Il paper intende indagare cosa e quanto di nuovo si trovi nei conflitti di lavoro ai tempi della crisi, rispetto alle rivendicazioni e agli stili d’azione caratteristici delle fasi precedenti. Nello specifico l’attenzione è rivolta alla natura delle richieste (inclusione nel mercato del lavoro, partecipazione alle scelte, salvaguardia del posto di lavoro, pagamento del salario...), e ai riflessi che questa ha sulla formazione delle identità collettive, sulla scelta degli schemi d’azione, e sull’esplorazione di vie alternative oppure classiche (tanto in termini identitari quanto d’azione). In particolare l’analisi si concentra su ciò che sta in qualche modo a monte della stessa mobilitazione, vale a dire la definizione del problema contro cui mobilitarsi (la natura delle rivendicazioni, materialistiche o post-materialistiche) e ai suoi esiti processuali in termini di creazione di una condivisa identità collettiva (di tipo nuovo o classico? ristretta all’ambito di lavoro o allargata a rivendicazioni altre? identificabile come “di classe” o meno?), e in termini di risposte al problema (tradizionali o innovative? entro i canali di rappresentanza classici o in forma autonoma? entro orizzonti concertativi o contestativi?). A tale scopo si svolge un’analisi testuale dei claims prodotti dagli attori considerati, per quanto riguarda da un lato gli stili discorsivi, le grammatiche e i riferimenti cognitivi adottati, dall’altro i repertori d’azione che in essi traspaiono. Con questo obiettivo sono presi in considerazione in forma comparata esempi differenti di recente mobilitazione di lavoro, allo scopo di coprire un ventaglio articolato di fenomeni che rischierebbero altrimenti di venire confusi. Anzitutto si analizzano i testi dei blog relativi a due casi che sin dall’obiettivo dichiarato e dal nome prescelto si pongono in un’ottica marcatamente materialista. Si tratta delle azioni in favore di un reddito minimo garantito o reddito di cittadinanza, fra cui si è scelto un caso regionale e con obiettivi regionali quale Yes we cash (Emilia Romagna), e un caso nazionale ed inserito in una rete mondiale quale BIN–Basic Income Network Italia. Sempre relativamente all’analisi dei testi digitali, si fa poi riferimento tanto ai discorsi degli attori tradizionali ed egemonici che si trovano ad operare nella nuova situazione, con la presa in considerazione del blog dei Giovani CGIL, quanto di soggetti che si pongono quale sfida diretta alle classiche relazioni di lavoro. Sotto questo secondo versante sono considerati i Lavoratori autorganizzati MEF (Ministero Economia e Finanze), che riuniscono principalmente insiders, e il Coordinamento dei precari della conoscenza, espressione di lavoratori con contratti atipici. Se con questi si intende dare una visuale sui conflitti di lavoro nella pubblica amministrazione e nel campo “intellettivo”, interessante è infine prendere in considerazione anche quello che è il campo tradizionale del conflitto di lavoro e della sua risoluzione tramite i classici accordi di stampo concertativo, per verificare se, quanto, e in che modo tali questioni percorrano sentieri già segnati prima della crisi o cambino direzione verso mobilitazioni di nuova generazione. Vale a dire il campo dell’industria pesante, delle grandi aziende manifatturiere e quasi-fordiste ad elevato tasso di sindacalizzazione che la recessione mette in pericolo (e con esse anche i posti di lavoro delle città in cui sono inserite). In quest’ultimo ambito sono considerate le mobilitazioni più o meno diffuse registrate nell’ultimo periodo a Genova in difesa dell’occupazione in Fincantieri, Ansaldo Energia e Fisia Italimpianti.

Intanto vogliamo il pane, per le rose vedremo : le rivendicazioni di lavoro al tempo della crisi / V. Lastrico. ((Intervento presentato al 26. convegno Convegno Annuale della Società Italiana di Scienza Politica (SISP) tenutosi a Roma nel 2012.

Intanto vogliamo il pane, per le rose vedremo : le rivendicazioni di lavoro al tempo della crisi

V. Lastrico
Primo
2012

Abstract

Il paper intende indagare cosa e quanto di nuovo si trovi nei conflitti di lavoro ai tempi della crisi, rispetto alle rivendicazioni e agli stili d’azione caratteristici delle fasi precedenti. Nello specifico l’attenzione è rivolta alla natura delle richieste (inclusione nel mercato del lavoro, partecipazione alle scelte, salvaguardia del posto di lavoro, pagamento del salario...), e ai riflessi che questa ha sulla formazione delle identità collettive, sulla scelta degli schemi d’azione, e sull’esplorazione di vie alternative oppure classiche (tanto in termini identitari quanto d’azione). In particolare l’analisi si concentra su ciò che sta in qualche modo a monte della stessa mobilitazione, vale a dire la definizione del problema contro cui mobilitarsi (la natura delle rivendicazioni, materialistiche o post-materialistiche) e ai suoi esiti processuali in termini di creazione di una condivisa identità collettiva (di tipo nuovo o classico? ristretta all’ambito di lavoro o allargata a rivendicazioni altre? identificabile come “di classe” o meno?), e in termini di risposte al problema (tradizionali o innovative? entro i canali di rappresentanza classici o in forma autonoma? entro orizzonti concertativi o contestativi?). A tale scopo si svolge un’analisi testuale dei claims prodotti dagli attori considerati, per quanto riguarda da un lato gli stili discorsivi, le grammatiche e i riferimenti cognitivi adottati, dall’altro i repertori d’azione che in essi traspaiono. Con questo obiettivo sono presi in considerazione in forma comparata esempi differenti di recente mobilitazione di lavoro, allo scopo di coprire un ventaglio articolato di fenomeni che rischierebbero altrimenti di venire confusi. Anzitutto si analizzano i testi dei blog relativi a due casi che sin dall’obiettivo dichiarato e dal nome prescelto si pongono in un’ottica marcatamente materialista. Si tratta delle azioni in favore di un reddito minimo garantito o reddito di cittadinanza, fra cui si è scelto un caso regionale e con obiettivi regionali quale Yes we cash (Emilia Romagna), e un caso nazionale ed inserito in una rete mondiale quale BIN–Basic Income Network Italia. Sempre relativamente all’analisi dei testi digitali, si fa poi riferimento tanto ai discorsi degli attori tradizionali ed egemonici che si trovano ad operare nella nuova situazione, con la presa in considerazione del blog dei Giovani CGIL, quanto di soggetti che si pongono quale sfida diretta alle classiche relazioni di lavoro. Sotto questo secondo versante sono considerati i Lavoratori autorganizzati MEF (Ministero Economia e Finanze), che riuniscono principalmente insiders, e il Coordinamento dei precari della conoscenza, espressione di lavoratori con contratti atipici. Se con questi si intende dare una visuale sui conflitti di lavoro nella pubblica amministrazione e nel campo “intellettivo”, interessante è infine prendere in considerazione anche quello che è il campo tradizionale del conflitto di lavoro e della sua risoluzione tramite i classici accordi di stampo concertativo, per verificare se, quanto, e in che modo tali questioni percorrano sentieri già segnati prima della crisi o cambino direzione verso mobilitazioni di nuova generazione. Vale a dire il campo dell’industria pesante, delle grandi aziende manifatturiere e quasi-fordiste ad elevato tasso di sindacalizzazione che la recessione mette in pericolo (e con esse anche i posti di lavoro delle città in cui sono inserite). In quest’ultimo ambito sono considerate le mobilitazioni più o meno diffuse registrate nell’ultimo periodo a Genova in difesa dell’occupazione in Fincantieri, Ansaldo Energia e Fisia Italimpianti.
set-2012
precarietà ; sindacato ; conflitto ; rappresentanza ; reddito minimo ; CGIL ; basic income ; concertazione ; crisi ; movimenti sociali ; conflitti di lavoro ; frame analysis ; rivendicazioni ; postmaterialismo
Settore SPS/11 - Sociologia dei Fenomeni Politici
Settore SPS/09 - Sociologia dei Processi economici e del Lavoro
Settore SPS/04 - Scienza Politica
Società Italiana di Scienza Politica (SISP)
http://www.sisp.it/files/papers/2012/valerio-lastrico-1238.pdf
Intanto vogliamo il pane, per le rose vedremo : le rivendicazioni di lavoro al tempo della crisi / V. Lastrico. ((Intervento presentato al 26. convegno Convegno Annuale della Società Italiana di Scienza Politica (SISP) tenutosi a Roma nel 2012.
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