L’albumina, principale costituente delle proteine plasmatiche (50%), è il fattore che più contribuisce alla pressione oncotica plasmatica (80%). La struttura terziaria definisce alcune importanti proprietà di trasporto di molecole sia endogene che esogene. Il residuo –SH libero rende l’albumina il composto con maggiori capacità antiossidanti e permette il legame con l’ossido nitrico, di cui modula gli effetti. I 16 residui imidazolici rendono l’albumina il più importante tampone del liquido extravascolare. La concentrazione di albumina è un potente predittore di mortalità dose-dipendente. La somministrazione di albumina è stata giudicata dannosa, neutra, e vantaggiosa in tre successive meta-analisi. Lo studio SAFE non ha dimostrato vantaggi della somministrazione di albumina al 4% rispetto ad una soluzione di cristalloidi per il rimpiazzo volemico in una popolazione generale di terapia intensiva. L’analisi dei sottogruppi ha mostrato un tendenziale vantaggio per i pazienti settici, svantaggio per i traumi con lesioni encefaliche. Sfortunatamente l’albumina è sempre stata testata per i suoi effetti di volume. Ovviamente l’effetto di volume per se deve essere simile per i cristallodi, colloidi artificiali e albumina. Quindi i possibili vantaggi sono desumibili solo indirettamente, in quanto dovuti a minori complicazioni o a funzioni secondarie non oncotiche. I cristalloidi possono aumentare edema, peso e acidosi metabolica, i colloidi provocano alterazioni della coagulazione. L’albumina, priva di tali effetti, ha, fra l’altro, proprietà antiossidanti e di “tampone” dell’ossido nitrico. I risultati ottenuti nella sindrome epato-renale e trend favorevoli nei malati settici suggeriscono indirettamente che le funzioni non oncotiche sono rilevanti, ma necessitano di studi mirati.
Albumin / L. Gattinoni. ((Intervento presentato al 25. convegno ESICM Annual Congress tenutosi a Lisbona nel 2012.
Albumin
L. GattinoniPrimo
2012
Abstract
L’albumina, principale costituente delle proteine plasmatiche (50%), è il fattore che più contribuisce alla pressione oncotica plasmatica (80%). La struttura terziaria definisce alcune importanti proprietà di trasporto di molecole sia endogene che esogene. Il residuo –SH libero rende l’albumina il composto con maggiori capacità antiossidanti e permette il legame con l’ossido nitrico, di cui modula gli effetti. I 16 residui imidazolici rendono l’albumina il più importante tampone del liquido extravascolare. La concentrazione di albumina è un potente predittore di mortalità dose-dipendente. La somministrazione di albumina è stata giudicata dannosa, neutra, e vantaggiosa in tre successive meta-analisi. Lo studio SAFE non ha dimostrato vantaggi della somministrazione di albumina al 4% rispetto ad una soluzione di cristalloidi per il rimpiazzo volemico in una popolazione generale di terapia intensiva. L’analisi dei sottogruppi ha mostrato un tendenziale vantaggio per i pazienti settici, svantaggio per i traumi con lesioni encefaliche. Sfortunatamente l’albumina è sempre stata testata per i suoi effetti di volume. Ovviamente l’effetto di volume per se deve essere simile per i cristallodi, colloidi artificiali e albumina. Quindi i possibili vantaggi sono desumibili solo indirettamente, in quanto dovuti a minori complicazioni o a funzioni secondarie non oncotiche. I cristalloidi possono aumentare edema, peso e acidosi metabolica, i colloidi provocano alterazioni della coagulazione. L’albumina, priva di tali effetti, ha, fra l’altro, proprietà antiossidanti e di “tampone” dell’ossido nitrico. I risultati ottenuti nella sindrome epato-renale e trend favorevoli nei malati settici suggeriscono indirettamente che le funzioni non oncotiche sono rilevanti, ma necessitano di studi mirati.Pubblicazioni consigliate
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