Per quanto l’ipotesi diagnostica di una patologia epatica sia basata spesso sul riscontro di alterazioni nei parametri ematochimici, l’esame clinico riveste un ruolo fondamentale nell’iter diagnostico di una patologia epatica primaria. Infatti il fegato occupa un posto centrale, sia dal punto di vista anatomico, sia dal punto di vista metabolico nell’organismo: dal punto di vista anatomico, esso rappresenta il principale “anello di congiunzione” tra apparato gastroenterico, apparato circolatorio, sistema immunitario, sistema endocrino. Dal punto di vista metabolico, l’innumerevole quantità di reazioni biochimiche che hanno sede in questa ghiandola, la rendono protagonista principale del mantenimento dell’equilibrio omeostatico dell’organismo. Ecco perché un esame clinico completo ed accurato rappresenta uno strumento di fondamentale importanza nella definizione di un’epatopatia primitiva o secondaria. Verrà posta una breve premessa sulle particolarità anatomiche del fegato, soprattutto dal punto di vista circolatorio. Successivamente verranno percorsi tutti gli steps dell’esame clinico nell’ottica di identificare gli elementi che possono condurre al riconoscimento di una patologia epatica primitiva rispetto al coinvolgimento secondario del fegato da parte di una patologia a carico di un altro organo/apparato. Segnalamento: specie (importanti differenze epidemiologiche e cliniche tra cane e gatto; razza (identificazione di razze con disordini epatici congeniti od ereditari); sesso; età (alcune patologie epatiche si rendono manifeste in età giovanile, altre in età adulta). Anamnesi: in caso di sospetto di patologia epatica, l’anamnesi deve essere particolarmente accurata e rivolta non solo alla storia clinica del soggetto, ma anche all’ambiente in cui vive. Esame fisico: l’importanza del fegato, come sopra citato, rende indispensabile un esame fisico accurato di tutto l’organismo e, spesso, anche l’esecuzione di esami strumentali e di laboratorio che consentano di escludere altri organi o apparati come sede di patologia primitiva la quale solo secondariamente può coinvolgere il fegato. Talvolta il fegato viene considerato sede primaria di patologia a causa dell’identificazione di sintomi o segni comunemente ritenuti come “patognomonici” di un’insufficienza epatica (es. ascite, ittero) mentre in realtà la patologia primaria può essere a carico di altri apparati (es. sindrome nefrosica, sistema ematopoietico, ecc.). Viceversa, può accadere che una visita clinica troppo precocemente mirata ad un problema specialistico (es. per un problema neurologico o dermatologico) trascuri un corretto esame fisico completo dell’animale e di conseguenza ritardi la definizione della diagnosi (es. shunts portosistemici congeniti ed acquisiti, sindrome epatocutanea, ecc.) o quantomeno ne renda più difficile la definizione, specialmente quando si sia già intervenuti con presidi terapeutici in grado di modificare il quadro ematochimico, sempre fondamentale nel riconoscimento di un interessamento epatico.

Aspetti clinici delle patologie epatiche: quali sono gli elementi che ci inducono a sospettare una patologia epatica primaria? / S. Faverzani. ((Intervento presentato al convegno Seminario Approccio Clinico alle Patologie Epatiche del Cane tenutosi a Sarzana (SP) nel 2007.

Aspetti clinici delle patologie epatiche: quali sono gli elementi che ci inducono a sospettare una patologia epatica primaria?

S. Faverzani
Primo
2007

Abstract

Per quanto l’ipotesi diagnostica di una patologia epatica sia basata spesso sul riscontro di alterazioni nei parametri ematochimici, l’esame clinico riveste un ruolo fondamentale nell’iter diagnostico di una patologia epatica primaria. Infatti il fegato occupa un posto centrale, sia dal punto di vista anatomico, sia dal punto di vista metabolico nell’organismo: dal punto di vista anatomico, esso rappresenta il principale “anello di congiunzione” tra apparato gastroenterico, apparato circolatorio, sistema immunitario, sistema endocrino. Dal punto di vista metabolico, l’innumerevole quantità di reazioni biochimiche che hanno sede in questa ghiandola, la rendono protagonista principale del mantenimento dell’equilibrio omeostatico dell’organismo. Ecco perché un esame clinico completo ed accurato rappresenta uno strumento di fondamentale importanza nella definizione di un’epatopatia primitiva o secondaria. Verrà posta una breve premessa sulle particolarità anatomiche del fegato, soprattutto dal punto di vista circolatorio. Successivamente verranno percorsi tutti gli steps dell’esame clinico nell’ottica di identificare gli elementi che possono condurre al riconoscimento di una patologia epatica primitiva rispetto al coinvolgimento secondario del fegato da parte di una patologia a carico di un altro organo/apparato. Segnalamento: specie (importanti differenze epidemiologiche e cliniche tra cane e gatto; razza (identificazione di razze con disordini epatici congeniti od ereditari); sesso; età (alcune patologie epatiche si rendono manifeste in età giovanile, altre in età adulta). Anamnesi: in caso di sospetto di patologia epatica, l’anamnesi deve essere particolarmente accurata e rivolta non solo alla storia clinica del soggetto, ma anche all’ambiente in cui vive. Esame fisico: l’importanza del fegato, come sopra citato, rende indispensabile un esame fisico accurato di tutto l’organismo e, spesso, anche l’esecuzione di esami strumentali e di laboratorio che consentano di escludere altri organi o apparati come sede di patologia primitiva la quale solo secondariamente può coinvolgere il fegato. Talvolta il fegato viene considerato sede primaria di patologia a causa dell’identificazione di sintomi o segni comunemente ritenuti come “patognomonici” di un’insufficienza epatica (es. ascite, ittero) mentre in realtà la patologia primaria può essere a carico di altri apparati (es. sindrome nefrosica, sistema ematopoietico, ecc.). Viceversa, può accadere che una visita clinica troppo precocemente mirata ad un problema specialistico (es. per un problema neurologico o dermatologico) trascuri un corretto esame fisico completo dell’animale e di conseguenza ritardi la definizione della diagnosi (es. shunts portosistemici congeniti ed acquisiti, sindrome epatocutanea, ecc.) o quantomeno ne renda più difficile la definizione, specialmente quando si sia già intervenuti con presidi terapeutici in grado di modificare il quadro ematochimico, sempre fondamentale nel riconoscimento di un interessamento epatico.
6-mag-2007
dog; liver; disease
Settore VET/08 - Clinica Medica Veterinaria
Aspetti clinici delle patologie epatiche: quali sono gli elementi che ci inducono a sospettare una patologia epatica primaria? / S. Faverzani. ((Intervento presentato al convegno Seminario Approccio Clinico alle Patologie Epatiche del Cane tenutosi a Sarzana (SP) nel 2007.
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