posti al principio dei capitoli II, III, e IV, hanno la funzione di congiungere, attraverso ideali ponti, gli argomenti trattati in quel capitolo con quelli trattati nel capitolo precedente ed in quello successivo.
4-mar-2013
Settore IUS/17 - Diritto Penale
VIGANO', FRANCESCO
Doctoral Thesis
AMIANTO E DIRITTO PENALE. IL PROBLEMA DEL NESSO CAUSALE / S. Zirulia ; tutor coordinatore: F. Vigano'. UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI MILANO, 2013 Mar 04. 25. ciclo, Anno Accademico 2012. [10.13130/zirulia-stefano_phd2013-03-04].
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