Il Cytomegalovirus è causa di patologie gravi e spesso mortali nei pazienti affetti da AIDS. Da un punto di vista diagnostico la definizione del ruolo eziologico. in una patologia in atto, di una infezione da CMV accertata in laboratorio è problematica a causa delle frequenti riattivazioni cui va incontro il Cytomegalovirus in soggetti immu- nodepressi. Nel tentativo di risolvere questo problema sono stati analizzati i dati relativi ai 56 pazienti con AIDS con patologia attribuibile ad infezione da CMV (sui circa 250 esaminati) risultati positivi all'accertamento di laboratorio nel corso del 1991 Sui leucociti polimorfonucleati di ciascun paziente si era proceduto all'esecuzione di prove di isolamento tradizionale e di evidenziazione dell'antigene p72 in fibroblasti fetali umani (56 soggetti) e alla ricerca della proteina p65 sul citocentrifugato (27 pazienti). I soggetti in esame sono stati presi in considerazione in quanto positivi ad almeno una delle prove citate. Al fine di definire l'eventuale ruolo eziologico del CMV evidenziato, si sono presi in considerazione alcuni parametri virologici quantitativi (numero di giorni necessari per la comparsa dell'effetto citopatico in coltura cellulare, numero di cellule positive per le proteine p72 o p65) che sono stati valutati in rapporto al risultato clinico del trattamento anti CMV cui sono stati sottoposti 38 pazienti studiati (36 con DHPG e 2 con Foscarnet) considerato come indicazione indiretta del ruolo causale di CMV. Parametri virologici significativi sono stati riscontrati in un numero limitato di casi. L'effetto citopatico è comparso entro 8 giorni dalla semina in 11 dei 35 campioni, la presenza degli antigeni virali è stata rilevata su più di 50 cellule in 3/28 e in 3/17 (non coincidenti) dei pazienti positivi rispettivamente per p72 e per p65. Né la frequenza dei positivi ai test considerati né l'entità della positività sono risultate statisticamente differenti tra pazienti migliorati e non migliorati dopo trattamento. L'insieme di questi dati induce a concludere che i parametri considerati non siano discriminanti per definire il significato eziologico di una positività per CMV in pazienti con AIDS con quadri clinici attribuibili a Cytomegalovirus. L'ampliamento della casistica e l'inclusione nella valutazione anche di parametri relativi allo stadio dell'infezione da HIV (staging, numero dei CD4/rnm3) potrà consentire di risolvere il problema esaminato.

IL CMV NELL'AIDS: SIGNIFICATO CLINICO DI PARAMETRI VIROLOGICI / M. Barbi, S. Binda, M. Fasan, G.F. Dedivitiis, M. Coen, L. Vaira, M. Maillard. ((Intervento presentato al XXII. convegno Congresso Nazionale Medici Ospedalieri tenutosi a Milano nel 1992.

IL CMV NELL'AIDS: SIGNIFICATO CLINICO DI PARAMETRI VIROLOGICI

M. Barbi
Primo
;
S. Binda
Secondo
;
1992

Abstract

Il Cytomegalovirus è causa di patologie gravi e spesso mortali nei pazienti affetti da AIDS. Da un punto di vista diagnostico la definizione del ruolo eziologico. in una patologia in atto, di una infezione da CMV accertata in laboratorio è problematica a causa delle frequenti riattivazioni cui va incontro il Cytomegalovirus in soggetti immu- nodepressi. Nel tentativo di risolvere questo problema sono stati analizzati i dati relativi ai 56 pazienti con AIDS con patologia attribuibile ad infezione da CMV (sui circa 250 esaminati) risultati positivi all'accertamento di laboratorio nel corso del 1991 Sui leucociti polimorfonucleati di ciascun paziente si era proceduto all'esecuzione di prove di isolamento tradizionale e di evidenziazione dell'antigene p72 in fibroblasti fetali umani (56 soggetti) e alla ricerca della proteina p65 sul citocentrifugato (27 pazienti). I soggetti in esame sono stati presi in considerazione in quanto positivi ad almeno una delle prove citate. Al fine di definire l'eventuale ruolo eziologico del CMV evidenziato, si sono presi in considerazione alcuni parametri virologici quantitativi (numero di giorni necessari per la comparsa dell'effetto citopatico in coltura cellulare, numero di cellule positive per le proteine p72 o p65) che sono stati valutati in rapporto al risultato clinico del trattamento anti CMV cui sono stati sottoposti 38 pazienti studiati (36 con DHPG e 2 con Foscarnet) considerato come indicazione indiretta del ruolo causale di CMV. Parametri virologici significativi sono stati riscontrati in un numero limitato di casi. L'effetto citopatico è comparso entro 8 giorni dalla semina in 11 dei 35 campioni, la presenza degli antigeni virali è stata rilevata su più di 50 cellule in 3/28 e in 3/17 (non coincidenti) dei pazienti positivi rispettivamente per p72 e per p65. Né la frequenza dei positivi ai test considerati né l'entità della positività sono risultate statisticamente differenti tra pazienti migliorati e non migliorati dopo trattamento. L'insieme di questi dati induce a concludere che i parametri considerati non siano discriminanti per definire il significato eziologico di una positività per CMV in pazienti con AIDS con quadri clinici attribuibili a Cytomegalovirus. L'ampliamento della casistica e l'inclusione nella valutazione anche di parametri relativi allo stadio dell'infezione da HIV (staging, numero dei CD4/rnm3) potrà consentire di risolvere il problema esaminato.
set-1992
CMV ; AIDS
Settore MED/42 - Igiene Generale e Applicata
IL CMV NELL'AIDS: SIGNIFICATO CLINICO DI PARAMETRI VIROLOGICI / M. Barbi, S. Binda, M. Fasan, G.F. Dedivitiis, M. Coen, L. Vaira, M. Maillard. ((Intervento presentato al XXII. convegno Congresso Nazionale Medici Ospedalieri tenutosi a Milano nel 1992.
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