Aura e choc raccoglie in un unico volume i principali studi dedicati da Walter Benjamin al complesso ambito della teoria dei media, tra cui il celebre saggio L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, qui presentato nella suggestiva versione del 1935-36. Chiave di volta di questa teoria, che Benjamin sviluppa dai primi scritti degli anni - 10 fino agli ultimi frammenti del libro sui «passages» di Parigi, è l'idea secondo cui va considerato come «medium» tutto ciò che è in grado di ridefinire le coordinate della percezione, dei modi di vedere e di sentire, e piú in generale dell'esperienza. Sulla base di tale presupposto Benjamin discute media moderni come la fotografia e il cinema, la radio e il telefono, il libro e il giornale, ma anche le forme espressive della lingua, della linea e del colore, strumenti ottici come la camera obscura e la lanterna magica, i sistemi di illuminazione urbana e l'architettura di vetro, per arrivare infine agli stati di alterazione percettiva indotti dal sogno e dall'hashish. Nel loro insieme, tutti questi media sono per Benjamin capaci di trasformare storicamente l'esperienza sensibile, sottoponendo l'individuo moderno a un autentico «training del sensorio» che gli consente di affrontare il passaggio dalla cultura ottocentesca, permeata dal culto dell'aura, a una modernità che lo espone a continui choc. Il Benjamin che emerge da questa originale prospettiva dialoga con i principali protagonisti delle avanguardie e delle teorie della fotografia e del cinema del suo tempo, proponendosi come fondamentale termine di confronto per gli studi contemporanei sui media.
Aura e choc. Saggi sulla teoria dei mediaEdizione commentata a cura di] A. Pinotti, A. Somaini. - Torino : Einaudi, 2012. - ISBN 9788806208349.
Aura e choc. Saggi sulla teoria dei media
A. PinottiPrimo
;
2012
Abstract
Aura e choc raccoglie in un unico volume i principali studi dedicati da Walter Benjamin al complesso ambito della teoria dei media, tra cui il celebre saggio L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, qui presentato nella suggestiva versione del 1935-36. Chiave di volta di questa teoria, che Benjamin sviluppa dai primi scritti degli anni - 10 fino agli ultimi frammenti del libro sui «passages» di Parigi, è l'idea secondo cui va considerato come «medium» tutto ciò che è in grado di ridefinire le coordinate della percezione, dei modi di vedere e di sentire, e piú in generale dell'esperienza. Sulla base di tale presupposto Benjamin discute media moderni come la fotografia e il cinema, la radio e il telefono, il libro e il giornale, ma anche le forme espressive della lingua, della linea e del colore, strumenti ottici come la camera obscura e la lanterna magica, i sistemi di illuminazione urbana e l'architettura di vetro, per arrivare infine agli stati di alterazione percettiva indotti dal sogno e dall'hashish. Nel loro insieme, tutti questi media sono per Benjamin capaci di trasformare storicamente l'esperienza sensibile, sottoponendo l'individuo moderno a un autentico «training del sensorio» che gli consente di affrontare il passaggio dalla cultura ottocentesca, permeata dal culto dell'aura, a una modernità che lo espone a continui choc. Il Benjamin che emerge da questa originale prospettiva dialoga con i principali protagonisti delle avanguardie e delle teorie della fotografia e del cinema del suo tempo, proponendosi come fondamentale termine di confronto per gli studi contemporanei sui media.Pubblicazioni consigliate
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