Lo sviluppo della patologia aterosclerotica è un processo a decorso lentissimo la cui comparsa può precedere anche di anni l’esordio di eventi clinici acuti. Sebbene nelle sue prime fasi non provochi necessariamente un restringimento del lume arterioso, tale processo induce specifiche alterazioni vascolari di tipo morfologico e funzionale che possono essere rilevate sin dalle prime decadi di età. L’alterazione morfologica che più precocemente può essere rilevata con tecniche diagnostiche non-invasive consiste in un aumento dello spessore del complesso medio intimale, anche detto Intima-media thickness o IMT. Ancora più precocemente con le stesse tecniche è possibile rilevare anche alterazioni di tipo funzionale che generalmente consistono in un’alterata capacità delle arterie di rispondere a stimoli vasoattivi. Fra le diverse tecniche proposte per la valutazione non-invasiva di queste manifestazioni precoci della patologia aterosclerotica, l’ecotomografia B-Mode con sonde ad alta risoluzione è da considerarsi, senz’altro, fra le più interessanti. Tale tecnica consente, infatti, di misurare in modo accurato e riproducibile sia l’IMT carotideo che le alterazioni arteriose di tipo funzionale. Queste ultime sono, in genere, stimate valutando la vasodilatazione mediata dal flusso, anche detta Flow-mediated dilation o FMD. La FMD consiste nella misura delle capacità dell'arteria brachiale (AB) di rispondere ad uno stimolo ischemico con un'aumentata produzione endoteliale di NO e conseguente vasodilatazione. Numerosi studi hanno ormai permesso di dimostrare come entrambe queste variabili (IMT e FMD) possano essere utilizzate come markers per lo studio di tutte le fasi della patologia aterosclerotica, da usarsi anche come indici surrogati dell’andamento del processo aterosclerotico di altri distretti vascolari ed in particolare di quello coronarico. Tali variabili, oltre ad essere direttamente associate alla maggior parte dei fattori di rischio per l'aterosclerosi, come ipercolesterolemia, fumo, diabete e ipertensione, possono essere a loro volta considerate veri e propri fattori di rischio. Diversi studi hanno dimostrato, infatti, il loro significato predittivo nell'identificare categorie di pazienti a rischio di eventi coronarici e cerebrovascolari. Le due metodiche descritte offrono notevoli vantaggi al medico, al ricercatore ed al paziente: al medico in quanto consentono l’individuazione precoce di soggetti predisposti a sviluppare la patologia arteriosclerotica conclamata; al ricercatore in quanto offrono l'opportunità di effettuare studi clinici, epidemiologici e farmacologici anche in soggetti completamente asintomatici e al paziente in quanto possono consentire una diagnosi completa senza dover ricorrere a cateterismi o ad altri procedimenti diagnostici invasivi d'obbligo sino a pochi anni addietro.

La diagnosi strumentale / D. Baldassarre. ((Intervento presentato al 2. convegno ATEROSCLEROSI DAL BAMBINO ALL’ADULTO tenutosi a Torino nel 2007.

La diagnosi strumentale

D. Baldassarre
Primo
2007

Abstract

Lo sviluppo della patologia aterosclerotica è un processo a decorso lentissimo la cui comparsa può precedere anche di anni l’esordio di eventi clinici acuti. Sebbene nelle sue prime fasi non provochi necessariamente un restringimento del lume arterioso, tale processo induce specifiche alterazioni vascolari di tipo morfologico e funzionale che possono essere rilevate sin dalle prime decadi di età. L’alterazione morfologica che più precocemente può essere rilevata con tecniche diagnostiche non-invasive consiste in un aumento dello spessore del complesso medio intimale, anche detto Intima-media thickness o IMT. Ancora più precocemente con le stesse tecniche è possibile rilevare anche alterazioni di tipo funzionale che generalmente consistono in un’alterata capacità delle arterie di rispondere a stimoli vasoattivi. Fra le diverse tecniche proposte per la valutazione non-invasiva di queste manifestazioni precoci della patologia aterosclerotica, l’ecotomografia B-Mode con sonde ad alta risoluzione è da considerarsi, senz’altro, fra le più interessanti. Tale tecnica consente, infatti, di misurare in modo accurato e riproducibile sia l’IMT carotideo che le alterazioni arteriose di tipo funzionale. Queste ultime sono, in genere, stimate valutando la vasodilatazione mediata dal flusso, anche detta Flow-mediated dilation o FMD. La FMD consiste nella misura delle capacità dell'arteria brachiale (AB) di rispondere ad uno stimolo ischemico con un'aumentata produzione endoteliale di NO e conseguente vasodilatazione. Numerosi studi hanno ormai permesso di dimostrare come entrambe queste variabili (IMT e FMD) possano essere utilizzate come markers per lo studio di tutte le fasi della patologia aterosclerotica, da usarsi anche come indici surrogati dell’andamento del processo aterosclerotico di altri distretti vascolari ed in particolare di quello coronarico. Tali variabili, oltre ad essere direttamente associate alla maggior parte dei fattori di rischio per l'aterosclerosi, come ipercolesterolemia, fumo, diabete e ipertensione, possono essere a loro volta considerate veri e propri fattori di rischio. Diversi studi hanno dimostrato, infatti, il loro significato predittivo nell'identificare categorie di pazienti a rischio di eventi coronarici e cerebrovascolari. Le due metodiche descritte offrono notevoli vantaggi al medico, al ricercatore ed al paziente: al medico in quanto consentono l’individuazione precoce di soggetti predisposti a sviluppare la patologia arteriosclerotica conclamata; al ricercatore in quanto offrono l'opportunità di effettuare studi clinici, epidemiologici e farmacologici anche in soggetti completamente asintomatici e al paziente in quanto possono consentire una diagnosi completa senza dover ricorrere a cateterismi o ad altri procedimenti diagnostici invasivi d'obbligo sino a pochi anni addietro.
2007
Settore BIO/14 - Farmacologia
La diagnosi strumentale / D. Baldassarre. ((Intervento presentato al 2. convegno ATEROSCLEROSI DAL BAMBINO ALL’ADULTO tenutosi a Torino nel 2007.
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