Nel secondo decennio fascista hanno avuto particolare risonanza a Milano, e più in generale in Lombardia, quattro relazioni sull’amministrazione della giustizia, pronunciate nell’assemblea generale per la cerimonia di inaugurazione degli anni giudiziari dai procuratori generali della Corte d’appello, alleati fedeli e determinati dell’ordinamento totalitario, negli anni immediatamente successivi all’entrata in vigore dei codici del ’30 che sottoponevano all’attenzione dei magistrati non solo nuove discipline ma spesso anche istituti del tutto nuovi del diritto penale e della procedura penale. Si tratta del discorso di Antonio Albertini del ’31 , delle inaugurazioni particolarmente dense e colte di Eutimio Ranelletti del ’32 e del ’34-’35 , e della relazione di Alberto Resignani del ’34 , uomini del loro tempo, la cui adesione ai valori del fascismo non sembra puramente diplomatica ed esteriore, alla luce della «povera indipendenza della magistratura di questi anni e del forte asse col governo» , ma mossa dall’intento – opportunistico o spassionato non è dato sapere - di assumere un effettivo ruolo militante.
La retorica dei procuratori generali all'inaugurazione degli anni giudiziari nella Milano fascista / A.M. Santangelo. ((Intervento presentato al convegno Retoriche dei giuristi e costruzione dell'identità nazionale tenutosi a Firenze nel 2011.
La retorica dei procuratori generali all'inaugurazione degli anni giudiziari nella Milano fascista
A.M. SantangeloPrimo
2011
Abstract
Nel secondo decennio fascista hanno avuto particolare risonanza a Milano, e più in generale in Lombardia, quattro relazioni sull’amministrazione della giustizia, pronunciate nell’assemblea generale per la cerimonia di inaugurazione degli anni giudiziari dai procuratori generali della Corte d’appello, alleati fedeli e determinati dell’ordinamento totalitario, negli anni immediatamente successivi all’entrata in vigore dei codici del ’30 che sottoponevano all’attenzione dei magistrati non solo nuove discipline ma spesso anche istituti del tutto nuovi del diritto penale e della procedura penale. Si tratta del discorso di Antonio Albertini del ’31 , delle inaugurazioni particolarmente dense e colte di Eutimio Ranelletti del ’32 e del ’34-’35 , e della relazione di Alberto Resignani del ’34 , uomini del loro tempo, la cui adesione ai valori del fascismo non sembra puramente diplomatica ed esteriore, alla luce della «povera indipendenza della magistratura di questi anni e del forte asse col governo» , ma mossa dall’intento – opportunistico o spassionato non è dato sapere - di assumere un effettivo ruolo militante.File | Dimensione | Formato | |
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