L’allattamento, oltre che fonte di nutrimento per eccellenza, va considerata come un esperienza unica nella vita di una madre e del suo bambino. Esperienza di crescita, di maturazione, di condivisione, di consapevolezza, di amore e di scambio sia per la nutrice che per il lattante. Il fascino del rapporto che si instaura tra una madre e il suo bambino, durante questa straordinaria fase, ha stimolato la volontà di analizzare e comprendere la scelta di alcune mamme di protrarre l’allattamento oltre i tempi dettati dalla maggior parte dei pediatri e delle consuetudini contemporanee, cercando di riconoscerne benefici, ostacoli emozioni e insicurezze di questa scelta audace. L’allattamento, nel corso dei secoli, si è modificato seguendo le variazioni dei costumi e delle abitudini della società passando addirittura , durante gli anni della modernità, in secondo piano rispetto alla lattazione artificiale. Attualmente sembra che questo fenomeno sia in controtendenza rispetto alle scelte effettuate dalle generazioni che vanno dagli anni ’60 , passando per la “liberazione della donna”, fino ai giorni nostri in cui, grazie anche alle ricerche scientifiche - che ne hanno confermata l’importanza e l’unicità sia a livello emotivo che nutrizionale e immunitario - molte più donne scelgono volontariamente l’allattamento al seno come opportunità primaria. Oggi le donne scelgono l’allattamento con la consapevolezza di garantire al proprio bambino il meglio di ciò che la natura le ha preparate ad offrirgli. Si potrebbe affermare che la ragione e la scienza hanno concorso a riportare le donne là dove la natura le aveva condotte per secoli guidate unicamente dall’istinto. Questo importante “ritorno” non si è ancora del tutto concluso in quanto gli studi riguardo ai benefici dell’allattamento, oltre l’anno, non sono né numericamente né qualitativamente significativi per modificare radicalmente l’immaginario collettivo. Uno degli effetti positivi dell’ attuale consapevolezza è l’ assoluta libertà in cui si muove una puerpera che si pone di fronte alla scelta se allattare o meno il suo bambino al seno. Quella che un tempo era una necessità irrinunciabile, dovuta al fatto che il latte materno era l’unica possibilità di nutrimento, oggi, grazie all’evoluzione degli studi sull’alimentazione neonatale, diventa una decisione legittimata, sia nella sua forma classica con termine intorno ai sei mesi, sia nella sua forma prolungata dalle proprie necessità emotive, fisiche e di considerazione individuale in merito alla praticità. Alcune madri sentono come troppo ansiogeno il peso della responsabilità di essere l’indispensabile e necessariamente onnipresente fonte di nutrimento del lattante. Altre si sentono debilitate fisicamente dall’impegno che l’allattamento prolungato al seno richiede. Altre ancora temono gli effetti deleteri che può provocare nei tessuti mammari causando perdita di tonicità e turgore giovanile. La distinzione pratica tra allattamento al seno ed artificiale è posta da una interpretazione del tutto soggettiva della praticità; alcune donne considerano più pratico avere sempre a disposizione una riserva di cibo immunologicamente sicuro e a temperatura costantemente adeguata alle necessità del bambino, mentre altre preferiscono che familiari o persone preposte, possano intervenire nell’allattamento sostituendosi alla madre e alleggerendola nelle sue attività. Oltre alle motivazioni più strettamente legate al bambino, vanno considerate anche le influenze del tutto positive che allattare lungamente al seno procura alla salute delle donna diminuendo il rischio di tumore al seno. Questo grazie allo sviluppo completo che la ghiandola mammaria raggiunge durante il periodo della lattazione e al riposo funzionale cui è sottoposto l’ovaio. SCOPO DELLO STUDIO La ragione dello studio effettuato si ritrova nella necessità di comprendere quanto sia possibile far coesistere l’allattamento al seno oltre i sei mesi di vita del bambino con l’attuale stile di vita delle madri, senza limitarne la libertà e impoverire gli effetti benefici dell’esperienza.

Certezze e dubbi dell'ostetrica tra lattante e allattante : l'allattamento oltre i sei mesi : un desiderio, un'opportunità, un'esperienza di vita e di salute / G. Rigano, P.A. Mauri. ((Intervento presentato al convegno Mondostetrica tenutosi a Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico nel 2012.

Certezze e dubbi dell'ostetrica tra lattante e allattante : l'allattamento oltre i sei mesi : un desiderio, un'opportunità, un'esperienza di vita e di salute

P.A. Mauri
Ultimo
2012

Abstract

L’allattamento, oltre che fonte di nutrimento per eccellenza, va considerata come un esperienza unica nella vita di una madre e del suo bambino. Esperienza di crescita, di maturazione, di condivisione, di consapevolezza, di amore e di scambio sia per la nutrice che per il lattante. Il fascino del rapporto che si instaura tra una madre e il suo bambino, durante questa straordinaria fase, ha stimolato la volontà di analizzare e comprendere la scelta di alcune mamme di protrarre l’allattamento oltre i tempi dettati dalla maggior parte dei pediatri e delle consuetudini contemporanee, cercando di riconoscerne benefici, ostacoli emozioni e insicurezze di questa scelta audace. L’allattamento, nel corso dei secoli, si è modificato seguendo le variazioni dei costumi e delle abitudini della società passando addirittura , durante gli anni della modernità, in secondo piano rispetto alla lattazione artificiale. Attualmente sembra che questo fenomeno sia in controtendenza rispetto alle scelte effettuate dalle generazioni che vanno dagli anni ’60 , passando per la “liberazione della donna”, fino ai giorni nostri in cui, grazie anche alle ricerche scientifiche - che ne hanno confermata l’importanza e l’unicità sia a livello emotivo che nutrizionale e immunitario - molte più donne scelgono volontariamente l’allattamento al seno come opportunità primaria. Oggi le donne scelgono l’allattamento con la consapevolezza di garantire al proprio bambino il meglio di ciò che la natura le ha preparate ad offrirgli. Si potrebbe affermare che la ragione e la scienza hanno concorso a riportare le donne là dove la natura le aveva condotte per secoli guidate unicamente dall’istinto. Questo importante “ritorno” non si è ancora del tutto concluso in quanto gli studi riguardo ai benefici dell’allattamento, oltre l’anno, non sono né numericamente né qualitativamente significativi per modificare radicalmente l’immaginario collettivo. Uno degli effetti positivi dell’ attuale consapevolezza è l’ assoluta libertà in cui si muove una puerpera che si pone di fronte alla scelta se allattare o meno il suo bambino al seno. Quella che un tempo era una necessità irrinunciabile, dovuta al fatto che il latte materno era l’unica possibilità di nutrimento, oggi, grazie all’evoluzione degli studi sull’alimentazione neonatale, diventa una decisione legittimata, sia nella sua forma classica con termine intorno ai sei mesi, sia nella sua forma prolungata dalle proprie necessità emotive, fisiche e di considerazione individuale in merito alla praticità. Alcune madri sentono come troppo ansiogeno il peso della responsabilità di essere l’indispensabile e necessariamente onnipresente fonte di nutrimento del lattante. Altre si sentono debilitate fisicamente dall’impegno che l’allattamento prolungato al seno richiede. Altre ancora temono gli effetti deleteri che può provocare nei tessuti mammari causando perdita di tonicità e turgore giovanile. La distinzione pratica tra allattamento al seno ed artificiale è posta da una interpretazione del tutto soggettiva della praticità; alcune donne considerano più pratico avere sempre a disposizione una riserva di cibo immunologicamente sicuro e a temperatura costantemente adeguata alle necessità del bambino, mentre altre preferiscono che familiari o persone preposte, possano intervenire nell’allattamento sostituendosi alla madre e alleggerendola nelle sue attività. Oltre alle motivazioni più strettamente legate al bambino, vanno considerate anche le influenze del tutto positive che allattare lungamente al seno procura alla salute delle donna diminuendo il rischio di tumore al seno. Questo grazie allo sviluppo completo che la ghiandola mammaria raggiunge durante il periodo della lattazione e al riposo funzionale cui è sottoposto l’ovaio. SCOPO DELLO STUDIO La ragione dello studio effettuato si ritrova nella necessità di comprendere quanto sia possibile far coesistere l’allattamento al seno oltre i sei mesi di vita del bambino con l’attuale stile di vita delle madri, senza limitarne la libertà e impoverire gli effetti benefici dell’esperienza.
3-dic-2012
breastfeeding
Settore MED/47 - Scienze Infermieristiche Ostetrico-Ginecologiche
Università degli Studi di Milano
Certezze e dubbi dell'ostetrica tra lattante e allattante : l'allattamento oltre i sei mesi : un desiderio, un'opportunità, un'esperienza di vita e di salute / G. Rigano, P.A. Mauri. ((Intervento presentato al convegno Mondostetrica tenutosi a Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico nel 2012.
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